Una domenica trascorsa in una lunga fibrillazione per l’attesa per il discorso del Presidente del Consiglio, Conte, annunciato più e più volte nell’arco della giornata: 18.00; 20.00; 21.00 e, infine, 21.30.
Finalmente il Premier italiano si presenta alle 21.30, munito di mascherina, al leggio della sala stampa per conferire e riferire le decisioni assunte dal Governo per far fronte alla violenta impennata di contagi nelle ultime settimane.
Il suo incipit della presentazione del decreto è la frase simbolo che sentiamo ripetere come un mantra da tutti i membri del Governo e della relativa maggioranza parlamentare “Scongiurare un nuovo lockdown totale” per la grave consistente risalita della curva dei contagi su scala nazionale con l’elencazione pedissequa delle misure previste.
Per fare ciò, si è deciso di arricchire e incrementare i poteri dei Sindaci delle città, più a rischio per il fenomeno della ormai etichettata in maniera fastidiosa “movida”, il consueto ritrovamento tra i giovani, comprensibile per la spinta di vitalità ed entusiasmo che caratterizza la gioventù e l’adolescenza, da tenere a freno, con il potere di provvedere direttamente a chiudere piazze e luoghi a rischio assembramenti.
Per tutte le attività di ristorazione, compresi bar, pasticcerie, pizzerie, gelaterie, possono essere aperti dalle ore 5 alle ore 24 se in possesso di tavoli per fornire il servizio, altrimenti saranno costretti alla chiusura anticipata alle 18.00.
In questo modo si fa chiarezza ai furbetti, comparsi in tivù e sui giornali di questi giorni che, approfittando del momento di confusione e dell’ambiguita’ del precedente decreto ministeriale, chiudevano il locale a mezzanotte e riaprivano dopo un quarto d’ora.
Ebbene questo ora non sarà più possibile!
L’asporto é previsto fino a mezzanotte, mentre per il delivery nessun limite orario.
La novità, voluta dal comitato tecnico scientifico, é la fissazione di un limite numerico per le presenze ai tavoli nei ristoranti, determinato nella misura di un massimo di sei persone con la doverosa indicazione, affissa all’apertura dei locali, del numero massimo di persone che possono essere servite ai tavoli con questa nuova disposizione delle e nelle sale.
Il numero di 6 deriva dalla ricerca scientifica che dimostra, dati alla mano, che la percentuale di contagio entro questa consistenza numerica é bassissima.
Per le sale gioco, sale scommesse e similari, l’orario di chiusura é fissato alle 21.00.
Nodo cruciale: la scuola.
Nelle intenzioni del Governo, ribadite ancora una volta con fermezza, la scuola resta aperta e funzionante.
Viene prevista, difatti, la prosecuzione delle attività didattiche della scuola in presenza mentre un’apertura di una previsione di flessibilità per le scuole secondarie di secondo grado, le vecchie superiori, introducendo una flessibilita oraria con avvio alle 9.00 e possibilità di articolazione di attività didattiche pomeridiane.
In pratica, licei ed istituti tecnici dovranno ridisegnare le loro giornate scolastiche.
Per la Campania, vista l’impugnazione dell’ordinanza di De Luca di sospensione delle attività in presenza e avvio della dad e considerata l’insurrezione dei genitori al provvedimento d’urgenza, chissà il Tar cosa deciderà? Se si farà condizionare dalle direttive governative?
Fermo restando quanto dichiarato dal Governatore campano, che giustifica la chiusura delle scuole causa la presenza e la rilevazione di ben 800 casi di covid accertati tra docenti e discenti!
Per le università, si incentiva una certa autonomia per la promozione di una didattica a distanza.
Ora arriviamo ai divieti: no a sport di contatto e, anche alla categoria dilettantistica di sport non individuali; vietate tutte le sagre e fiere locali, non quelle nazionali ed internazionali; restano sospesi tutti i convegni e congressi che vanno svolti esclusivamente in modalità telematiche a distanza.
Per ridurre il congestionamento negli uffici e nei mezzi pubblici, uno dei maggiori elementi di rischio per la diffusione del virus, nelle pubbliche amministrazioni, la modalità unica per le riunioni è a distanza tramite il sistema delle videoconferenze e con lo smart working che va assolutamente incentivato, annunciando, così, contestualmente, un prossimo decreto della ministra Dadone che ne definirà aspetti, modalità e percentuali.
Un provvedimento che molti aspettavano riguarda le palestre e le piscine; siccome non tutti hanno provveduto ad introdurre adeguate misure di sicurezza, Conte ha concesso una settimana per procedere alla regolarizzazione nel rispetto delle disposizioni anti-covid, dopodiché si deciderà se procedere o meno alla loro chiusura nella settimana prossima.
Si richiedono, dunque, nuovamente grandi sacrifici economici alle imprese e ai cittadini, ma necessari per il momento che si vive e per la tutela della salute di tutti, seppure a tal riguardo, il Presidente garantisce l’impegno del Governo, con appoggi e sostegni per far fronte alle difficoltà affrontate e da affrontare.
Punto delicato nel discorso: il sistema sanitario, con assunzioni di più di 30mila persone, con la predisposizione di 1600 attrezzature di terapie intensive e subintensive che le Regioni devo attivare (anche se in carenza di personale, non é tanto agevole procedere), con la distribuzione gratuita di 20 milioni di mascherine per tutti, ospedali, scuole, uffici pubblici.
Nella definizione delle singole misure, il comitato tecnico scientifico diviene asse centrale per avere una visione strategica degli interventi da realizzare e delle limitazioni da imporre nel segno dell’adeguatezza e della proporzionalità, anche se il rispetto delle precauzioni di base raccomandate sono e restano le misure più efficaci per combattere il virus.
Ecco perché, a chiusura del suo discorso, Conte, pur definendo la situazione oggettivamente critica, richiama, assolutamente e priorotariamente, come strategia vincente la responsabilizzazione dei comportamenti di ciascuno nel rispetto del distanziamento, dell’uso della mascherina e del divieto di ogni forma non necessaria di assembramento.