Le terribili rivelazioni sul modo in cui gli omosessuali vengono trattati in Cecenia ha dato vita ad un mare di sdegno sollevato, più che dal mondo istituzionale, dalle associazioni LGBT e dalla comunità artistica.
Di contro al silenzio di molti, alcuni hanno preferito dedicare il proprio lavoro e la propria passione alla denuncia, sperando così di sensibilizzare una cittadinanza che si sta certamente muovendo verso l’accettazione, ma spesso è ancorata ai limiti dell’omertà.
Consapevoli che il tacito assenso non è più dignitoso dello stigmatizzare, i fotografi Stefano Marino e Ivan Villanti hanno rappresentato, con immagini forti, le condizioni di persecuzione in un campo di concentramento ceceno.
Peacemakers (questo è il nome del progetto) ha raccolto queste immagini, coniugando le due anime del terribile scempio che si sta compiendo sotto lo sguardo complice del governo russo: da un lato la violenza inaudita delle persecuzioni, dall’altro il dolore ma anche la speranza dei detenuti.
Le foto sono esposte in occasione dell’evento “Tenda di pace”, dal 19 al 21 maggio, in piazza Duomo a Messina, col patrocinio del comitato Arcigay della città siciliana, sotto la direzione artistica di Diletta di Bartolo e Francesco Rinaldi.
E se nell’osservare queste immagini l’istinto porta a farci distogliere lo sguardo, è bene sforzarci di guardare con attenzione, mettere a fuoco i volti, le smorfie di dolore, gli occhi assenti.
Dolore, rabbia, a tratti incredulità. E’ solo provando sensazioni forti, che la consapevolezza di quanto sta avvenendo può imprimersi in noi, diventando realtà tangibile. Perché, sembrerà strano, ma di quanto sta accadendo in Russia se ne parla ancora poco ed è incredibile come, in occasione della recente visita del nostro Presidente della Repubblica a Mosca, si sia completamente taciuto sull’argomento. E’ evidente, allora, come la lotta di alcuni per i diritti di tutti necessiti di ancora più attenzione, perché tutti hanno il dovere di urlare quando la voce di alcuni è ridotta a un sussurro.