Dopo il senzatetto colpito con un calcio a Ferrara, episodio ripreso e diffuso sul web, un altro video simile è rimbalzato in rete, generando sdegno e sconcerto. Questo secondo caso è accaduto a Napoli, precisamente nel quartiere Soccavo, ed è risalente al periodo estivo, sebbene sia circolato sui social solo negli ultimi giorni, grazie alla denuncia pubblica mossa dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. «Si vergognino coloro che osano accanirsi con chi non sa e non può rispondere di egual moneta. È sul web un video raccapricciante girato nel quartiere Soccavo, del quale si cerca di risalire all’autore e al periodo, in cui un barbone brutalmente colpito alla schiena da un ragazzino con un calcio, finisce rovinosamente per terra. Due giorni fa nella civilissima Ferrara un giovanotto ha usato la stessa tecnica con un clochard nell’indifferenza generale. E’ Inquietante l’analogia con quanto accaduto recentemente a Ferrara e l’episodio di Soccavo. E’ una deriva che va arginata». Queste sono le parole di Borrelli su Facebook.
Per chi non le avesse viste, le immagini mostrano un giovane, in pantaloncino e maglietta a mezza manica, che si avvicina ad un signore con in mano delle buste e, alle spalle (ancor più vigliaccamente!), gli sferra un calcio tanto forte da farlo cascare a terra. La vicenda, per la sua gravità, è stata trattata anche dalla trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto”, la quale ha cercato di contribuire nell’individuazione dei ragazzi che hanno aggredito e ripreso l’uomo. È stato proprio durante la messa in onda del programma che una signora della zona ha chiamato in diretta per dire che il povero malcapitato, nel passato, era stato un medico e che, purtroppo, da tanto tempo vive per strada. Ed effettivamente, Pietro (questo il suo nome), ha studiato medicina, e da circa vent’anni si aggira in via Epomeo. Si dice che rinunciò ad esercitare la professione, dopo aver assistito alla morte di un paziente sotto i ferri.
È una piega molto strana quella che sta prendendo la nostra società, strana e preoccupante. Al di là di tutti gli atti di razzismo che si registrano sempre di più, agli attacchi omofobi, alle violenze sulle donne, al bullismo, una ferocia spaventosa e ingiustificata e un cinismo senza precedenti si stanno riversando addosso agli ultimi, ai più poveri, colpevoli solo di non avere nulla, neppure un tetto sulla testa. Basti pensare, oltre a questo caso e a quello di Ferrara, alle aggressioni verificatesi a Carrara, Monza e a Palermo. Oppure, basti ricordare, pure l’episodio – di cui tanto si è parlato – del vicesindaco di Trieste che si è vantato sui social di aver gettato nell’immondizia una coperta di un clochard, da questi usata semplicemente per proteggersi dal freddo. Si respira un clima generale di odio, di intolleranza, una frustrazione sociale che si scarica verso chiunque sia additabile come “diverso”; e la cosa ancor più grave e che, per raccogliere consensi, c’è anche chi queste asprezze le fomenta. Allora noi tutti, che sentiamo di appartenere alla società civile, e che crediamo nella solidarietà e nel rispetto, quali valori fondamentali per la convivenza umana, dobbiamo contribuire a cambiare il vento, facendo leva soprattutto sulle nuove generazioni che, spesso, sono allo sbando e hanno un immane bisogno di educazione (soprattutto nell’uso dei social) e di buoni esempi ed insegnamenti. Piuttosto che ripetere in continuazione “prima gli italiani”, forse sarebbe il caso di dire: “prima le persone gentili, educate e civili”.
Pratichiamo gentilezza, aiutiamo chi è in difficoltà, anziché deriderlo per qualche “mi piace”, considerarlo un nemico o addirittura aggredirlo.
E se Pietro fosse stato il nostro papà?E se Pietro fossimo stati noi stessi?