Nonostante un fitto contagio in tutta la Penisola e un indice RT che si attesta intorno al 14-15%, con numerose morti giornaliere, ancora dovute al virus più temibile degli ultimi decenni, ieri 1° maggio ha rappresentato una vera data di svolta: addio a restrizioni quali mascherine all’aperto e green pass.
Restano le mascherine al chiuso, quasi ovunque, tranne piccole ragionevoli eccezioni che non siano luoghi potenzialmente rischiosi per la presenza di assembramenti.
La sensazione, malgrado l’alea della guerra che ci inquieta, è quella della conquista di una possibile libertà, sembra che il virus stia cambiando veste e stia diventando meno temibile, anche se esistono ancora ospedalizzazioni serie con polmoniti severe, diversi decessi causa Covid e soprattutto long Covid con conseguenze molto gravi per la salute degli italiani colpiti, stanchezza cronica, problemi cardiaci, astenia, assenza di gusto e olfatto e problemi ad alcuni organi vitali, sono solo alcune di un elenco lunghissimo delle condizioni di salute di chi è colpito dagli effetti a distanza del contagio.
Il nostro Governo ha deciso per il lasciapassare completo e libero per recuperare spazi di vita ormai dimenticati da due anni, con le dovute raccomandazioni che giungono dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, che dichiara in proposito “Siamo in una fase nuova, ma se invito a restare con i piedi per terra è perché questo virus ha dimostrato di essere imprevedibile“.
Del resto, se volgiamo lo sguardo al mondo, una crescita dei contagi si registra un po’ ovunque.
E’ chiaro che dato il fattore guerra che resta assolutamente prioritario anche nella graduazione delle notizie somministrate quotidianamente, il Covid è diventato un problema di second’ordine, forse anche un fastidio.
Ogni tanto si intravede un “virologo” in senso onnicomprensivo, facendo rientrare erroneamente nella categoria tutti i medici interessati dalla materia, quali epidemiologi, infettivologi, (ecc. ecc.), che riappare in tv provando a spiegare che non può definitivamente dirsi archiviato il problema della pandemia da Covid, ma solo temporaneamente affrontato al meglio, date le condizioni attuali doppiamente favorevoli in termini di contagio e in termini climatici visto l’arrivo della bella stagione.
La scelta del liberi tutti nasce dalla campagna vaccinale svolta a tappeto che ha permesso di raggiungere una sostanziale forma di immunità con tutte le eccezioni, perchè anche “i tre dosi booster” che sarebbero dovuti essere dei supereroi, sono stati poi colpiti dal Covid, portando a contagi senza complicanze paragonabile ad una influenza più fastidiosa e lunga, senza considerare gli asintomatici, che ovviamente eliminata la tracciabilità dei contatti da contagio, non sono più facilmente rilevabili.
Anche se negli ultimi mesi, la scelta di vaccinarsi si è rallentata moltissimo, perchè la sensazione che tutto stia finendo serpeggia fortemente tra la gente e porta a credere che il prossimo autunno possa essere diverso dagli ultimi due!
Nei paesi, come la Cina dove si persegue la strategia ZERO Covid, si stanno verificando le scene più inquietanti sulla tracciabilità dei contagi e sulla cura e isolamento dei malati dell’ultimo anno.
Transenne verdi che isolano interi edifici, centri di accoglienza Covid che sono in realtà padiglioni con stand adibiti impropriamente a luoghi di ricovero per sintomatici e asintomatici costretti ad una convivenza massacrante e affollata, senza bagni riservati e senza spazi riservati, e obbligati a dormire su brandine improvvisate e a condividere piccoli luoghi con altri ammalati sconosciuti in condizioni di igiene imbarazzanti.
Per chi non è ricoverato, è partito l’isolamento e il lockdown severissimo che costringe a stare in casa senza alcuna forma sostentamento e alimenti di vario genere, numerosi cittadini cinesi che stano organizzando proteste a suon di pentole battenti dai loro balconi e finestre per denunciare proprio l’assenza di cibo.
La Cina stessa si sta rendendo conto che la strategia ZERO Covid è forse destinata a fallire e che la convivenza con la pandemia è un fattore inevitabile almeno in questa che si auspica essere la fase calante della vita feroce della Covid-19 che si è trasformata in più e più varianti: Delta, Omicron 1, Omicron 2….
Sul versante italiano, abbiamo assistito ad un primo maggio con tutti i crismi del passato: concertone in presenza in piazza numerosa e affollata, cortei e scontri con i più facinorosi ed estremisti delle sfilate pro lavoro per tutti che si sono un pò agitati e una giornata piena piena di persone per strada, sulle spiagge, nei ristoranti, nei parchi, all’aperto per potersi godere una domenica doppiamente festiva proprio per l’addio tanto desiderato e ambito dei fastidiosi presidi di prevenzione anticovid e forse alla pandemia.
Cosa dire?…Mentre ci approssimiamo ad una estate potenzialmente liberatoria, sperando che la guerra così vicina non comporti alcun genere di intoppo o ostacolo, l’auspicio è di dire davvero ADIOS al virus e a tutte le sue compagne varianti per poter tornare nuovamente alla vita senza mascherine, green pass e possibilmente senza quarte dosi!