Era il 12 Gennaio 1817,quando con queste parole Stendhal commentava la seconda inaugurazione del Teatro San Carlo di Napoli: “Non c’è nulla in tutta Europa che non dico si avvicini a questo teatro,ma ne dia la più pallida idea. Gli occhi sono abbagliati,l’anima rapita“. Ma dobbiamo fare un passo indietro nel tempo per parlare della prima inaugurazione del teatro più antico d’Europa e vanto della nostra bella città.Era il 4 Novembre 1737,il giorno dell’onomastico di Carlo di Borbone.La costruzione del teatro fu fatta a tempo di record, solo otto mesi di lavoro ed è firmato dall’architetto Giovanni Antonio Medrano e dal celebre costruttore Angelo Carasale. Arcoscenico del teatro è sovrastato dallo stemma del Regno delle Due Sicilie e i colori ufficiali della casa Borbonica,l’azzurro,addobba finemente l’intero teatro (Colore che poi fu sostituito con il rosso,dopo l’unità d’Italia e allo stemma fu sovrapposto quello sabaudo). Nato 41 anni prima della Scala di Milano e 51 anni prima della Fenice di Venezia,l’inaugurazione di quel 4 Novembre fu affidata a “Opere serie”,con l’opera “Achille in Sciro” del Metastasio musicata da Domenico Sarro che ne diresse l’orchestra. Da ricordare che la parte di Achille fu affidata ad una donna,Vittoria Tesi,detta “la Moretta”,affiancata da Anna Peruzzi,detta “La Parrucchierina”,prima donna soprano e dal tenore Angelo Amorevoli. Come era ovvio il successo superò i confini del Regno napoletano e la città divenne,in breve tempo,capitale della musica Europea. Come oggi per un cantante,suonare negli stadi è il traguardo massimo,per l’epoca il nostro San Carlo era il traguardo massimo a cui aspiravano i grandi musicisti dell’epoca,da Johann Hasse a Haydn,da Back a Gluck!Anche i più importanti cantanti dell’epoca passarono per questo teatro,come non ricordar Lucrezia Anguiari,Caterina Gabrielli o il celeberrimo Farinelli! Abbiamo introdotto il San Carlo con le parole di Stendhal,parlando della seconda inaugurazione,questo perchè nella notte del 12 Febbraio 1816,un incendio distrusse completamente il teatro,la tragedia fu su tutte le principali pagine dei giornali di tutto il mondo. Ferdinando I,però,sei giorni dopo la sciagura,non si perse d’animo e incaricò Antonio Niccolini,noto architetto toscano,di ricostruire il tutto! E fu così che in trecento giorni il San Carlo fu completamente ricostruito,la sala fu ampliata con l’aggiunta di poltrone e l’acustica ulteriolmente migliorata.Le decorazioni furono rinnovate con opere di Guerra e Maldarelli e il soffitto che ancora oggi è possibile ammirare fu dipinto da Giuseppe Cammarano. Sempre Stendhal si espresse così “Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ha ricostruito il San Carlo!” Non ci dilunghiamo oltre,di aneddoti e storie ne potremmo riempire di pagine,di volti noti che hanno solcato questo palco non troveremmo il tempo e lo spazio necessario per elencarli tutti. Possiamo solo dire,con ferma certezza,che fra le sue poltrone e le sue sale,è passata senza ombra di dubbio la storia di Napoli e dell’Italia.