Alberto de Chirico (precedentemente Demian Savinio) è un personaggio… l’alter ego di Domiziano Cristopharo, oggi regista e performer che si forma come artista visivo prima presso un istituto d’arte con specializzazione in decoro ecclesiastico, proseguendo poi il percorso all’Accademia delle Belle Arti di Roma: è qui che, coadiuvato dalla fortuna di avere come insegnante Nato Frascà (con cui approfondisco discipline di “teoria della percezione” e “psicologia della forma”) sviluppo la mia vena Dadaista realizzando collages, poesie “merz” derivate dalle idee di Schwitters ed i suoi ready-made, con una concettualità che sarà la base del mio approccio con il linguaggio estetico e cinematografico basato sul: tutto è nuovo e tutto ridiventa nuovo.
L’iniziale tecnica del collage attraverso il manuale ritaglio ed incollaggio di immagini preesistenti, cede con gli anni il posto ad immagini realizzate appositamente, e assemblate digitalmente con software di computer grafica per ottenere un effetto quanto più vicino al realistico, ma senza mai rinunciare ad una artigianalità che ritrovo nell’uso body painting e nell’allestimento scenografico.
La tecnica oggi e’ il Light Painting, che significa – letteralmente – “dipingere con la luce“, e non è un caso che fosse tanto amata dal pittore Picasso: Il light painting infatti prevede di utilizzare le fonti di luce esterne su lunghe esposizioni, manovrate come un pennello per produrre effetti su una fotografia già in fase di scatto.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue foto?
Affronto varie serie e tematiche, quindi ognuna esplora un mondo diverso… sto attualmente portando in giro 2 mostre: una dedicata a una mia interpretazione delle figure circensi (cupa e sensuale) e l’altra… quella di cui credo ti interessa parlare, dedicata al mondo del Fetish, che qui a Gran Canaria ho avuto modo di esplorare più da vicino.
Come dice anche il titolo del libro, la mia visione del Fetish esplora la componente glamour e fashion di uno stile di vita “estremo” che oggi contamina anche la moda di coloro che con le pratiche fetish spesso han poco a che vedere: basti pensare che gli Harness erano stati un “must” di Versace e Moschino, sdoganati perfino sul red carpet grazie ad Adam Rippon (che ne aveva indossato uno alla notte degli Oscar) e che ora sono tornati in versione couture da indossare sulla camicia classica.
Su cosa ti sei basato per la scelta dei modelli?
Io non scelgo i modelli in base alla loro prestanza o bellezza… mai. Non mi baso su età, forma fisica, altezza o professione; i miei modelli per lo più, nella vita fanno tutt’altro e spesso sono alla loro prima esperienza davanti la macchina fotografica. Mi baso in primis sul viso, sulla profondità del loro sguardo, sulla storia che possono raccontare. In secondo luogo, scattare foto e’ una condivisione… e’ un momento che non posso condividere col primo che arriva o con persone sciocche o capricciose. E’ tempo della mia vita che passa, e preferisco passarlo al meglio, non solo creando ma anche costruendo nella memoria una esperienza da ricordare oltre le foto: senza feeling, non si racconta nulla.
Da un paio di anni ti sei trasferito alle Canarie e lì produci molto di più. Hai trovato differenze sul modo di percepire il contesto Gay Leather, rispetto all’Italia?
All’estero onestamente, e tristemente… si trovano differenze in tutto, non solo nel contesto Gay o Leather (o gay/leather).
Ho vissuto e lavorato in Kosovo per anni, viaggiato fra USA, Francia e Spagna… e che devo dire… non ho rimpianti di aver lasciato il belpaese; purtroppo in Italia c’e la diffusa convinzione di essere i migliori al mondo, di vivere nella meta più’ ricercata e invidiata… ma non e’ così. Perfino in Kosovo ho trovato più’ rispetto per il prossimo, per le sue scelte personali (dai gusti sessuali, ai tatuaggi all’abbigliamento), che in Italia… nonostante in Kosovo siano Musulmani e in uno stato con poca autonomia.
L’abbigliamento leather può essere uno stile di vita quotidiano oppure è indissolubilmente legata alla dominazione e al sesso?
Oggi, l’abbigliamento fetish è indossato in egual misura da uomini (gay e non) e da donne: li vediamo nei sex club, feste, sfilate di Pride e agli incontri piccanti, ma alcuni incorporano gli indumenti di pelle e gli Harness anche nella loro routine quotidiana. Questo fa capire come tale tipo di abbigliamento e accessorio venga oggi oramai usato senza più taboo, ma sempre per lanciare chiari segnali: dal mostrarsi come una persona dalla “mentalità aperta”, fino a stuzzicare l’appetito sessuale o… semplicemente solo per seguire la moda.
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