Nella giornata in cui la magistratura ha emesso due ordini di custodia cautelare in carcere a carico di 9 ragazzi, di cui 2 maggiorenni e 7 minorenni, (senza considerare un ragazzino che aveva 13 anni all’epoca dei fatti e come tale non imputabile, al momento ricoverato in comunità protetta), tutti resisi responsabili delle violenze reiterate nei confronti delle cuginette del Parco Verde di Caivano (e non solo), si è tenuta un’iniziativa tutta volta alla sensibilizzazione della legalità.
Gli arresti sono stati resi possibili dal comportamento degli stessi responsabili, che avevavo effettuato le riprese – anche in diretta – delle violenze e dalle loro conversazioni; ancora una volta, la tecnologia, i social e i video sono stati gli alleati diabolici e, al tempo stesso, gli elementi preziosi per la Procura per ricostruire i fatti e risalire alle gravi responsabilità.
E’ avvilente conoscere l’età prematura dei giovani coinvolti, alcuni poco più che bambini che hanno perseguitato, annientato psicologicamente e violentato fisicamente le due ragazzine.
Hanno agito in modo disinvolto sulla scorta di una idea di impunità assoluta considerato il dato di fatto orribile della condivisione in diretta delle violenze perpetrate, quasi a testimonianza di una totale inconsapevolezza e crudezza della cattiveria messa in essere, continuando a minacciare le vittime e perseguitarle, anche dopo, con sequestri dei loro cellulari e intimidazione, con violenza su violenza, degrado su degrado, orrore su orrore.
E così Caivano si presenta in modo insolito nel cuore della sua parte più fragile e complessa come una vera cittadella della legalità per provare lentamente ad invertire la rotta della violenza, della delinquenza e dell’omertà imperanti e cambiare volto ad una realtà tanto difficile quanto ostile.
L’iniziativa è della Polizia di Stato che ha deciso di dedicare un’intera giornata al tema della legalità, cercando di parlare il linguaggio dei più giovani e, anche attraverso i video realizzati, a spiegare loro le insidie e i pericoli che si annidano su internet e sui social, informandoli sui rischi e sulle eventuali strategie per capire come venirne fuori e difendersi o anche imparare a chiedere aiuto.
Oltre 1000 giovani studenti, provenienti dalle scuole di Caivano e da quelle dei comuni limitrofi, sono stati invitati per incontrare e dialogare con le diverse specialità e le articolazioni che compongono la Polizia di Stato tra cui la Polizia Postale, la Polizia Stradale, la Polizia Ferroviaria, la Polizia Scientifica, gli atleti delle Fiamme Oro, gli artificieri, i cinofili e i “Nibbio” dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.
La volontà di mettere in contatto le forza dell’Ordine nelle diverse articolazioni e tutti gli studenti, i docenti e i dirigenti scolastici di Caivano e non solo, di tutti coloro che hanno risposto all’appello e hanno deciso di intervenire dando un segnale chiaro da che parte stare, ha spinto a realizzare l’iniziativa proprio lì dove l’illegalità e la violenza imperano e sembrano essere l’unica realtà esistente.
Non è la prima volta che la Polizia Postale porta avanti questa iniziativa; sul posto è stato installato un bus simbolo della legalità dove le scolaresche, composte da circa 50 studenti per volta, vengono informate sulle conseguenze delle azioni illegali che i social determinano, provando a sensibilizzare sui temi importanti del bullismo e del cyberbullismo, fornendo loro anche strumenti e informazioni utili a prevenire e gestire situazioni di tal genere, sempre più frequenti purtroppo tra i ragazzi.
La risposta delle scuole è stata straordinaria, i ragazzi del primo e secondo ciclo si sono succeduti nell’arco della giornata dalle 9:00 fino alle 17:30 per assistere all’iniziativa della Polizia Postale e interloquire e relazionarsi con i vari reparti speciali, toccando con mano cosa significa perseguire la legalità, ascoltando l’altro punto di vista e sicuramente è un colpo d’occhio vedere una presenza tanto massiccia delle forze dell’ordine all’interno di questo territorio con una finalità non di presidio ma di dialogo tra le parti.
L’intento dell’istituzione della giornata di ieri è stato proprio quello di sensibilizzare i ragazzi sui temi della legalità, per una maggiore consapevolezza sulle conseguenze delle azioni che vengono compiute “online e offline”.
E così, proprio, in viale Margherita, all’interno del Parco Verde, è stato presente il truck “Una Vita da Social” della campagna educativa itinerante della Polizia Postale e del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per la prevenzione sui rischi della rete per i minori.
Non sono mancate le dimostrazioni della Polizia Scientifica presente con il laboratorio mobile “Fullback”, un veicolo speciale attrezzato per analisi sul campo, ma anche i cinofili e gli artificieri.
Presente anche l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, rappresentato dal Direttore Generale, dott. Ettore Acerra che ha assistito alla manifestazione, ha incontrato i ragazzi e ha rappresentato l’assoluta fondamentale importanza di un presidio di legalità in un contesto difficile come quello di Caivano.
La sinergia tra Polizia Postale e Ufficio Scolastico Regionale è frutto di una collaborazione collaudata e costante nel tempo, nel susseguirsi di più iniziative e di una condivisione di prospettiva, volta ad avvicinare quanti più ragazzi possibili alla legalità, sensibilizzarli, informarli e spingerli a desiderare un riscatto e ad uscire dal degrado.
In particolare, il progetto Vita da Social nasce dalla consapevolezza di voler agire in modo concreto, arrivando direttamente ai giovani, portandoli a prendere coscienza di problematiche che li riguardano da vicino e che interessano la sfera della loro vita privata nelle diverse articolazioni.
La scuola è il primo presidio di legalità e deve testimoniare, anche attraverso e grazie alla presenza delle forze dell’ordine, la possibilità di un cambiamento; per questo il lavoro fatto insieme tra Polizia di Stato e Ministero dell’Istruzione e del Merito, per il tramite degli Uffici Scolastici Regionali, mira allo stesso obiettivo ovvero fare in modo che i giovani sentano vicino sia la scuola che le forze dell’ordine a tutela della loro sicurezza ma soprattutto come accompagnamento per la prevenzione delle forme di devianza minorile che tanto hanno colpito l’opinione pubblica nelle ultime settimane.
Caivano con la sua triste storia ormai ha dato anche il nome al decreto del Governo per adottare misure efficaci di prevenzione e lotta al fenomeno della violenza, del degrado e dell’abbandono, del Parco Verde in particolare; stanno arrivando e arriveranno fondi alle scuole e al territorio per provare a cambiare le cose…in realtà, sarebbe bello immaginare che tutto ciò non si fermi solo ad una denominazione di un provvedimento di legge ma che divenga “fatti” concreti, testimonianza diretta di vicinanza e di ascolto di un territorio martoriato dove ad essere educati dovrebbero essere in primis gli adulti che spesso sono responsabili di certi modi di agire e di essere e poi pian piano i giovanissimi che sono nati e cresciuti in quella cultura con quella cultura e con quella mentalità per cui devono imparare altri codici di comportamento e altri modi di essere, che sono possibili solo con una vera e propria opera di risanamento sì strutturale (anche se tanto si è fatto in tal senso, se si pensa alla DS della scuola Molano, Eugenia Carfora), ma soprattutto mentale e comportamentale.
Allora sì che Caivano – come tutte le situazioni degradate che esistono e che riappaiono quando salgono ai disonori della cronaca – diverrà non solo un bell’articolato di leggi e regole bensì una storia di riscatto, soprattutto di riappropriazione del valore della dignità di vivere ed esistere che spetta a tutti gli esseri umani ovunque per pura opera del destino gli capiti di nascere.