Razzismo, sessismo, pregiudizi di genere, omofobia… la discriminazione può arrivare a coprire diversi aspetti, ma il fango che essa sparge sulla pelle delle persone viene emanato da un unico comune denominatore, ovvero quel substrato culturale, ancora largamente imperante, per il quale è necessario, per alcuni, che nella società sussistano categorie preconfezionate da ritrovare sotto la definizione, illusoriamente rassicurante, di “normalità”. Quest’ultimo è un concetto che, persino per tornaconti politici, pare quasi creato ad hoc per essere brandito, come una clava, contro tutto ciò che in esso non si rispecchi, per segnare un solco entro il quale ammettere solo chi venga ritenuto corrispondente a determinati canoni, con la presunzione di stare dalla parte giusta. Ma la “normalità”, appunto, è una sorta di grande menzogna collettiva – costruita, spesso, attraverso ideologie e convinzioni, che dettano morale e condotta a mo’ di catene– e, in natura, essa non esiste. Come disse Ungaretti, intervistato da Pier Paolo Pasolini nei suoi Comizi d’amore, a proposito di “normalità o anormalità sessuale”, piuttosto, “siamo tutti a nostro modo anormali”. In questo mondo, quindi, ciò che esiste, in maniera evidente, invece, sono le diversità; e l’approdo ad un contesto di convivenza umana che abbia maturato questa consapevolezza e sia, di conseguenza, il più possibile inclusivo e rispettoso delle stesse è l’unico modo per garantire felicità e benessere diffusi per tutti, ma proprio per tutti. Perché, per ripetere le parole del poeta sopra citate, “siamo tutti a nostro modo anormali”, pertanto, nessuno può o deve essere inglobato in modelli precostituiti, e chi si sente esente dalla questione dello scardinamento di ogni pregiudizio, fondamentalmente, sbaglia.
A tal proposito, proprio per la lotta trasversale a tutte le forme di discriminazione, che, come delineato, si implicano tra di loro, a Napoli, si può segnalare la presenza di una bella ed importante istituzione. Parliamo della Fondazione Genere Identità Cultura, presieduta dal professore Paolo Valerio, il quale può vantare un profilo professionale di elevatissimo spessore. Egli, infatti, è ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università di Napoli “Federico II”; direttore presso Servizi Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti SInAPSi Università di Napoli Federico II; dirigente area funzionale di psicologia, dipartimento assistenziale neuroscienze e comportamento presso Azienda Universitaria Ospedaliera Federico II e Presidente presso Osservatorio Nazionale Identità di Genere ONIG.
Come si può leggere sul portale web della Fondazione, le attività che essa pone in essere, a riprova della volontà di agire su un ampio spettro, sono molteplici e sono finalizzate, attraverso diverse metodiche, soprattutto a:
“1. prevenire e contrastare le diverse forme di discriminazione, violenza e stigma associate al genere, agli orientamenti sessuali, alla razza, all’etnia, alla condizione di disabilità (nonché alle differenti dimensioni dell’identità – individuale e collettiva – che non risultano essere congruenti con gli stereotipi socialmente consolidati),
2. sensibilizzare e informare correttamente su questioni legate a persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, gender nonconforming e intersessuali,
3. costruire una rete di solidarietà e di cooperazione con enti, istituzioni e organizzazioni che trattano tematiche e fenomeni legati al genere, alla sessualità e all’identità in interconnessione con la cultura.”
Il loro obiettivo, dunque, è quello di perseguire l’uguaglianza, da non intendersi come appiattimento monocolore, bensì come pluralità da tutelare, in egual misura, in tutte le sue tonalità.
Ebbene, un modo per conoscere, in prima persona, questa interessante realtà e per capirne l’enorme portata è quello di cogliere l’occasione per partecipare, Venerdì 9 novembre, alle ore 19.30, ad un aperitivo organizzato presso la sede, in via Santa Caterina da Siena, numero 15. Durante la serata, si avrà modo di poter assistere anche alla presentazione del libro “Oggi Spose – Una storia d’amore e di coraggio” dell’autrice Maria Cristina Orga. Noi di Senza Linea, nelle scorse settimane, abbiamo già avuto occasione di poter presenziare ad una presentazione del libro in questione e, quindi, possiamo decisamente assicurarvi che varrà la pena di concedersi una serata per riflettere e, al tempo stesso, divertirsi, attraverso la scoperta di una storia d’amore che, ancora al giorno d’oggi, si è vista costretta a vestire i panni del coraggio, ma di quel coraggio rivoluzionario che abbatte i muri e apre la via al cambiamento.