Lo spazio antistante allo stadio si era già colorato della confusione del mercato. Anna ne poteva sentire i suoni ancora sommessi. Gli ambulanti che disponevano le merci, i primi avventori che, distratti, ne attraversavano la lunghezza prima di andare a lavoro, i primi “buongiorno”, “prego”, “quale vuole?”, “dell’altro?”. Tirò su la serranda, scoprì il letto, uscì sul terrazzino per sbattere all’aria il cuscino. Una rondine passò sulla sua testa arruffata portando con sé un lungo filo d’erba secca da riporre nel nido.
Si vestì, prese con se lo zaino, pochi spiccioli, una bottiglia d’acqua. Lasciò il catalogo sul comodino, là dove lo aveva poggiato la sera prima, dopo avergli dato uno sguardo rapido e distratto, curioso, ma non attento. Ancora non si ritrovava in nessuna delle categorie che vi erano presentate. Nemmeno nelle offerte speciali.
Attraversò la strada mentre il servizio della nettezza urbana caricava i bidoni ricolmi degli scarti delle vendite del giorno prima. Superò il varco stretto che faceva da ingresso, proseguì senza un progetto coerente nel dedalo del mercato. Alcuni attiravano i compratori mettendo in bella mostra le parti pregiate. Bicipiti e tricipiti brachiali che ripetevano a loop movimenti di contrazione e rilassamento, nuche rasate su cui la vertigine dei capelli creava spirali perfette, seni sodi da terza misura, decolleté decorati da costellazioni di nevi degni della notte vangoghiana, natiche alte, quadricipiti in tensione, dita affusolate, unghie laccate, labbra a cuore, nasi alla francese, sopracciglia arcuate, addominali da scultore. La gente si avvicinava osservando i pezzi uno per uno con fare da intenditori.
Altri invece mettevano in scena i corpi interi. Lunghi e dritti, come addormentati, stesi sull’orizzontale metallico delle brande ricoperte da vecchi stracci, o in piedi, liberi di esprimersi in pose sempre diverse, lasciati all’improvvisazione migliore, all’espressione felice, al ghigno. Un cartello fucsia fosforescente spiegava: “Per tutti i tipi di amore”.
Il banchetto delle offerte speciali era esiguo ed esponeva corpi buttati lì alla rinfusa. Le mani che vi scavavano in cerca del prodotto buono tra tanti ormai fuori moda, tra pezzi che si mettevano in mostra cercando di nascondere l’ascella difettata, l’occhio pigro, l’accenno di calvizie sulla tempia sinistra, facevano il buffo lavoro di creare maree di esseri umani che galleggiavano l’uno sull’altro, rotolando come cilindri sudati, incapaci di scivolare con grazia, a causa dell’attrito.
Genti di ogni genere vi si accostavano, con la lista della spesa in una mano, un guanto sull’altra, i soldi contati in tasca. Anna si avvicinò a un ometto ossuto, con una grossa sacca di iuta grezza sulla schiena dalla quale fuoriuscivano un polpaccio e un piede di ottima fattura, non fosse stato per il piccolo smacco dell’unghia guasta sul mignolo anchilosato.
“Ha trovato quello che cercava?” chiese, “Si” rispose quello. “Più o meno” aggiunse. “Sapevo quale e dove trovarlo grazie al catalogo, sono andato a colpo sicuro. Guardavo solo per accertarmi che non mi avessero fregato”. E fece per allontanarsi, sistemando con un piccolo saltello di assestamento la sacca sulla schiena, pestando involontariamente, nel farlo, un piede ad una giovane donna molto piacente che gli stava giusto dietro. La donna, che sarebbe potuta stare a tutto diritto nel catalogo, inserita tra le prime scelte della settimana, sbuffò infastidita, e avviò ad imprecare malamente contro la disattenzione e l’inaccortezza degli uomini, per poi ritornare a ravanare, sul banchetto.
Anna proseguì la sua camminata. C’era un banchetto che le piaceva, ma non per le merci bensì per il venditore. Costui, infatti, un uomo sulla cinquantina con la barba folta e selvaggia e i capelli grigi da sciamano non si limitava ad esporre i suoi prodotti così, lasciandoli alla considerazione estemporanea degli avventori, ma riponeva al braccio di ognuno un cartellino che recava di volta in volta le motivazioni degli acquirenti passati. Una sorta di piccolo pedigree dell’individuo che si vendeva per amore e che consentiva all’acquirente successivo di confrontarsi con coloro che l’avevano usato prima. Anna trovava la cosa interessante, e dalla lunghezza dei cartellini immaginava le storie che quei corpi avevano attraversato e si chiedeva se avessero più valore di mercato quelli senza recensione alcuna, o quelli con un pedigree discreto, o quelli che avrebbe potuto scriverne un libro se l’avesse voluto.
Il banchetto dello sciamano era in fondo al corridoio del mercato. L’ultimo o il penultimo della fila, a seconda che il venditore di pezzi di ricambio, andasse o meno a vendere nella giornata, e non era mai particolarmente affollato. Forse alla gente non interessa conoscere il passato delle persone, pensò Anna, cercando una spiegazione. E la cosa le sembrò sensata, eppure trovava la politica dello sciamano una mossa astuta, sebbene non particolarmente redditizia né azzeccata. Si avvicinò, guardò l’ambulante, gli sorrise, lui ricambiò il sorriso e fece cenno di sì con la testa, autorizzandola a leggere i cartellini.
“Prima scelta: messa sulla lista della spesa alla prima riga. Non avrei accettato alcun compromesso. Lei o nessun’altra”. Restituita.
“Acquisto inatteso: cercavo altro, ma quando l’ho visto m’è salita in bocca l’acquolina. Valeva la pena provare.” Restituito.
“Discreta fattura e prezzo abbordabile.” Restituito.
“Regalo”. Restituita.
Biografia
Francesca Schiavo Rappo ha 32 anni e vive in un piccolo paese del Cilento, San Giovanni, in provincia di Salerno.
Laureata con una tesi in traduzione in Lingue per la Comunicazione Interculturale all’Istituto “Orientale” di Napoli nel 2011, ha collaborato in qualità di redattrice web con diversi giornali locali (“Life On Cilento”, “L’Informazione”) tenendo in tal modo sempre viva la sua passione per la scrittura e la narrazione. Dal 2016 avvia una collaborazione con il blog di informazione “Mifacciodicultura” e con il quotidiano “Infocilento” per il quale redige settimanalmente articoli inerenti il racconto del paesaggio cilentano attraverso i luoghi di interesse storico-naturale, le sue tradizioni e i suoi riti. Da giugno avvia inoltre un’attività personale di blogging su piattaforma WordPress dove pubblica racconti e poesie e partecipa al progetto di promozione territoriale “Secret Cilento”, per il quale si occupa della redazione di testi descrittivi sul territorio del Cilento Antico e del loro adattamento per la versione in audioguida, attualmente disponibili su Izitravel.