E quindi uscì a riveder le stelle è un libro di Andrea Castronovo, autore di Ravenna che debutta nelle librerie con una storia a tema LGBT. Protagonista è Tommaso, giovane del sud Italia che lascia la sua casa nella sonnolenta provincia e va a lavorare a Milano. Tommaso, come tanti altri ragazzi è stato vittima di bullismo ed omofobia, oltre a subire l’ostruzionismo emotivo dei parenti, interessati più a cosa pensa la gente del paese che al proprio figlio. Tommaso scappa, forse anche da se stesso, va sta a stare da Edo, l’amore della sua vita. Ma nulla scorre in modo giusto, presto sorgono i primi problemi. Tommaso è fragile, emotivo, si rifugia in se stesso e… forse ha un dono, il poter andare oltre l’umana percezione fino ad arrivare davvero a parlare con le stelle. Ma è davvero un dono il poter comunicare con altre dimensioni? Oppure è tutto nella sua testa?
Il libro fa nascere vari spunti di riflessione sull’amore, sui rapporti tra uomini e sulla fragilità psichica di chi non è forte come vorrebbe essere e si rifugia in mondi personali.
Uno spaccato drammatico sulla corsa alla normalità di un ragazzo come tanti che sogna l’amore, la stabilità e una famiglia tutta sua.
Seconda parte
Secondo te perché nel mondo LGBT i tradimenti e le scappatelle sono considerate normali?
Con questa domanda apri un argomento, a mio avviso, delicato quanto vastissimo. Anche qui i singoli punti di vista sono infiniti, quanto tutti rispettabili, anche se, sono portato a pensare, non per forza tutti condivisibili.
Innanzi tutto, io credo, anzi ne sono convinto, che le scappatelle siamo da sempre patrimonio non solo del mondo LGBT, quanto anche di tutto il resto degli abitanti del pianeta. Ma per diverse ragioni culturali non si dice, è peccato: la prima che mi viene in mente “non desiderare la donna d’altri”. Poi ci sono gli eccessi: stili di vita estremamente aperti (nei quali io non mi rispecchio, pur essendoci passato) che sembrano più un tentativo di esorcizzare la solitudine al posto di una espressione di un desiderio intimo e personale.
Io personalmente mi considero una persona molto curiosa di ogni esperienza, ma nel rapporto di coppia tendo ad essere possessivo (la mia metà siciliana si fa sentire appunto, tanto per parlare di retaggi culturali e luoghi comuni)e tollero la scappatella, non senza conseguenze, però non amo particolarmente che questo diventi uno stile di vita. Ma, ahimè,riguardo alle scappatelle, chi è senza peccato scagli la prima pietra, io compreso.
Il finale del libro-senza fare spoiler- è drammatico. Perché non hai dato almeno tu una possibilità a Tommaso?
Anche in questo caso, come mi piace pensare, è il lettore a decidere se si tratta di una maledizione o di una divina rinascita. Probabilmente, il romanzo letto con gli occhi di una persona che conosce quali vie percorrere per essere felice e in pace col mondo, può risultare un finale meno trionfante di altri, ma nella logica del protagonista e di tutta la storia, il senso di un amore trascendentale e assoluto è quello che prevarica, certamente non condivisibile, ma l’unico che fornisce la possibilità e l’importanza di continuare a interrogarsi sul significato del valore e del potenziale umano.
Quali autori preferisci nelle tue letture?
I grandi classici sono la mia passione e, per mia indole personale, continuo a preferire quelle storie che mettono al centro l’umanità e la trasformazione dei personaggi attraverso percorsi profondi di vita e di ricerca.
Per citarne alcuni: Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Hermann Hesse, Marguerite Yourcenar, fino ad arrivare a Jack London.
Ma ho adorato tantissimo romanzi che hanno trattato anche di altri temi, come quelli di Natalia Ginzburg, passando da Mary Shelley, Garcia Marquez, Isabelle Allende, David Leavitt e tanti altri.
Ammetto inoltre di avere un debole per la letteratura per ragazzi, libri che, per il loro target, per lo scaffale young-adult sul quale vengono collocati, o addirittura per lettori di età inferiore, difficilmente arrivano alla nostra attenzione se non spinti da un grande favore di pubblico che sfocia poi spesso nella realizzazione di film e storie per la TV.
Fra tutti, il libro che ho amato di più, e del resto come non amarlo: Il giovane Holden, di Jerome David Salinger.
Progetti futuri?
Nel cassetto, già quasi pronti, ho due progetti.
Il primo riguarda la pubblicazione di fiabe sul potenziale umano, destinate sia ai bambini quanto ai loro genitori. Retaggio di una lunga esperienza come coach umanista, e nato nell’intento di avvicinare i ragazzi alla conoscenza delle loro vocazioni.
Il secondo riguarda un’antologia di miei racconti. In questo ultimo periodo anche le case editrici hanno cambiato direzione, prima si spingeva esclusivamente sul romanzo come opera unica di un volume, oggi invece riscontro molte aperture anche nei confronti delle antologie, e questo a mio parere denota che il modo in cui si legge, sta cambiando.