Un pugno nello stomaco!E’ la prima sensazione che si prova dopo che l’ultima parola accompagna il lettore alla fine del romanzo di Rosa Mancini. Un romanzo al di fuori degli schemi,un lunghissimo monologo dove l’autrice racconta i mesi di agonia che percorre la protagonista durante la fine del suo lunghissimo rapporto. Un amore che perdura nel tempo che termine per “incompatibilità”. Interessante notare come la bravura narrativa dell’autrice riesce ben a coniugare le nette differenze che ci sono,le volte,fra gli uomini e le donne.Per le donne basta l’amore,per l’uomo che riesce ad amare a metà,l’amore è solo la scusa che copre i problemi reali della coppia. Per la protagonista l’amore è al di sopra di tutto,l’amore supera gli ostacoli delle incompresioni,delle diversità,l’amore unisce e non può per nessuna cosa al mondo separare. Per “lui” no!L’amore non basta,l’amore non ricuce le ferite di un litigio,le differenze caratteriali,i diversi punti di vista. L’amore non basta o basta l’amore? Nel “Monologo di un abbandono“,la nostra autrice cerca di scavare dentro sé per trovare una risposta a questa domanda,creando un piccolo gioiellino,fatto di consigli nascosti fra le sfumature delle sue parole. Un romanzo mai banale,lineare e semplice nella sua complessità,un po’ come dovrebbe essere il vero amore. Scritto in prima persona ogni capitolo è intervallato da una poesia,che ci introduce alla lettura,una lettura scorrevole,intensa,proprio come un pugno nello stomaco…improvviso! In definitiva un ottimo romanzo,da assaporare con attenzione. Rosa Mancini ha messo a nudo la sua anima per cercare nella scrittura di racchiudere i suoi demoni,i suoi ricordi e le sue mille domande senza risposta. Un esperimento che molti tentano e che a lei è riuscito benissimo.
Chi è Rosa Mancini?
Sono nata a Napoli nel 1986, da sempre la scrittura e la poesia hanno fatto parte della mia vita.Le parole scritte sono un mondo a parte, come una calamita, riescono ad aderire perfettamente alla nostra anima e a decifrare le nostre emozioni, intenzioni e sensazioni, tutto questo è la scrittura per me, un metodo semplice per descrivere e interpretare la mia interiorità, una ricerca, una scoperta e una sorprendente necessità.Scrivo da quando ero piccola, appassionata di narrativa e poesia.Scrivo perché è il metodo più semplice che conosco per interagire con me stessa.La passione per questo mondo è nata presto: ricordo che a nove anni circa mia zia mi regalò un libro di narrativa per bambini “Ursinox L’Estraterrestre” di Cristina Lastrego e Francesco Testa, dove il protagonista, un bambino di nome Marco aiuta Ursinox, arrivato sul pianeta Terra, a risolvere i problemi del suo pianeta.Lessi quel libro tutto d’un fiato, rapita dalle parole, dalle avventure dei protagonisti, dalla creatività e dalla fantasia. La scrittura è’ entrata nella mia vita quasi per caso e in punta di piedi, senza disturbare ed è rimasta.Scrivo poesie da quando ero piccola, sono per una vita poetica, al di la delle parole scritte: è la mia filosofia di vita, poesia è nell’aria, su una strada, nelle visioni, sensazioni è in tutto! è una morsa allo stomaco che chiede di essere decifrata, vissuta e assaporata.Spinta dall’amore per la scrittura a 19 anni decisi di iscrivermi all’Università degli Studi di Carlo Bo ad Urbino, dove mi sono laureata nella triennale di Scienze della Comunicazione, informazione e nuovi media e poi alla specialistica di Editoria, media e giornalismo.Rimasi nelle Marche per sei anni, quando ritornai in patria iniziai il mio percorso professionale nel marketing e nel commerciale, senza mai abbandonare la mia principale passione. Oggi lavoro come agente pubblicitario per il Gruppo Editoriale L’Espresso.Ho sempre scritto per me: poesie, brevi racconti, prosa, non ho mai pubblicato nulla prima del 2015., ad esclusione di alcuni premi vinti a scuola in concorsi nazionali e regionali di poesia.Poi è scattato qualcosa nella testa, come una molla.Dopo una delusione sentimentale, mi trovai a vivere un forte caos emotivo e forse spinta dalla sofferenza ho colmato certi vuoti rimettendomi in gioco.Cosi prima nasce l’associazione Poesie metropolitane, insieme ad altri miei amici abbiamo dato il via ad un progetto culturale per il territorio che vede la poesia o meglio la scrittura poetica al centro di tutto, le parole cariche di significato quelle che poi possono cambiare prospettiva., obiettivo è quello di creare un legame tra la poesia e l’urbano.Nel 2016 ho pubblicato un racconto “Un posto senza nome” con la casa editrice Unicopli di Milano, nella raccolta “Letture da metropolitana- Micro racconti per chi va di fretta” e poi “Monologo di un abbandono”, il mio primo romanzo pubblicato gratuitamente da LFA Publisher.
Un racconto non confezionato e sincero,quanto è stato difficile mettersi così a “nudo”?
Monologo di un abbandono è un romanzo che ho scritto in un anno circa ed è stato il simbolo di un passaggio epocale : mi piace dire che questo libro l’ho scritto con il cuore in mano ed è cosi., un cuore messo a dura prova, dei cocci rotti che ho raccolto da sola.Viviamo in un’epoca dove le persone hanno paura di emozionarsi e di mettersi a nudo, quasi come se indossassero delle maschere di paura e vergogna.Come se le delusioni, le ferite, le esperienze ci segnassero a tal punto da inquinarci, cosi che la parola “emozione” lascia spazio dalla parola “paura”.Ho messo a nudo le mie emozioni spinta dalla paura di non poter dare il giusto significato alle mie emozioni , in quel caos le mie emozioni, infatti, uscivano fuori tutte insieme: Rabbia, tristezza, delusione, tutte insieme! come una doccia gelata improvvisa. Cosi che la poesia prima e il racconto dopo mi hanno dato una mano importante a gestirle, e non ho fatto altro che mettermi a nudo ed è stata quasi una liberazione.
E’stridente la differenza di come la “fine” sia affrontata da lui e da lei,credi che sia sempre così?
Ogni storia conserva una storia diversa, in un rapporto a due abbiamo due protagonisti. Una coppia è fatta di due persone: due individualità, due caratteri, due personalità: tante reazioni, diverse direzioni, due modi diversi di amare. La fine di una relazione è sempre triste, (se si ama) ma le reazioni possono essere molteplici cosi come il modo di affrontare la questione. La differenza sta quindi nell’amore che sancisce il “nonostante tutte le mie o le tue reazioni”.
Ma una storia può davvero finire per “incompatibilità” o è solo la scusa per non ammettere che è finito l’amore?
Non credo alla fine per “incompatibilità” ciò che avvicina due individualità non si può descrivere ne spiegare, ci avviciniamo a qualcuno per “chimica”.Siamo spinti a continuare un percorso insieme, per una serie di variabili positive che inevitabilmente entrano in gioco all’inizio di un rapporto, quegli elementi ci rendono forse cechi cosi che anche i “difetti” non ci pesano.Allora perché poi le storie finiscono? Di certo non per incompatibilità, cosa significa “non siamo compatibili?” due persone che convivono : fanno l’amore, vanno a cena fuori, organizzano un viaggio, progettano la vita insieme non sono compatibili? E se non sono compatibili, come mai nel loro tempo vissuto insieme, si sentono parte l’uno dell’altro?Succede che ad un certo punto alle variabili positive fanno spazio le difficoltà e quando siamo in preda a questi inceppi, l’equilibrio è minacciato. Nelle tempeste emerge o finisce l’amore.Accade che chi ti ama rimane sotto la pioggia con te anche senza un ombrello, spesso le relazioni finiscono per un motivo preciso: L’idea dell’amore, essere innamorati dell’amore e non della persona che ci sta affianco. Le persone tentano di cambiarsi a vicenda, proiettiamo le nostre aspettative sull’altro, quando non ci sentiamo amati cerchiamo di colmare il vuoto con il nostro amore e lavoriamo per due.Spesso le relazioni finiscono perché finisce l’illusione dell’amore, l’incompatibilità è una conseguenza, l’amore presuppone altre cose: non vuole cambiare, non vuole dominare: è un perfetto equilibrio tra io ci sono, io discuto e risolvo, io capisco, io combatto, io ci sarò anche quando fuori piove. Siamo tutti belli quando siamo felici infondo poi quando inizia a piovere, rimaniamo a casa nostra per paura di bagnarci.
Quanto può essere complicato dire in maniera secca:Non ti amo più?
Non è facile dire o ascoltare : “Non ti amo più” chi lo dice ci crede davvero chi lo ascolta per niente.
Considerando che chi leggerà,troverà un pezzettino di sé nelle tue parole,quale messaggio speri arrivi al lettore?
Il mio romanzo è un invito a tutte le persone deluse o ferite di rimettersi in gioco e puntare sull’amor proprio perché l’amore vince sempre. Si cade e ci si rialza per volontà bisogna credere in se stessi. Le delusioni ci insegnano anche a metterci in discussione e a migliorarci.Si può sempre decidere, infatti, di migliorare, peggiorare o rimanere nel punto dove ci troviamo senza fare niente. Il cambiamento è una scelta un po’ come uno stile di vita.
Quanto può essere terapeutico scrivere?
La scrittura è una medicina naturale, riesce a “cacciare” fuori anche il marcio, liberarci dai macigni sul cuore, sono emozioni che escono, le parole scritte aiutano a non conservarle a non farsi inquinare e a guarire. Quello che accade nella nostra vita, quello che viviamo rimarrà per sempre, sono lezioni sono esperienze, sono come cicatrici che portiamo sulla pelle, ma liberarci dal negativo e colmare certi vuoti con la scrittura è davvero terapeutico, La scrittura è uno specchio, la nostra immagine riflessa…quando siamo chiamati a vivere i caos emotivi e i cambiamenti, quello specchio è appannato, noi siamo una sagoma, la scrittura può rivelarci il nostro io.Quando scriviamo parliamo e guardiamo noi stessi, cosi che anche nella sofferenza ci interroghiamo e poi riusciamo a trovare le risposte da soli.
Progetti futuri?
Al momento sono impegnata nella stesura di un secondo romanzo poetico ispirato alla pioggia. Mi auguro di potermi sentire sempre “poeticamente emozionata”.
Info per acquistare il romanzo online:
https://www.ibs.it/monologo-di-abbandono-libro-rosa-mancini/e/9788899972134
https://books.google.it/books/about/Monologo_di_un_abbandono.html?id=pq1TvgAACAAJ&redir_esc=y