Anche quest’anno, come da consueto (sebbene con qualche variazione per via dell’emergenza Covid-19), si è svolto la cerimonia di premiazione dei David di Donatello, giunta alla sua sessantacinquesima edizione. Come sappiamo, quello dei David è un prestigiosissimo premio cinematografico in cui il Cinema italiano trova la sua celebrazione. A tal proposito, oggi, nella data della sua nascita, è doveroso ricordare e rendere omaggio a uno dei principali maestri del grande schermo, Ettore Scola, il quale, non a caso, negli anni ’80, vinse ben cinque David di Donatello e nel 2011, invece, fu omaggiato con quello alla carriera.
Il maestro nacque a Trevico, in provincia di Avellino, proprio il 10 maggio del 1931 e, successivamente, si trasferì a Roma, dove frequentò il liceo classico e la facoltà di Giurisprudenza. Dopo la scrittura di testi per trasmissioni radiofoniche e televisive, il giovane iniziò la carriera sceneggiando varie commedie insieme a Age e Scarpelli, tra cui ricordiamo “Un americano a Roma” (1954), “Totò nella luna” (1958), “La grande guerra” (1959), “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi” (1960) e “Il Sorpasso” (1962). L’esordio alla regia, invece, arrivò con “Se permette parliamo di donne” (1964), in cui il ruolo protagonista fu interpretato da Vittorio Gassman. In un episodio di “Thrilling” (1965), il regista lavorò, per la prima volta, con Nino Manfredi, mentre in “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” (1968), diresse anche Alberto Sordi.
Al principio degli anni ’70, Scola realizzò “Il commissario Pepe” (1969) e “Dramma della gelosia” (1970). Tuttavia, la sua consacrazione giunse “C’eravamo tanto amati” (1974), un film con il quale offrì uno spaccato su trent’anni di storia italiana, dal 1945 al 1975, attraverso tre grandi amici: l’avvocato Gianni Perego (interpretato da Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e Nicola l’intellettuale (Stefano Satta Flores), tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli).
Nel 1976, il regista girò “Brutti, sporchi e cattivi”, seguito, l’anno successivo da “Una giornata particolare”, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Sempre nel ’77, inoltre, egli firmò ben sei episodi de “I nuovi mostri”.
Nel 1980, arrivò il momento de “La terrazza”, che vide la partecipazione di Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant e Marcello Mastroianni. Quest’ultimo, poi, fu presente pure ne “Il mondo nuovo” (1982) e in “Maccheroni” (1985), insieme a Jack Lemmon.
Altre pellicole sicuramente da menzionare, in aggiunta, sono “La Famiglia” (1987) e poi, con il contributo di Massimo Troisi, “Splendor” (1988) e “Che ora è” (1989)
Nel 1998, Scola realizzò “La cena”, con Stefania Sandrelli, Fanny Ardant e Gassman, mentre agli inizi degli anni 2000 arrivarono “Concorrenza sleale”, con Diego Abatantuono, Sergio Castellitto, Gerard Depardieu e “Gente di Roma”, commedia/documentario con Stefania Sandrelli, Arnoldo Foà, Valerio Mastandrea e Sabrina Impacciatore.
Il regista morì, all’età di 84 anni, il 19 gennaio 2016 a Roma. Maestro del cinema italiano, di fama internazionale, Ettore Scola è stato, senza ombra di dubbio, uno dei più grandi narratori dell’Italia del dopoguerra, capace di mettere d’accordo pubblico e critica. Egli, come si evince dalla trattazione sopra esposta, ha diretto alcuni dei più grandi capolavori del nostro Cinema, collaborando con i migliori attori nostrani degli anni ’60, ’70 e ’80. Nelle sue pellicole, contraddistinte da acutezza, ironia e un pizzico di malinconia, potremo trovare incastonato, per sempre, un pezzo della nostra storia.