Artemisia Gentileschi è un’icona simbolo del femminismo, una donna che si è ribellata allo stupro subito portando il proprio carnefice in tribunale. Ma per tutta la vita fu al centro di polemiche e pettegolezzi.
Nata a Roma nel 1593Artemisia Gentileschi era figlia di Orazio, pittore dell’epoca e amico di Caravaggio. La giovane donna intraprende la carriera del padre, frequentando molti artisti.
la sua vita non fu affatto semplice. A soli 12 anni, dopo la morte della madre, divenne la “donna di casa”. Dopo qualche anno ella si avvicina a Tuzia che entra in casa Gentileschi come coinquilina e ne diviene amica inseparabile. A soli 17 anni realizza il primo dipinto “Susanna e i vecchioni”, dove si intravede il realismo di Caravaggio e le forme dei Carracci.
La vita e il successo di Artemisia però sono offuscati da un terribile scandalo che la segna profondamente. Un giorno Agostino Tassi, pittore e amico del padre, riesce ad approfittare di lei con la compiacenza di Tuzia nonostante i rifiuti di Artemisia.
La ragazza viene stuprata a 18 anni. Orazio denuncia il fatto alle autorità dopo circa un anno. Un processo per stupro, all’epoca, segna il disonore di Artemisia che da quel momento in poi, nonostante sia una vittima, viene considerata una poco di buono. Il processo si trasforma in una farsa quando si parla di matrimonio riparatore, ma Tassi è già sposato. La povera giovane viene torturata fisicamente dalla Sibilla: le sue mani erano strette a delle corde e delle viti a testa piatta le schiacciavano le dita ferendo gravemente le sue mani.
Con questa tortura Artemisia avrebbe rischiato di perdere l’uso delle dita, un dramma per una pittrice come lei, ma nonostante i dolori, non ritratta la sua deposizione, rispondendo:“ è vero, è vero tutto quello che ho dichiarato”.
Ma il suo onore è perso per sempre: viene accusata di rapporti incestuosi con il padre, e nell’aprile del 1610, Tarzia ,quella che doveva essere la sua amica, portò una testimonianza sorprendentemente svantaggiosa per Artemisia, descrivendo i liberi costumi della pittrice
Dopo il processo, Artemisia viene costretta a lasciare Roma e a sposare un artista fiorentino Pierantonio Stiattesi. Un matrimonio di facciata, tanto per mettere a tacere le malelingue.
Dopo le nozze si trasferì a Firenze ed è la prima donna ammessa all’accademia delle arti del disegno. Nel 1621 lascia il marito e torna a Roma con le due figlie, ma non ha il successo che spera. Si trasferisce a Napoli dove finalmente trova il suo equilibrio seguendo lo stile di Caravaggio e dove muore nel 1653.
Tra le sue opere più importanti troviamo