Vista la rubrica di cui mi occupo e la mia occupazione che mi mette a contatto con gli animali, la domanda che mi ripetono fino allo sfinimento i clienti è sempre la stessa “ma gli animali possono trasmetterci il Coronavirus?”. Non ho mai risposto con faciloneria e mai lo farò, preferisco sempre affidarmi a specialisti nel settore che con cognizione di causa possano non solo rispondere, ma anche motivare l’eventuale risposta.
Cerchiamo di capire, insieme, cos’è un Coronavirus e perché viene associato agli animali
Secondo il Ministero della Salute si tratta di una famiglia di virus che spaziano dal semplice raffreddore a sindromi respiratorie gravi (come la SARS). Il nome è dovuto alla sua forma al microscopio che ha un aspetto simile ad una corona.
I coronavirus sono stati scoperti negli anni ’60 e sono noti per infettare alcuni mammiferi (compreso l’uomo) ed uccelli. I primi bersagli sono le cellule epiteliali, l’apparato respiratorio e quello gastrico.
Il COVID-19 (co=corona, vi=virus, d=disease, 19=manifestatosi nel 2019) si è diffuso partendo dalla Cina, probabilmente, per il consumo di carne cruda di un animale ancora non identificato (si immagina un malcapitato pipistrello); quello che è certo è che si tratta di un animale selvatico, che non viene consumato abitualmente; questo però esclude che animali da compagnia possano essere fonte di contagio come vettori del virus; piuttosto il caso ad Honk Kong del volpino di Pomeriana che ha contratto il virus dal proprietario (positivo al covid-19 ed in quarantena) deve farci pensare che, forse, dobbiamo essere più noi a tutelare i nostri amici a quattro zampe che l’inverso.
Ricordiamo che la presenza di un animale domestico migliora il tono dell’umore e che, come è stato scientificamente provato, essere rilassati e sereni aumenta le difese immunitarie e migliora la circolazione sanguigna; possiamo dire, in maniera semplicistica, che chi possiede un pet ha meno probabilità di ammalarsi di una persona che non ne ha.
Certo, come sempre, occorre giudizio e mantenere le misure igieniche sanitarie corrette per la convivenza con i nostri pet, ma quello a prescindere da qualunque tipo di coronavirus; Il Professor Buonavoglia, docente di Malattie Infettive dell’Università di Bari di Medicina Veterinaria, suggerisce per le persone che risultino positive al coronavirus, di adottare le stesse misure di sicurezza con i propri animali che applicherebbero con un figlio per tutelarlo: evitare carezze, baci, contatti.
Proprio ieri la Garante degli Animali del Comune di Napoli, Stella Cervasio, dopo aver consultato la Asl Veterinaria, ha girato un videomessaggio su Facebook nel quale chiariva anche ai responsabili di Rifugi, Canili, Colonie Feline, che non gli è stato vietato di uscire dalla proprio abitazione, ma di fare assembramenti, pertanto gli animali di cui ci si occupa vanno sempre e comunque alimentati e curati, chiaramente nel rispetto delle norme di sicurezza e mantenendo tutto pulito, senza alimentare “fake news” e situazioni di panico.
Una cosa è sicura se noi riducessimo o eliminassimo il consumo di carne (in particolare cruda o poco cotta) rischieremo sicuramente meno di contrarre malattie, che sia il momento per una svolta vegana universale? Me lo auguro, per il nostro bene, ma soprattutto per quello dei nostri fratelli animali, vittime inconsapevoli della nostra follia!