Quando si sente parlare di strane colorazioni rispetto agli animali si pensa sempre a qualche photoshop o fake news… invece il fantomatico “delfino rosa” esiste!
Il nome scientifico è Inia Geoffrensis, Inia derivato da una voce indigena dell’america merdionale e Geoffrensis in quanto scoperto dal naturalista francese Geoffrey St. Hilaire nell’800, che ne portò un esemplare a Parigi.
Si tratta di un cetaceo diffuso nelle acque dolci dell’America Meridionale che può arrivare a misurare anche 3 metri di lunghezza.
La diffusione copre l’intero sistema fluviale del Rio delle Ammazzoni e l’Orinoco.
Differenze col “delfino di mare”
In realtà l’inia o bonto, e più genericamente tutti i delfini di acqua dolce appartengono ad una famiglia diversa rispetto ai delfini che vivono in mare; infatti quelli di acqua dolce appartengono ai Platanistidae, Pontoporiidae, Iniidae e Lipotidae (che si ritengono ormai quasi estinti rimanendone pochissimi esemplari), mentre quelli di mare sono appartenenti alla famiglia Delphinidae.
Hanno colorazioni, dimensioni, ma anche strategie di caccia e alimentazione differenti tra loro; ad esempio i delfini di fiume hanno una vista meno sviluppata di quelli di mare, affidandosi quasi completamente al biosonar o ecolocalizzatore; inoltre per gli sversamenti l’habitat dei delfini di acqua dolce è ancora più a rischio a causa del maggior inquinamento che rende meno popolato il loro territorio di caccia.
La pinna dorsale nell’inia si presenta come un gobba lunga e stretta, mentre le pinne caudali sono larghe e concave. I denti (da 24 a 34 su ogni lato di ciascuna mascella) si presentano acuminati e perforanti. La colorazione è variabile, infatti dipende sia dall’età che dall’ambiente nel quale vivono; i giovani sono, tendenzialmente, grigi e col dorso scuro e chiari sul ventre, gli adulti sono molto chiari (soprattutto quelli che vivono in acque più torbide), quasi bianchi con sfumature grige o blu
Perchè sono rosa
Le Inie possono avere anche colorazioni che vanno da rosa al rossastro (come il portoghese boto vermelho).
Il colore, però, non è dovuto ad una diversa pigmentazione, ma alla ricca vascolarizzazione che serve a regolare la temperatura corporea. Appena nati si presentano neri per poi schiarire (come detto sopra).