La cappella Sansevero (detta anche chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella) è tra i più importanti musei di Napoli. Oggi questa chiesa è sconsacrata e ospita capolavori come il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino conosciuto in tutto il mondo per il suo velo marmoreo che sembra adagiato sul Cristo morto,
la Pudicizia di Antonio Corradini,
il Disinganno di Francesco Queirolo
e le sue famosissime Macchine Anatomiche due corpi totalmente scarnificati dove è possibile osservare, in modo molto dettagliato, l’intero sistema circolatorio
Tantissime voci e leggende aleggiano sulla costruzione di questa cappella, una leggenda vuole che la chiesa sia stata eretta su un preesistente antico tempio dedicato alla dea Iside, un’altra, narra che un uomo, ingiustamente arrestato, mentre veniva condotto verso il carcere, costeggiando il muro della proprietà dei Sansevero, iniziò a pregare la Vergine implorando il Suo aiuto. Mentre pregava, parte del muro crollò, rivelando un dipinto (quello posto nella cappella in cima all’altare maggiore) della Vergine, una pietà, immagine che darà poi il nome alla chiesa, intitolata appunto a Santa Maria della Pietà.
Dopo poco tempo venne riconosciuta l’innocenza dell’uomo che una volta scarcerato, per ringraziare la Vergine del miracolo ricevuto, fece restaurare il quadro della Pietà disponendo, che sotto di esso, ardesse per sempre una lampada in argento.
Inutile dire che il luogo divenne ben presto meta di pellegrini che chiedevano grazie. Anche il duca di Torremaggiore, Giovan Francesco di Sangro, colpito da una grave malattia chiese alla Madonna la grazia e dopo aver recuperato la salute per eterna gratitudine, fece erigere la piccola cappella di Santa Maria della Pietà.
Secondo studi recenti, però, la vera origine della cappella sarebbe invece da far risalire all’omicidio, compiuto nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 1590 da Carlo Gesualdo da Venosa verso la moglie Maria d’Avalos e l’amante di lei Fabrizio Carafa. Dopo questo funesto gesto sembra che la madre di Fabrizio Carafa avrebbe fatto edificare la cappella, dedicandola alla Madonna, per la salvezza dell’anima del figlio. A riprova di tale ipotesi, l’iscrizione in latino «Mater Pietatis», presente sulla volta della Pietatella