Nella giornata degli zero a zero anche il Napoli si adegua e non riesce ad andare oltre il risultato ad occhiali nel match interno contro la Fiorentina: le due partite in casa consecutive che, nei sogni di tutta Napoli, potevano significare uno strappo importante al campionato, hanno invece portato la miseria di un punto con zero gol realizzati. Quest’ultimo è il dato più significativo sul rendimento recente della squadra di Sarri: l’ultimo gol su azione risale alla gara di Champions contro lo Shaktar. Certo la mancanza di alternative, gli infortuni dei lungodegenti Ghoulam e Milik, l’indisponibilità di Lorenzo Insigne sono tutti fattori che non aiutano, ma l’imprecisione e l’impotenza mostrata dal Napoli nelle ultime gare è evidente. Siamo certi che si tratta di una fase transitoria, gli azzurri torneranno a mostrare il consueto bel gioco, intanto è importantissimo restare aggrappati, con le unghie e con i denti, alla vetta della classifica, oggi appannaggio dell’Inter con un punto di vantaggio sui partenopei.
La gara di ieri ha messo in luce i limiti citati in modo piuttosto evidente, spesso nel primo tempo: Zielinski nei panni di Insigne è un’idea e poco più, Hamsik, orfano dei suoi compari sembra ancora più decadente di quanto realmente dimostri, Mario Rui mostra buone cose in fase difensiva ma si vede poco un fase di appoggio; dall’altro lato Callejon è il fantasma di se stesso, Hysaj non ha nè il piede nè la forza per trascinarlo e il solo Allan tiene in piedi un reparto in cui anche Jorginho appare in debito di ossigeno. Regge invece la difesa, ormai granitica attorno a Koulibaly ed Albiol: l’impermeabilità del reparto appare l’unica notizia veramente buona in questo momento e, a nostro avviso, il sostegno cui aggrapparsi in attesa di tempi migliori.
Nel primo tempo occasioni per gli azzurri non se ne vedono, a parte un tiraccio di Jorginho servito da Mertens: i toscani invece si fanno vedere un paio di volte pericolosamente dalle parti di Reina che risponde bene, soprattutto sul Cholito Simeone, attaccante bravo e capace di tener palla anche se talvolta troppo tendente alla caduta facile.
Nella ripresa si rivede, seppur a sprazzi, qualche giocata da vecchio Napoli; il merito principale è di Allan che ora canta e porta la croce: prima serve Zielinski con un passaggio in profondità maltrattato dal polacco con un tiraccio in curva a, poi recupera la palla che serve a Callejon, la stessa arriva ad Hamsik (tornato su livelli di decenza nella seconda frazione) che calcia di prima dando solo l’illusione ottica del gol. Sempre da un’incursione del brasiliano la seconda grande occasione per Zielinski che, servito da Mertens, colpisce il palo. L’ultima palla gol capita ancora a Mertens e ancora su progressione rabbiosa del numero 5 napoletano: il belga calcia malissimo addosso a Sportiello. Servono forze fresche, ed ecco che Sarri lancia (finalmente e tardivamente) in campo Ounas e Rog, giovani e vogliosi. Escono Zielinski e, incedibilmente, Allan! Succede ben poco fino alla fine, la Fiorentina spende l’ultima parte di gara accontentndosi del pari e chiudendosi; il risultato non cambierà, lasciando l’amaro in bocca per una partita giocata male ma che con un pò di freddezza in più sotto porta si poteva anche vincere.
Restano dunque secondi gli azzurri, nulla è perduto e la strada è ancora lunga: tornare alla vittoria è necessario per non perdere contatto con la vetta dato che il prossimo turno vedrà il Napoli impegnato a Torino mentre l’Inter ospiterà l’Udinese in casa.