In una scuola materna di Chiavasso, è successo un episodio alquanto increscioso, il quale, al contempo, ci fa decisamente riflettere su quanto i pregiudizi di genere siano ancora radicati nella mentalità di tantissime persone, con conseguenze nelle vite e nelle libertà di tutti. Dunque, ad un bambino di tre anni, dopo aver esaurito i suoi cambi di indumenti disponibili, le maestre hanno fatto indossare un pantalone di colore rosa/fucsia. Una cosa normalissima, della quale non ci si dovrebbe neppure minimamente sorprendere, se non fosse che la madre del piccolo l’abbia ritenuta inaccettabile ed offensiva. Secondo la signora, infatti, al figlio non dovevano, nella maniera più assoluta, esser fatti portare dei colori “femminili”, onde evitare di confonderlo. La donna ha persino espresso il suo disappunto con un biglietto recante la seguente scritta:
«Vi ringrazio per i pantaloni rosa e le mutandine che avete imprestato al bambino, dopo aver esaurito la scorta. Però le norme sociali non le abbiamo fatte noi. Lo preferivamo pisciato, che sappiamo che tanto asciuga, piuttosto che vestito da femmina e con le idee sull’identità di genere in conflitto»
Restiamo, ovviamente, sconcertati dinanzi a cotanta – ci si consenta il termine, di grazia – idiozia! Ma davvero c’è chi pensa che dei colori possano influenzare le tendenze sessuali dei bambini?
Questo caso, dipoi, ci conferma, ancora una volta, quanto misoginia e omofobia siano aspetti che si implicano vicendevolmente. A quanto pare, pure nella società di oggi, per tanti, è intollerabile che un maschio possa avere tendenze o interessi che, nell’accezione comune – il più delle volte basata su pregiudizio – vengono riconosciuti di pertinenza delle donne. Come poter dimenticare, in aggiunta, a proposito di rosa, quell’adolescente che qualche anno fa si tolse la vita, proprio perché i suoi compagni lo sbeffeggiavano sul web per via dei suoi pantaloni di quel colore.
Alla luce di ciò, si rende necessario, dunque, intraprendere una battaglia di civiltà, al fine di contribuire a decostruire i pregiudizi di genere, in barba a coloro i quali straparlano di Ideologia Gender e vogliono mantenere in auge i gioghi di un ordine di potere dall’essenza patriarcale e machista. Tutto ciò, del resto, a ben guardare e in una misura considerevole, si riflette in maniera negativa pure su aspetti socio-economici, basti pensare alla disastrosa situazione lavorativa femminile nel nostro Paese.
Ebbene, vogliamo ribadirlo a chiare lettere: non esistono qualità esclusivamente maschili o qualità esclusivamente femminili da considerare come regole inderogabili o catene dalla quali non ci si può slacciare; non esistono attitudine strettamente appartenenti agli uomini ed altre specifiche per le donne. Fino a quando non si ledono terzi, esiste solo la libertà più totale di essere ciò che si è, di fare e scegliere ciò che si vuole…di indossare ciò che piace.
Il rosa è anche maschio.