Dato che la settimana scorsa vi ho parlato di angeli, questa settimana vi parlerò…ancora di angeli, ma di quelli cacciati dal paradiso! I film su questo argomento sono davvero tanti, ma creare storie interessanti e non usuali non è facile. Sappiamo che il diavolo ha il brutto difetto di tentare, di possedere le sue vittime, di mandare demoni terrificanti a infestare case e a trasformare brave persone in mostri. Sappiamo inoltre che ci sono individui che si riuniscono per adorarlo e compiono in suo nome le più orrende nefandezze. Tutti questi spunti sono serviti a costruire storie per numerosi horror, ma io vorrei parlarvi di alcuni film che pur avendo per protagonista il diavolo non scadono nel banale. Per cui eccovi questa volta 6 film che vi faranno incontrare il diavolo in sei diverse performance!
Rosemary’s baby
Rosemary’s Baby è un film del 1968, tratto dall’omonimo romanzo di Ira Levin. La pellicola è diretta da Roman Polanski ed è considerata l’opera migliore del regista polacco. Ha ricevuto due David di Donatello per il miglior film straniero e per la miglior attrice straniera a Mia Farrow. Gli attori principali sono Mia Farrow, John Kassavetes e Ruth Gordon la quale per questa interpretazione si è aggiudicata l’Oscar come miglior attrice non protagonista.
Rosemary e il marito, un attore poco conosciuto, si trasferiscono in un palazzo dove subito vengono quasi “adottati” dagli anziani vicini di casa. In breve tempo Rosemary resta incinta e il marito diventa famoso a seguito dell’improvvisa cecità del collega che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di protagonista poi affidato a lui. Strani comportamenti dei vicini e del marito durante la sua gravidanza, portano Rosemary a sospettare che ci sia pericolo per lei e per il nascituro. Infatti quando il bambino viene alla luce, con l’assistenza della vicina e del marito, a Rosemary viene detto che è nato morto, ma sarà un caso a farle scoprire di essere stata vittima di una messa nera durante la quale è rimasta incinta e che il figlio, non proprio umano, è vivo: è stato l’oggetto di scambio per il successo del marito. Rosemary è scioccata ma è pur sempre una madre per cui, umano o demonio, quello nella culla è suo figlio e accetterà di prendersene cura.
Questo è forse il più famoso dei film di Polanski e quello che ha avuto più successo; infatti si può considerare uno dei migliori horror psicologici. La storia, narrata tutta dal punto di vista di Rosemary, si snoda attraverso gli stati d’animo della protagonista che dalla gioia serena di giovane sposa passa all’inquietudine, all’ansia e alla vera e propria paura paranoica. Tutto ciò è dettato dai sapienti dettagli della scenografia, dall’azione registica e dalla recitazione di una Mia Farrow che, anche dal punto di vista del look, ci mostra una donna che si trasforma progressivamente in senso fisico e psichico fino allo straordinario finale.
La nona porta
La nona porta è un film del 1999 tratto dal romanzo “Il club Dumas” dello scrittore spagnolo Arturo Perez-Reverte, diretto da Roman Polanski. Gli interpreti principali sono Johnny Depp ed Emmanuelle Seigner.
Dean Corso è un commerciante di libri antichi e rari che viene incaricato da un ricco collezionista, Balkan, di verificare l’autenticità di un’opera in suo possesso: “Le nove porte del regno delle ombre”. L’opera sarebbe la trascrizione del 1666 di un certo Aristide Torchia di un libro scritto da Satana stesso. Nel libro vi sono nove xilografie originali che si crede contengano il segreto per evocare Lucifero. Poiché di questo testo ne esistono altre due copie, Balkan vuole che Corso confronti pagina per pagina la sua copia con le altre per individuare le immagini originali. Il viaggio di Corso in Europa è accompagnato da diversi omicidi ed eventi oscuri e dalla ripetuta comparsa di una donna misteriosa che lo affianca durante tutto il cammino.
La nona porta rappresenta un percorso esoterico verso l’illuminazione che in questo caso è rappresentata dalla luce di Lucifero. Una ricerca inconsapevole della conoscenza attraverso le missioni indicate dalle nove xilografie, missioni assistite dalla donna misteriosa che assume le vesti quasi di una sacerdotessa. Il senso del film di Polanski è che Satana non è raggiungibile tramite sette e rituali, ma solo dalla mente dell’uomo. Un film forte, non facilmente classificabile in uno specifico genere in quanto porta in sé vari aspetti: thriller, noir, horror ed esoterismo. Si lascia guardare per la storia avvincente, ma non bisogna tralasciare il suo reale contenuto.
L’avvocato del diavolo
L’avvocato del diavolo è un film del 1997, diretto da Taylor Hackford. Gli attori principali sono Al Pacino, Keanu Reeves e Charlize Theron.
Il film racconta di un giovane e rampante avvocato di nome Kevin Lomax che, a causa di una discutibile vittoria per aver fatto assolvere un professore molestatore di minorenni, viene assunto da un importante studio di New York. Inizia così la scalata al successo guidata dal capo dello studio, John Milton, uomo affascinante e inquietante al tempo stesso. Ma mentre Kevin è sempre più impegnato nel suo lavoro, la giovane e bella moglie Mary Anne passa dalla depressione alla paranoia. L’arrivo in città della madre di Kevin sarà causa di un trauma per il protagonista: la donna gli rivelerà che John Milton è in realtà suo padre e quando egli deciderà di affrontarlo scoprirà che la sua natura non è umana.
L’avvocato del diavolo, a volte classificato come thriller giudiziario, è in realtà un misto di generi dove non manca anche un po’ di horror. Al Pacino è come sempre superbo: il suo sguardo e la sua risata riescono davvero ad essere “satanici”. Il nome di John Milton fa riferimento all’autore del paradiso perduto di cui nel film ci sono alcune citazioni. Charlize Theron, sempre bellissima, in questa pellicola è l’immagine della bellezza e innocenza che si contrappone al resto dei personaggi e ci offre una delle sue performance migliori. Una curiosità: alcune scene sono state girate nell’appartamento del miliardario oggi presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Il violinista del diavolo
Il violinista del diavolo è un film del 2013 diretto da Bernard Rose. Gli interpreti principali sono il celebre violinista David Garrett e l’attore britannico Jared Harris.
La pellicola racconta tra realtà e finzione la vita del noto violinista e compositore italiano Niccolò Paganini. Ci troviamo agli inizi dell’Ottocento. Il giovane Paganini dissipa le sue energie e le sue finanze tra gioco d’azzardo e stupefacenti, triste del fatto che il suo pubblico non apprezzi il suo talento né tantomeno lo comprenda. Un giorno un misterioso impresario ed agente di nome Urbani gli offre un ambiguo contratto, assicurandogli la fama e il successo che tanto desidera. Come promesso dall’oscuro impresario, in breve tempo il giovane è acclamato in tutta Europa e anche il debutto a Londra, nuova capitale del mondo, non tarda ad arrivare. Qui, l’attrazione di Paganini verso una giovane donna mette in agitazione Urbani, che teme di perdere l’influenza che ha sul suo protegé, così inizia ad elaborare un piano diabolico…
Il nome del violinista genovese era sinonimo di scandali e di depravazione, aspetto che, legato al suo virtuosismo anticonvenzionale, aveva spinto la gente dell’epoca ad additarlo come adoratore del demonio. Partendo da tutte queste storie il regista Bernard Rose sviluppa la storia affiancando ai fatti storici una narrazione a tratti fantastica ed è così che crea una sua personale versione del Doctor Faust di Marlowe. Benché nel film Urbani non compaia mai come un vero e proprio diavolo e non faccia mai uso di strane capacità, il regista inserisce svariate scene in cui ci fa dubitare dell’effettiva umanità del personaggio: basti pensare a quella che mostra il primo incontro tra Urbani e Paganini, in cui quest’ultimo, per permettere al primo di varcare la soglia della sua stanza, deve invitarlo tre volte a entrare. Ma oltre all’aspetto riguardante il diavolo, il film è anche un’interessante riflessione sul talento e il culto della celebrità. Per interpretare un artista come Paganini non sarebbe stato possibile scegliere un attore qualsiasi, al contrario bisognava trovare un violinista all’altezza del personaggio storico, non sorprende quindi che la scelta sia ricaduta su David Garrett: una superstar a livello internazionale con un vasto repertorio di musica rock adattato all’orchestra e più di 2 milioni e mezzo di dischi venduti! Oltre che interprete principale Garrett è anche autore della colonna sonora del film. Le sue performance all’interno della pellicola portano la narrazione ad un altro livello. Uno degli obiettivi del regista era quello di raccontare Paganini come l’antesignano di ogni rockstar e Garrett, con i suoi capelli lunghi, i suoi occhialetti tondi e il suo sguardo allucinato, ci è riuscito benissimo!
Il piccolo diavolo
Il piccolo diavolo è un film del 1988 diretto da Roberto Benigni. La pellicola è stata presentata nella Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes nel 1989. Gli interpreti sono lo stesso Benigni e Walter Matthau.
La trama è basata sulla fuga dall’inferno di un giovane diavolo che, annoiato dalla solita vita e attratto dalla novità, possiede la prima persona che gli capita a tiro e arriva sulla terra. La donna viene portata da un sacerdote, padre Maurizio, che la esorcizza e riesce a cacciare il demone ma questo, sprovveduto com’è, rimane in canonica nudo e più che mai deciso a stare attaccato al povero esorcista la cui vita è già complicata da dubbi e da una relazione sentimentale corrisposta con la bella Patrizia. Il sacerdote, non potendolo rimandare da dove è venuto, è costretto a giustificarne la presenza facendolo passare per un suo nipote, ma questo strano nipote gli combinerà non pochi disastri.
Il piccolo diavolo è stato un film di successo più di pubblico che di critica, infatti a suo tempo le principali testate non si profusero in molti elogi sulla struttura della pellicola né sulla trama, ma le espressioni positive furono solo per il Benigni attore più che per il Benigni regista. In realtà il film piacque per la sua originalità e per l’improbabile connubio Matthau-Benigni, uno moderato e impassibile con una comicità consolidata da anni di cinema americano, l’altro esuberante e incontenibile come sempre. Le gag si susseguono durante tutto il film, vivaci soprattutto nella prima metà, mentre nella seconda si rallenta ma è comunque una pellicola che fa trascorrere due ore spensierate in compagnia del nostro Roberto nazionale. Al suo fianco, come al solito, una inedita Nicoletta Braschi nella parte di un’affascinante diavolessa inviata sulla terra per ricondurlo all’ovile.
Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo
Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo è un film del 2009 scritto e diretto da Terry Gilliam. E’ la quattordicesima pellicola del regista britannico e segna l’ultima interpretazione di Heath Ledger, morto nel gennaio 2008. Il film è stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes. Gli attori principali sono Christopher Plummer, Heath Ledger, Lily Cole, Andrew Garfield, Varne Troyer e Tom Waits, ma nel cast figurano anche Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, intervenuti a seguito della morte di Ledger per sostituirlo nelle scene mancanti.
Il dottor Parnassus, millenario personaggio dagli straordinari poteri, viaggia per il mondo alla guida del suo “Imaginarium”, una sorta di fiera itinerante che offre ai suoi spettatori la possibilità di vivere esperienze fantastiche che travalicano la realtà grazie ad uno specchio magico. Parnassus è anche in grado di guidare l’immaginazione del prossimo grazie ad un patto che ha fatto con un uomo misterioso chiamato Mr. Nick, che altri non è se non il Diavolo in persona. In cambio di questo prodigioso potere Parnassus gli ha promesso che, se mai avrà una figlia, lui ne consegnerà l’anima al compimento del sedicesimo anno d’età. La bella Valentina, figlia di Parnassus, ha ormai sedici anni e Mr Nick è pronto a riscuotere il suo premio ma il dottore, che conosce il Diavolo come le sue tasche, è convinto di riuscire a ingannarlo coinvolgendolo in un’altra scommessa con una posta in gioco ancora più alta. Per vincere, Parnassus ha un asso nella manica: Tony, un giovane seducente e dal passato misterioso che si è invaghito di Valentina.
Gilliam è stato sempre definito come “regista visionario” e anche in questo caso, nonostante l’esperienza visiva assuma una rilevanza primaria, “Parnassus” riesce anche a coinvolgere il cuore perché è un film che, oltre alla tematica faustiana, pone alla sua base il tema dei drammi e dei sentimenti umani: racconta delle scelte che si è costretti a prendere nella vita, delle loro conseguenze, della natura ambivalente delle cose e soprattutto dell’amore sotto varie forme. Non è un caso infatti che il luogo della “scelta” nel film non sia la realtà, bensì la dimensione onirica e inconscia, il mondo dell’immaginazione e quindi dei desideri. Il cast è incredibile: Plummer riesce a regalarci una delle sue performance più convincenti, l’allora esordiente Andrew Garfield è bravissimo come sempre e anche la modella Lily Cole è inaspettatamente credibile e capace! Tom Waits è favoloso, ha un grande appeal ed è assolutamente perfetto nella parte di un diavolo divertente e scanzonato, mentre Heath Ledger, venuto tragicamente a mancare durante le riprese, ci ha lasciato un’ultima strepitosa interpretazione, ricca di sfumature, supportata dalla presenza degli amici Depp, Law e Farrell, che lo hanno sostituito brillantemente grazie alla riuscita trovata del regista di colmare il vuoto dell’attore. “Parnassus” è anche e soprattutto un omaggio a Ledger, come recita il cartello che conclude la pellicola: “Questo film è di Heath Ledger e dei suoi amici”.