“Poco tempo fa sono venuto a conoscenza della terribile realtà dei levrieri spagnoli (galgos) che vengono torturati e uccisi nel momento in cui non sono più performanti per la caccia alla lepre, considerata in Spagna addirittura uno sport. Ho voluto partecipare alla campagna di sensibilizzazione di questa causa sostenendo Insieme per FBM Odv organizzazione di volontariato italiana no-profit che affianca a sua volta la Fundación Benjamín Mehnert il grande rifugio di Siviglia che recupera, cura e accoglie le creature abbandonate e ferite.
Queste attività con i levrieri, nel Paese iberico, sono purtroppo legali e autorizzate perché legate a vecchie tradizioni.
Insieme a volontari e ad alcuni levrieri, che grazie alle associazioni hanno iniziato una nuova vita, ho trascorso un giorno intenso a Villa Foscarini Rossi, una bellissima location di Stra (Venezia) dove ho danzato con queste anime magiche.
Ho ascoltato storie, accarezzato il dolore dei Galgos ancora sotto la pelle e in fondo agli occhi di ognuno di loro.
Oggi vi racconto questa realtà per chiedervi di provare a riscrivere con me il loro futuro.”
Queste le parole del famoso e sensibile ballerino Kledi Kadiu su Facebook dopo la performance di un paio di settimane fa accompagnate dalle emozionanti fotografie di Matteo Danesin fotografia.
Ma perché proprio i Galgos?
Una cosa di cui dobbiamo essere a conoscenza è che i levrieri sono tra le razze più antiche, infatti non sono state “create” dall’uomo, ma si erano sviluppate già all’epoca della Mesopotamia e nonostante il tentativo dell’uomo di “modificare” e “stravolgere” la natura si può dire che sono arrivati ad oggi quasi invariati.
Contrariamente all’immagine fredda e distaccata che questo splendido cane si porta dietro come retaggio culturale, si tratta invece di animali profondamente legati ai propri compagni a due zampe, sensibili e, nonostante la natura aereodinamica, pigri e pantofolai, amanti delle comodità casalinghe.
In particolare, il galgo, il levriero spagnolo è caratterizzato da discrezione e maestosità, si tratta di una razza talmente associata alla “nobiltà” che al popolo ne era vietato possederne.
Purtroppo tutte queste sue qualità gli rendono la vita molto difficile, in particolare l’essere un abile e velocissimo cacciatore; infatti essendo utilizzato per la caccia alla lepre e per le corse viene sfruttato al massimo dall’essere umano per poi essere “buttato via”.
Nella migliore delle ipotesi vengono abbandonati, quelli meno “fortunati” sono impiccati, decapitati, bruciati vivi o gettati nei pozzi.
È veramente troppo facile per queste creature passare da “figli del vento” a “cani del nulla”, visti come meri strumenti da utilizzare e poi eliminare.
Proprio per questo gli animalisti e gli artisti sensibili si stanno dedicando alla sensibilizzazione verso questa razza per far si che finalmente possa essere considerata, come tante altre, meritevole del calore di una casa e di una famiglia.