L’emergenza Coronavirus, ormai, imperversa da un anno. Era la sera del 9 marzo del 2020 quando il primo ministro Giuseppe Conte, per arginare la diffusione del contagio, annunciava agli italiani il primo lockdown totale, ovvero che tutto il Paese si sarebbe fermato, tranne per i servizi essenziali. Purtroppo, come sappiamo, la luce in fondo al tunnel sembra essere ancora piuttosto lontana, soprattutto per via dei rallentamenti nelle somministrazioni dei vaccini. Chiaramente, al di là di tutte le drammatiche conseguenze sul piano dell’affaticamento del sistema sanitario e, principalmente, in termini di perdite di vite umane, la pandemia, per via delle chiusure che ne sono scaturite, ha inevitabilmente generato un impatto devastante sulle attività commerciali e ristorative e su tutta una serie di professioni, come quelle legate allo spettacolo. A tal riguardo, anche a Napoli, come per gran parte dei teatri di tutta Italia, lunedì sera, le sale del Bellini, del Mercadante, del San Carlo e dell’Augusteo hanno riacceso le luci delle facciate e dei foyer, in vista di una riapertura che si avrà, forse, solo dopo Pasqua – a dettare la ripartenza, del resto, sarà sempre l’andamento della curva del contagio che speriamo vivamente possa appiattirsi nel più breve tempo possibile -. L’iniziativa, chiamata “Facciamo luce sul teatro”, è stata organizzata da UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) come segnale di speranza per artisti, operatori, tecnici e maestranze in difficoltà.
Nelle scorse ore, in aggiunta, non sono mancate proteste in strada pure nel capoluogo campano. Molti attivisti e lavoratori del mondo dello spettacolo del Coordinamento Arte e spettacolo Campania, infatti, hanno occupato via Cristoforo Colombo davanti al Molo Beverello, nei pressi del teatro Mercadante dove, come concordato, si stava svolgendo la manifestazione del settore. I lavoratori hanno fermato per circa venti minuti il traffico automobilistico proveniente da via Acton, occupando la strada con un grande striscione con la scritta “Il lavoro non è un favore”. Il blocco è stato sciolto senza problematiche con le forze dell’ordine e i manifestanti si sono sposati davanti a un altro luogo simbolo, ovvero l’Accademia di Belle Arti.
C’è stata, poi, anche un’iniziativa della Cgil davanti al San Ferdinando dove si sono riunite oltre 150 persone per far sentire la loro voce. “Quello dello spettacolo è un settore in ginocchio: ci sono lavoratori, artisti, tutto un mondo che non ce la fa più. Credo sia necessario intervenire subito. Hanno fatto bene ieri i teatri, simbolicamente, ad accendere le luci per ricordare che occorre ridare vitalità a questo settore. Credo che il governo debba mettere mano alle misure di sostegno: non solo ammortizzatori sociali, che sono necessari perché ci sono migliaia di famiglie in difficoltà, ma programmare una ripresa in sicurezza degli spettacoli. Il mondo del cinema e il mondo del teatro sono laboratori di cultura e rappresentano il simbolo di un Paese che vuole riprendere gradualmente la sua vita”. Queste le parole, riportate su la Repubblica, del segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci.
Esprimiamo, ovviamente, massima solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori delle arti e dello spettacolo e non possiamo che augurarci che Napoli, come tutto il Paese, possa finalmente ripartire da quello che, già a prescindere da tutto, dovrebbe tornare ad essere il suo motore trainante e il suo cuore pulsante: la cultura.