Come appreso da diverse testate giornalistiche locali, la vigilia di Natale, in un momento quindi che – almeno in teoria – maggiormente dovrebbe sostanziarsi in termini di coesione familiare, si è registrato un episodio di discriminazione omofoba particolarmente grave. A Napoli, un giovane di venticinque anni, sordo, infatti, è stato cacciato di casa dalla sorella e dal cognato, i quali, a quanto pare, mal tolleravano l’omosessualità del proprio congiunto. Valentino, questo il suo nome, si è rivolto all’associazione I Ken Onlus, da sempre attiva sul piano dell’assistenza e della tutela per la comunità LGBT, la quale ha prontamente preso in carico la sua questione .
“Domenica scorsa, abbiamo ricevuto una richiesta da un ragazzo sordo, cacciato di casa dalla sorella ed il cognato perché gay. Ci informava di essere per strada da solo e cercava aiuto. Come associazione i Ken abbiamo fatto il possibile e mobilitato il comune di Napoli attraverso la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, Prof.ssa Simona Marino, che subito ha preso in carico il problema ed insieme siamo riusciti a coinvolgere una struttura a bassa soglia per le emergenze abitative per i senza fissa dimora. Il ragazzo è stato così accolto in una struttura a Napoli che gli ha garantito una sistemazione temporanea per il pernottamento con un letto, un pasto ed una prima colazione. Durante le ore diurne il ragazzo trova ospitalità ed accoglienza presso il Rainbow Center Napoli con i suoi volontari”.
“Valentino, 25 anni, non è un FAKE, ma un ragazzo sordo, cacciato di casa la vigilia di Natale dalla famiglia perché gay”. Questo è quanto si legge sul portale web dell’associazione, sul quale è possibile trovare pure dei riferimenti, al fine di poter sostenere anche economicamente il loro lodevole impegno.
È una notizia che, chiaramente, ci amareggia profondamente e che, al tempo stesso, ci lascia intuire, ancora una volta, quanto la lotta alla discriminazione sia ancora necessaria. È da poco iniziato un nuovo anno, ed allora il nostro augurio è che ci si possa impegnare tutti insieme affinché la battaglia contro l’omofobia sia vinta. Manca all’appello, in tal senso, una legge nazionale chiara e soddisfacente e, anche se l’attuale compagine politica di maggioranza non sembra particolarmente sensibile sul tema, a maggior ragione, non bisogna mollare la presa per una società più equa ed inclusiva.
Vogliamo, dipoi, anche muovere un auspicio affinché quanti si riempiono la bocca con parole deliranti ed offensive attorno a quella che chiamano Ideologia Gender e continuano a divdere le persone sulla base dell’orientamento sessuale, possano ravvedersi. Perché, nel caso non se ne fossero accorti, con la loro mentalità, anacronistica e bigotta, sono questi i drammi che contribuiscono a creare.