Da qualche settimana la Campania è la regione che registra più casi di positività al coronavirus, ormai più di 400 ogni giorno; per questo motivo il governatore Vincenzo De Luca ha disposto il “coprifuoco” della movida. Bar, gelaterie, pasticcerie ed altri esercizi similari dovranno essere chiusi, con decorrenza immediata e fino al 20 Ottobre 2020, dalle ore 23 alle ore 6 del giorno successivo, dalla Domenica al Giovedì, e dalle ore 24 alle ore 6 del giorno successivo il Venerdì ed il Sabato. A ristoranti, pizzerie, pub ed altri esercizi similari è fatto obbligo di accettare l’ultimo ingresso dei clienti alle ore 23 per l’intera settimana, mentre le consegne a domicilio sono consentite senza limiti di orario. Resta confermato l’obbligo, su tutto il territorio regionale, di indossare la mascherina anche nei luoghi all’aperto, durante l’intero arco della giornata, a prescindere dalla distanza interpersonale. Confermate anche tutte le disposizioni relative alle misure di sicurezza obbligatorie, prescritte per titolari ed utenti di esercizi commerciali, culturali, ricreativi o comunque aperti al pubblico, ivi compreso l’obbligo di porre a disposizione, all’ingresso e all’interno dei locali, soluzioni idroalcoliche igienizzanti e di subordinare l’ingresso da parte degli utenti all’avvenuta igienizzazione delle mani e alla protezione delle vie respiratorie attraverso l’uso della mascherina.
“Con queste ordinanze consegneremo a breve molti esercizi commerciali alla mafia”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a Rainews24 commentando l’ultima ordinanza di Vincenzo De Luca. “Chiudere ristoranti e locali alle 23 non ha nulla a che vedere con la movida – ha affermato – perché la movida ha altri tipi di locali, di luoghi e di contesti. Tra l’altro l’aumento dei contagi a Napoli non deriva per nulla da comportamenti all’aperto. Dopo tanti mesi non mi sembra che siano stati fatti molti passi in avanti sulla tutela sanitaria dei cittadini napoletani e campani, ed invece si scarica sempre la responsabilità sul ragazzo che sta fuori scuola, sul ristoratore e sul pizzaiolo, che vengono considerati un pericolo per la diffusione del contagio”.
Dall’atteggiamento restrittivo del presidente De Luca prende le distanze anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che afferma: “Prudenza sì, mascherina sì, ma sono personalmente contrario alla chiusura di attività economiche, se qualcuno proporrà la chiusura di bar, ristoranti, teatri e musei, i governatori della Lega diranno no. Va bene la prudenza, però tornare indietro sarebbe un segnale devastante”. Intanto l’ospedale Cotugno di Napoli ha già esaurito tutti i posti letto e si teme ciò che potrebbe succedere se la gravità della situazione dovesse tornare ai livelli di Marzo ed Aprile.
Dopo giorni di trattativa con le Regioni, il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, dal canto suo annuncia che “non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali, né di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco”. Con questa precisazione, Giuseppe Conte intende tranquillizzare gli italiani. Ma che l’allarme a Palazzo Chigi sia reale lo conferma la bozza della NaDef (nota di aggiornamento al Def) che è sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Nel paragrafo dedicato ad un possibile scenario avverso della pandemia in Italia si legge che “qualora la ripresa dei contagi dovesse aggravarsi sensibilmente negli ultimi mesi del 2020 con conseguente sofferenza del sistema ospedaliero, il governo sarebbe costretto a reintrodurre chiusure selettive in alcuni settori e misure di distanziamento sociale”. La situazione Covid-19 in Italia sta peggiorando e non si può negare, lo dicono i dati, le prime restrizioni ed il clima generale. I contagi sfiorano quota 3.000 da qualche giorno, per questo motivo il governo sta per correre ai ripari con un nuovo decreto valido dal 7 ottobre e che, in sintesi, proietterà l’Italia verso un mini lockdown. Cosa quindi cambierà con il nuovo DPCM? Ci saranno novità sulle multe per chi non rispetta le regole anti contagio, ma anche la decisione di chiedere al Parlamento una proroga dello stato di emergenza fino 31 gennaio 2021. Pare che arriverà perfino l’esercito ed i controlli, per espressa richiesta del Viminale, saranno sempre più stringenti. Preoccupano tanto anche gli affollamenti riscontrati sui mezzi di trasporto pubblico, inadatti a fornire un servizio all’utenza sicuro ed efficiente in molte regioni italiane. Un altro fattore, che sarà da considerare, è inerente alla limitazione del pubblico per gli spettacoli al chiuso, e quindi nei cinema e nei teatri. L’Agis, Associazione italiana Generale dello Spettacolo, ha scritto al premier Conte ed al ministro Franceschini sottolineando che il settore è già in ginocchio a causa della pandemia e chiedendo di tenere conto “della reale capienza delle sale e della possibilità di una maggiore presenza, nel rispetto del distanziamento previsto”.