Oggi è uscito nelle sale italiane l’ultimo film di Spike Lee, intitolato BlacKkKlansman. A breve arriverà la recensione firmata Senza Linea, più o meno quando riesco a concludere qualcosa con il tempo a mia disposizione. Spike Lee è un regista leggendario che fa spesso discutere di sé per le sue dichiarazioni controverse che nascono dalle sue forti convinzioni anti-razziste e anti-sessiste e dalla sua intolleranza verso la politica reazionaria della destra americana. Ciononostante egli è uno dei registi più importanti e culturalmente influenti dei nostri giorni e il suo ultimo film, che affronta la spinosa relazione tra afroamericani e bianchi, ancora non totalmente pacifica dopo secoli. Spike Lee vanta una lunga e fruttuosa carriera (il primo film è del 1986), esplorando vari generi riuscendo sempre a rimanere se stesso. Pur vantando pochi premi rispetto ad altri registi del suo calibro ha comunque ricevuto un’onorificenza alla carriera ai Premi Oscar nel 2015 e vincendo quest’anno la Palma D’oro a Cannes col suo ultimo film. Per celebrare un artista così Senza Linea ha deciso quindi di stilare una lista con i suoi 5 film più importanti.
5) Inside Man (2006)
Probabilmente il film più mainstream di Lee, un signor thriller le quali colonne portanti sono i personaggi memorabili e colpi di scena imprevedibili, il tutto colorato dal sapore di New York, caratteristica del regista. Ma c’è anche di più: un cast fenomenale, dove Denzel Washington interpreta il negoziatore del NYPD (le forze di polizia newyorkesi) che viene chiamato per gestire una rapina in banca; Clive Owen nei panni del genio criminale che organizza la rapina, personaggio principale in molti modi; Christopher Plummer è il fondatore della banca, che nasconde degli sporchi segreti nel caveau; Jodie Foster invece è una bella ed aggressiva “aggiusta tutto” che cerca di raggiungere un equilibrio tra il fondatore della banca e il poliziotto. Inside Man è il film che ha incassato di più nella carriera del regista. Finora.
4. Malcolm X (1992)
Lunghi mesi di controversia durante la pre-produzione del film (controversia generata in parte stesso da Lee) hanno portato molti critici a stancarsi, accusandolo di non aver il coraggio di riuscire a portare avanti un film su un personaggio complesso come Malcom X, l’attivista americano che insieme a Martin Luther King combatté per i diritti degli afroamericani. Lee rispose con un film che centra il bersaglio in ogni suo aspetto, mostrando uno studio del personaggio approfondito. Anche qui recita Denzel Washingon, che spesso collabora con lui, nei panni del protagonista e questo ruolo è tuttora una delle sue migliori performance.
3) Clokers (1995)
Il titolo si riferisce a spacciatori di strada, ma il film di Lee (un adattamento cinematografico di un romanzo di Richard Price) si distanzia dal classico film su poliziotti, criminali e vita e morte da strada. Ci sono quattro personaggi principali: un poliziotto che vuole fare un’ultima buona azione prima della pensione (Harvey Keitel); un drug-lord che manipola i giovani clockers con charm e minacce (Delroy Lindo); e due fratelli, un ambizioso spacciatore (Mekhi Phifer) e un rispettabile uomo di famiglia (Isaiah Washington), le cui vite hanno preso direzioni diverse. Ognuno di questi personaggi si ritroverà a fronteggiare la delusione causata da sé stessi. Come si ritroveranno in questa posizione e come la affrontano è ciò che dona al film la sua straordinarietà.
3) La 25° ora (2002)
Questo spettacolare e melanconico drama sulla vita e sul dolore nella New York dopo l’11 settembre parla delle ultime ore di libertà prima della sua detenzione di Monty (Edward Norton), un tempo un promettente ragazzo ma ora condannato per spaccio. Le ultime ore le passa con la sua fidanzata ansiosa (Rosario Dawson), due vecchi amici (Philip Seymour Hoffman e Barry Pepper) i quali non sono sorpresi dal fatto che il loro amico non se la passi bene e suo padre (Brian Cox) che è divorato dai sensi di colpa. Morty, pur riconoscendo i suoi errori, ha il bisogno di incolpare tutto e tutti (in uno monologo cult che forse è tra i più belli). Il film di Lee ci porta indietro nel tempo, poco dopo la caduta delle Torri Gemelle, e ci fa respirare con un realismo sorprendete l’anno successivo alla caduta, con la paranoia che è ancora nell’aria come un gas velenoso che non lascia scampo a nessuno.
1) Fa’ la cosa giusta (1989)
1. Do the Right Thing (1989)
Per far avere un’idea dell’impatto che Fa’ la cosa giusta ebbe ai tempi: alla conferenza stampa dopo la proiezione dell’anteprima al Cannes Film Festival, il regista fu assalito da domande di giornalisti che chiedevano se un film del genere potesse far risorgere tensioni razziali e rivolte negli Stati Uniti. Queste domande, nei mesi successivi, furono chieste anche da giornalisti americani. Lee criticò i giornalisti per aver sottinteso che le masse afroamericane non riescano a controllarsi dopo aver visto un film. Questa pellicola riesce ad essere attuale persino ai giorni nostri, riuscendo a comunicare con immediatezza una diversa prospettiva, riprendendo queste 24 disastrose ore a Bedford-Stuyvesant, un quartiere di Brooklyn. Dopo quasi trent’anni, Fa’ la cosa giusta è ancora un film brutalmente onesto.
Ironically — tragically — the most unsettling thing about Lee’s masterwork now is how relevant it remains, how immediate it feels, as bickering escalates into ugly confrontations, and long-simmering resentments reach the boiling point, during 24 fateful hours in the Brooklyn neighborhood of Bedford-Stuyvesant. And yes, it’s still a jolt to experience how the exuberant high spirits of the early scenes gradually give way to escalating dread as the movie darkens, then explodes. Nearly three decades after it first raised a ruckus, “Do the Right Thing” is still the real thing.