Conosciuta oggi come la modella di Gucci dalla bellezza per niente convenzionale, Armine Harutyunyan è una ragazza nata ad Erevan, capitale dell’Armenia nel 1997, alta circa 175 centimetri.
La passione per la moda pare sia sorta per puro caso: si narra che Armine sia stata notata da un talent scout di Gucci mentre si trovava a Berlino e che col suo stile abbia conquistato subito il direttore creativo e stilista Alessandro Michele, che decide di portarla così con sé nelle sfilate milanesi.
Armine ha studiato come grapfic designer e illuatratrice, ereditando il talento artistico di suo nonno, Khachatur Azizyan, tra i più celebri e apprezzati pittori armeni.
La concentrazione mediatica sul suo nome, divenuto nelle ultime settimane, uno dei trend topic più ricercati sui social e sul web, é stata originata da una fake news che si é rincorsa sempre più repentinamente secondo cui Gucci avrebbe inserito Armine tra le 100 donne più sexi del pianeta.
Al diffondersi della notizia, si é scatenato il tam tam delle invettive violente sull’aspetto fisico di Armine, sul suo naso, sui suoi tratti, sulle sue sregolatezze nel viso, sulla sua bellezza non standardizzata e lontana dai canoni estetici tradizionali.
Si è parlato di body shaming per evidenziare le diffuse e molteplici gratuite offese sul suo aspetto fisico che hanno cominciato a girare vorticosamente in rete o sui suoi profili social quasi a volerla colpevolizzare e condannare a priori solo ed esclusivamente per la sua atipicita’ .
Lei stessa ha dichiarato, dimostrando incredulità e stupore per tutto quello che le sta succedendo “Non so perché stia accadendo proprio ora. Ho sfilato per Gucci un anno fa e non c’è nulla di nuovo su cui discutere” per poi continuare affermando “Credo che le persone siano spaventate da tutto quello che è diverso. Quando si trovano davanti a qualcosa che non capiscono, non sanno come reagire attaccano. Per questo dico che non vale la pena preoccuparsi di loro: hanno solo paura“.
Armine é stata la prima modella armena a sfilare per una grande casa di moda e di questo sentiva la responsabilità e il peso del ruolo: eppure gli haters si sono scatenati e scaraventati contro di lei a suon di terribili parole e invettive, aggravate dal fatto di essere originate da una bufala prodotta dal web.
Ciò non toglie, anzi acuisce la gravità di chi si sente potente all’oscuro della sua stanza a battere tasti che compongono parole violente e aggressive.
Ma se da un lato, la modella é stata oggetto di odiosi tiratori di odio, dall’altro ha raccolto attorno a sé anche tanto consenso e solidarietà per una vicenda sgradevole e umanamente inaccettabile.
Certo, Gucci non è nuovo a queste provocazioni; negli ultimi anni ha scelto per le sue sfilate o le sue campagne promozionali modelle forti della loro diversità, come la ragazza con sindrome di down e quella dalla dentatura per niente perfetta, per promuovere e diffondere il messaggio di una bellezza non perfetta esteticamente, né riconducibile ad un ideale astratto e universale.
Esistono tante sfumature sulla bellezza di ciascuna persona, dallo sguardo ad un profilo interessante, dalla particolarità di uno zigomo all’originalità di un neo ed é il valore assoluto che tutti portano dentro e manifestano nella loro fisicità che lo street artist napoletano Raffo ha deciso di rappresentare rivoluzionando il concetto di bellezza e abbracciando ogni piccola impercettibile diversità.
Ha così ritratto in un murales nella zona di Ponticelli, periferia degradata e in cerca di riscatto della città di Napoli, proprio Armine con due splendidi occhi e una meravigliosa ritrovata bellezza.
La modella risponde al messaggio colpita dalla dedica con un ‘Thanks for magic’.
Nelle parole dell’artista il senso del messaggio “È bello che parta da una periferia, in questo caso il rione Conocal di Napoli, l’omaggio ad Armine ed al suo coraggio ad affrontare le critiche. L’ennesima dimostrazione che l’arte unisce tutti, copre ed appiana distanze fisiche e sociali”.
Emblematico che un messaggio di conciliazione parta da una città complessa come Napoli, multietnica, multiculturale, tollerante, aperta, accogliente e sempre rivoluzionaria; non a caso è stata definita la capitale italiana della street art che è un modo forte di dire, fare, pensare, riflettere, abbracciare, sensibilizzare.