Gianfranco Gallo è un attore, cantante, drammaturgo e scrittore napoletano.
Dal suo esordio in teatro nel 1981, giovanissimo, non ha più smesso di sorprenderci con le sue doti di artista.
Gianfranco, credi che per un artista essere napoletano e formarsi a Napoli, sia un vantaggio?
C’è un luogo comune ed è quello che i napoletani hanno una dote per natura. Io credo che Napoli è una fonte di ispirazione per un artista, è un luogo del mondo dove trovi tutto il mondo. Chi fa l’artista è avvantaggiato ed è difficile lasciare questa città senza perdere gli stimoli. Molti artisti che sono andati via, non sono riusciti a creare delle cose come le facevano quando erano a Napoli.
Tu hai vissuto a Roma per un periodo e poi sei tornato a Napoli
E non credo di lasciarla di nuovo. Io ho bisogno del mare, ho bisogno di guardare verso l’infinito.
Ti senti più attore o cantante?
Io non mi sento un attore o un cantante, io mi sento un artista, non saprei vivere diveramente. Mi sveglio la mattina , mi addormento la sera e nella mia testa c’è questo. Ho la fortuna di avere queste doti e a secondo di come mi sento, cerco di esprimerle. Mi ritengo abbastanza libero, anche se questo, però, mi porta ad avere problemi perché non riesco a programmare.
Come cantante, se dovessi scegliere un lavoro di cui sei veramente orgoglioso, quale sceglieresti?
Preferisco scegliere un periodo, per esempio il mio debutto con Roberto De Simone, musicologo, direttore del teatro San Carlo e autore de “La gatta Cenerentola”. Mi sono ritrovato a cantare cose scritte da lui, con le quali abbiamo girato il mondo. Per me questo periodo è stato molto particolare. Poi c’è il mio spettacolo musicale “Quartieri spagnoli” , abbiamo fatto sette edizioni, il quale mi rappresenta molto sia dal punto di vista della scrittura che della musica.
Come scrittore?
È dal 1989 che scrivo le mie commedie. Dal punto di vista teatrale e di prosa “Ti ho sposato per ignoranza” è uno spettacolo di cui sono molto orgoglioso. Su youtube ci sono delle scene molto divertenti, di cui la gente ancora mi chiede se ce ne saranno altre. Per quanto riguarda la pubblicazione dei libri, nel 2012 ho scritto “Napoli da sotto a sopra” dove si parla degli anni 80 vissuti a Napoli. Anni in cui nella mai città si pensava ci potesse essere un rinascimento artistico culturale, grazie a Troisi nel cinema, Eduardo al teatro, Pino Daniele come cantante e Maradona allo stadio. Un periodo eccezionale per noi giovani di quell’epoca. Sono dei racconti che vanno a ritroso, dal 2012 a quei meravigliosi anni 80.
Come attore?
Gomorra mi ha dato una notorietà a livello internazionale. Il New York Times ha situato la serie tra le prime 30 al mondo. Però, dovendone scegliere uno, io sono molto orgoglioso del mio personaggio di Giordano Bruno nel film “L’ombra di caravaggio” di Michele Placido. Credo sia una delle mie migliori interpretazioni, perché mi guardo e non mi riconosco. Questo significa che è scattato qualcosa che va oltre alla mia persona.
Come regista?
Sono molto orgoglioso del mio primo film “Dodici repliche”. Un film visionabile su Amazon che ha vinto tanti premi nei festival di Montreal, Parigi, Londra. Mi hanno anche invitato a festival organizzati dalle associazioni LGBT ,come film LGBT che parla di un omosessuale. Il mio timore era che parlandone da eterosessuale, non sarei riuscito a trasmettere il mio pensiero. Per quanto riguarda i cortometraggi “Denyse al di la del vetro” la storia di Denyse Cutolo. Per me è stato incredibile raccontare la storia di una ragazzina che nasce orfana, visto che suo padre aveva una condanna di 14 ergastoli ed era al 41 bis. Si chiama “al di la del vetro” perché, essendo un 41 bis, una volta compiuti i 12 anni, Denyse non potrà più toccare suo padre ma solo vederlo attraverso un vetro.
Io so che tu frequenti ed aiuti un centro sociale che è nella Pignasecca.
Sono anni che lo frequento e cerco di aiutarli con delle iniziative, come per sempio quella in occasione della festa della Befana. Abbiamo chiesto sui social di donarci dei giocattoli, ce ne arrivarono cosí tanti che quelli che avanzarono li donammo agli ospedali per bambini. Da due anni è nato anche il Calcio sociale, dove permettiamo ai ragazzini che vivono praticamente in strada di poter giocare a calcio in una squadra che si chiama Spartak San Gennaro, è un progetto di scuola calcio popolare nato nel quartiere di Montesanto. E’ aperta a tutte e tutti ma in particolare ai ragazzi dei ceti più poveri che non potrebbero permettersi i costi di una scuola calcio. Infatti la partecipazione alle attività dello Spartak è praticamente libera e gratuita. Spesso forniamo anche i completini e il resto dell’attrezzatura.
Contribuisci a questo progetto anche con le vendite del tuo libro Xanadu
Il libro è stato presentato durante il periodo di Natale. Ad oggi si sono vendute quasi 500 copie, siamo in ristampa, ed il ricavato va interamente a finanziare lo Spartak San Gennaro. E’ una raccolta di racconti che parlano dell’anima.
Parlando di anima. potremmo ricollegarci alla mia prima domanda sul vantaggio di essere napoletano, di saper toccare l’anima.
Noi napoletani è pur vero che tocchiamo l’anima ma c’è anche da dire che Napoli stessa è un’anima. E’ un micro circolo dove il sangue scorre, va alimentato e quello cattivo va espulso. Non esiste una Napoli cattiva e una Napoli buona. Napoli è questa, siamo nati da lei, da questo corpo che è vita e morte.
Il tuo desiderio ad oggi?
Spero di poter continuare ad avere una vita senza controllo. Parlo dei miei prossimi lavori dicendo “dovrei fare”. So che è in programma fare quella cosa ma spero sempre di poter cambiare se sento di voler fare altro. Posso dire che ho avuto una vita lavorativa soddisfacente ed ho sempre cercato in essa la profondità.
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