I pesticidi negli alimenti sono alcune tra le sostanze maggiormente percepite come pericolose relativamente alla sicurezza alimentare.
Per sapere cosa sono i pesticidi ci avvaliamo dell’aiuto di Cibo360.it
Anche se “pesticida” è una parola che conoscono un po’ tutti, non sono in molti a sapere a che cosa si fa riferimento precisamente quando si parla di queste sostanze.
Per pesticida, si intende una serie di medicinali che hanno lo scopo di impedire le malattie infettive e parassitarie delle piante che possono colpirle sia quando stanno ancora crescendo, sia quando vengono raccolte dal campo in cui sono state coltivate. Per questo, i pesticidi non fanno parte di una sola categoria di molecole e non hanno tutti lo stesso effetto e hanno anche gradi di rischio diversi. Va anche detto che ci sono dei pesticidi che sono completamente innocui per le persone.
Tuttavia, l’allerta rimane alta soprattutto a causa di alcuni pesticidi, ad esempio il DDT, che erano utilizzati in passato e che erano così dannosi che sono pericolosi ancora oggi, perché sono rimasti nell’ambiente; anche oggi esistono dei pesticidi poco sicuri, come il glifosato, ed è per questo che i controlli rimangono alti e, soprattutto, riguardano tutti i pesticidi, che vengono valutati simultaneamente.
Tra le categorie dei pesticidi utilizzati abbiamo:
- Gli acaricidi, che uccidono acari e aracnidi delle piante;
- I battericidi, simili ai nostri antibiotici ma che agiscono su batteri diversi;
- I fungicidi, che svolgono la loro attività contro i funghi;
- I diserbanti e gli anticrittogamici, che distruggono altri organismi vegetali infestanti;
- Gli insetticidi, che agiscono sugli insetti infestanti;
- I fitoregolatori, che non agiscono sugli organismi esterni ma su quelli coltivati, così da influenzarne il ciclo vitale garantendo, ad esempio, una crescita più veloce;
- I repellenti, che allontanano animali di vario tipo ma non li uccidono.
L’Unione Europea, nell’ambito della normativa sui pesticidi, li distingue in due grandi categorie, che sono le seguenti:
- I biocidi, che sono tutte le sostanze in grado di controllare le forme di vita esterne alla pianta; comprendono i disinfettanti, alcuni preservanti usati di solito dopo la raccolta e le sostanze per il controllo degli animali vivi;
- I prodotti fitosanitari, che sono tutte le sostanze che agiscono sui parassiti delle piante; sono definiti anche fitofarmaci e agrocidi, anche se tra le due categorie c’è una leggera differenza, e sono a tutti gli effetti dei medicinali con un principio attivo che ha un effetto diretto sull’organismo verso cui è rivolto.
Per ogni singolo pesticida ammesso, perché i medicinali devono passare dei test prima di essere messi in commercio, ci sono limiti (ben precisi) massimi che possono rimanere nell’alimento finale; le aziende che li commerciano sono tenute, in autocontrollo, a richiedere ai laboratori delle analisi chimiche private per il controllo dei pesticidi nei loro prodotti. Nel frattempo lo stato, con il Servizio Sanitario Nazionale, fa altre analisi negli alimenti per controllare che le singole aziende si controllino nel modo corretto.
Il dossier di Legambiente riporta i dati elaborati nel 2017 dai laboratori pubblici italiani accreditati per il controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti. Tali strutture hanno inviato i risultati di 9.939 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, di provenienza italiana ed estera, genericamente etichettati dai laboratori come campioni da agricoltura non biologica.
Cos’è il multiresiduo:
Il multiresiduo è più frequente del monoresiduo: è stato ritrovato nel 18% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 15% dei campioni con un solo residuo. Nel corso del convegno ‘Agricoltura libera da pesticidi’ organizzato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, che si è svolto a Roma, è stato evidenziato che la frutta, come: Fragole, uva, lattuga, peperoni, uova, carne e perfino foglie di tè: in quasi 10mila campioni di frutta, verdura e alimenti di origine animale multiresiduo hanno evidenziato da un 3 ad un 9% di irregolarità
Ad accomunare la gran parte dei casi di irregolarità è il superamento dei limiti massimi di residuo consentiti per i fungicidi, tra cui il più ricorrente è il boscalid. Inoltre, alcuni campioni di pomodoro provenienti da Sicilia e Lazio presentano fino a 6 residui simultaneamente, e un campione di lattuga proveniente dal Lazio addirittura 8
In Italia si vendono ogni anno oltre 6.000 tonnellate di glifosato, uno dei contaminanti principali delle acque, il cui utilizzo su colture arboree ed erbacee, ma anche su aree industriali e civili, è cresciuto rapidamente. Dal 1992 al 2012 il suo utilizzo è aumentato di 140 volte solo negli Stati Uniti. Recentemente Legambiente ha documentato che nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate e si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate.
L’EWG, raccomanda comunque il consumo giornaliero di frutta e verdura, invitando a lavare bene sempre i prodotti che consumiamo e a preferire il biologico
.