La città di Benevento è racchiusa tra due fiumi, il Calore ed il Sabato. Le sue origini antichissime l’hanno legata alla cultura pagana ed ai riti mistici. Benevento è stata sempre avvolta da un alone di mistero ed è nota per le storie su le streghe, che si tramandano da generazione in generazione. Si narra che le streghe avrebbero prediletto un albero in particolare, intorno al quale usavano compiere i loro riti. Quest’albero è il noce.
Fin dall’antichità, all’albero di noce vengono attribuite proprietà sia benefiche che pericolose Le janare adoravano riunirsi per i loro sortilegi sotto quest’albero.
Le janare erano le Dianare, cioè seguaci di Diana, coloro che celebravano i riti legati alla fertilità ed alla madre terra, insomma erano le streghe. Nell’immaginario collettivo, Benevento era il covo delle streghe ed in più era il luogo dove cresceva, un grande albero di noce intorno al quale tutte le più potenti janare, si incontravano per celebrare i loro riti demoniaci.
C’è chi dice che questo albero di noce preferito dalle streghe sorga in prossimità del torrente di San Lupo (in provincia di Benevento). Un corso d’acqua che gli abitanti del posto chiamano “il torrente delle Janare.”
Si racconta che una ragazza, non ancora adolescente, si avventurava molto sovente e sempre da sola, lungo la riva del torrente per andare a raccogliere dei fiori. Un giorno un cavaliere proveniente dal vicino castello di Limata la notò. L’uomo appena la vide se ne invaghì e, provò ad abusarne.
La ragazza miracolosamente riuscì a fuggire e si nascose in paese. Il cavaliere, vistosi rifiutare,per vendicarsi, raccontò a tutti che aveva visto la giovane in preda al delirio compiere riti demoniaci. Il racconto bastò ad aizzare tutto il paese contro la ragazzina. La catturarono e vane furono le sue urla e il suo proclamarsi innocente perchè non era vero quello che il cavaliere asseriva, ma nessuno la ascoltava, anzi la scaraventavano giù dal ponte. Il suo corpicino fu subito trascinato via dalla corrente. La ragazza annegò ma il suo spirito non abbandonò quel posto.
Il fantasma della ragazza fu risvegliato da alcune streghe dopo un rito che avvenne proprio sotto l’albero di noce. Il fantasma iniziò così ad aggirarsi in cerca di vendetta. Una volta scelta la sua vittima, la conduceva alla pazzia sconvolgendola con visioni atroci che la spingevano al suicidio.Molto spesso gli sventurati che il fantasma spingeva a lanciarsi proprio da quel ponte .
Tra le tante vittime ci fu anche un parente del nobile di Limata che, impazzito, si buttò nel torrente dal ponte affogando.