Siamo ad un anno e più di pandemia, eppure la sensazione comune è di esserci fermati…sospesi a mezz’aria in un futuro nebuloso senza sicurezze né punti di riferimento.
Certo, a differenza di un anno fa, ci sono i vaccini discussi e discutibili che, seppur in arrivo consistente da questa settimana, stentano ad essere somministrati.
Peraltro, la campagna vaccinale ha vissuto e vive un momento di confusione in tutta Italia con disorganizzazione e diversificazioni gestionali che portano sempre più lontano l’ambito traguardo della tanto auspicata immunità di gregge.
Nell’arco di questi mesi, la svolta governativa con un Governo di Unità Nazionale sembra voler affermare la gravità del momento e la scelta di combattere una guerra comune.
E così, la soluzione si è rinvenuta nel prolungare l’agonia economica di un Paese che arranca con ulteriori chiusure e restrizioni, un lockdown velato ma che non si chiami così…bensì col nuovo nome di battesimo: zona rossa.
Dunque, non importa da cosa si parte e in che colore ci si trovi, tutte le Regioni si tingeranno di rosso per il prossimo weekend pasquale, Pasquetta compresa.
Niente passeggiate all’aperto, niente picnic insieme sui prati, niente scampagnate o tavolate numerose…anche se il lasciapassare sulle reunions familiari può rivelarsi un’occasione propizia per i contagi.
Nell’immobilismo generale di ristoranti e attività commerciali, a fronte del dilagare di insoddisfazione e malumore popolare, arriva la decisione a sorpresa per Pasqua: la promessa di riaprire le scuole subito dopo partendo dai più piccini.
Ovviamente e compatibilmente con la curva dei contagi delle singole Regioni.
Volendo tirare le somme, l’uscita dal tunnel sembra ancora lontana e con il beneplacito di zone multicolori, passaporto vaccinale e stop and go di aperture e restrizioni, la sensazione é che il virus ci terrà compagnia ancora per molto anche se ha stancato…sconfortato…e demoralizzato tanti e tanti, soprattutto i più giovani che stanno perdendo avventure importanti della loro vita o i più anziani che stanno rinunciando agli affetti più cari.
La Pasqua può rappresentare una tregua alle privazioni affettive e relazionali, é vero, ma la morsa delle restrizioni ci ha ingabbiati e incattiviti al punto che “andrà tutto bene ” é una frase divenuta indigesta e non più accettata con canti liberatori dai balconi.
Ben venga allora la spinta ad una campagna vaccinale a tappeto sulla falsariga britannica in modo da combattere de visu finalmente il virus e prevenire e scongiurare la nascita di nuove temibili varianti che potrebbero raggirare la scienza e continuare ad imperversare nelle nostre vite, rubando libertà e normalità.