Ormai tutti sappiamo che le origini di Napoli affondano tra svariate leggende. Molteplici versioni sono state scritte, l’unica cosa che non è mai cambiata è la sirena Partenope. Creatura mitica e affascinante.
In principio la descrissero come un magnifico uccello dal volto di una giovane fanciulla poi, iniziarono a rappresentarla e a raccontarla come una creatura metà pesce e per l’altra metà una splendida donna.
Questa mitica creatura sembra sia nata nell’isola delle sirene (l’attuale isola de li Galli) isola funestamente famosa per le innumerevoli imbarcazioni andate distrutte per colpa del canto ammaliatore delle sirene che facevano perdere il ben dell’intelletto a chi udiva quel canto e di conseguenza le imbarcazioni senza essere più governate immancabilmente si schiantavano su quegli scogli. La leggenda narra di tre sirene figlie del dio-fiume Acheloo e della musa Melpomene. Ligia, Leucosia e Partenope.Il loro compito era portare all’oblio i naviganti per poi farli morire affogati. Nessuno doveva scampare a quel destino altrimenti per le tre sorelle ci sarebbe stato solo la vergogna e poi il suicidio se avessero fallito. E questo fu proprio quello che accadde al passaggio di Ulisse: Leucosia si lasciò morire presso Capo Licosa vicino Paestum, Ligia si spinse sulle coste del Bruzio in Calabria e Partenope fu trasportata dalle onde a Megaride, nel Golfo di Napoli.
Ora i racconti su questa vicenda si dividono in due versioni: nella prima, il corpo della sirena fu trovato dalla popolazione locale che le dedicò un sepolcro nella zona fra Megaride e Pizzofalcone, nei pressi del fiume Sebeto, nella seconda versione, il corpo di Partenope, approdò sull’isolotto di Megaride.ì fondendosi con il paesaggio, la testa è appoggiata ad oriente sull’altura di Capodimonte la coda, verso il promontorio di Posillipo ad occidente.
La seconda versione ci racconta di Partenope, una fanciulla che viveva, in un paesino della Grecia che si affacciava sul Mar Jonio, che amava stare ore e ore su uno scoglio, sognando di visitare altri paesi. Era innamorata del giovane Cimone, ma il loro amore era contrastato dal padre di lei che l’aveva promessa sposa ad Eumeo. Un giorno i due innamorati decisero di fuggire e dopo varie peripezie approdarono in Italia. Al loro arrivo sulla nuova terra la natura cominciò a produrre una florida vegetazione. La voce si sparse in Fenicia, in Grecia e in Egitto, così molti popoli partirono alla volta di questo meraviglioso luogo, dove si insediarono Partenope era diventata madre di dodici figli, amata e rispettata per la sua grande bontà divenne per tutti la Signora dei partenopei.
Per atri invece la bellissima sirena non era altri che la figlia di Eumelo Falevo, un grande condottiero greco annegata con altri numerosi guerrieri durante una terribile tempesta mentre si stavano dirigendo verso Punta Campanella. La tempesta lo dirottò su un’altra terra e una volta sbarcato Falevo in onore della figlia chiamò quella terra Partenope.
Nel 470 a.C. i Cumani fondarono Neapolis (città Nuova) in contrapposizione a Palepolis (città vecchia)
Urbanisticamente Neapolis fu costruita come le città greche con molti edifici di culto, con i decumani (che erano tre strade che costituivano il cuore della città), l’ippodromo, il teatro, l’odeon. Neapolis fù la testimonianza della civiltà della magna Grecia e successivamente di quella Romana.