La basilica santuario del Carmine Maggiore è una delle più grandi basiliche di Napoli. Risalente al XIII secolo, sita in piazza Carmine a Napoli adiacente a piazza del Mercato, teatro dei più importanti avvenimenti della storia napoletana da Masaniello a Corradino. All’interno L’icona della Vergine Maria del Monte Carmelo detta “La Bruna” una tavola di forma rettangolare, alta un metro e larga cm 80. L’immagine è del tipo detto “della tenerezza” I festeggiamenti della Bruna avvengono il 15 luglio di ogni anno con l’incendio del Campanile, un’usanza iniziata a metà del XVII secolo; un gioco pirotecnico che sembra avvolgere il Campanile dalle fiamme rappresentando così il crollo dello stesso mentre all’interno della chiesa viene issata l’icona della Vergine Bruna, anch’essa avvolta da uno spettacolare guizzare di fuoco e fiamme, per scongiurare il temuto crollo.
In questa chiesa esiste un famoso crocifisso miracoloso.
Dal 26 dicembre al 2 gennaio di oggi anno, questo Crocifisso è esposto. Questa data ha un significato ben preciso. La lotta, nel secolo XV, tra gli Angioini e gli Aragonesi, per il dominio di Napoli. Renato d’Angiò, fece collocare le sue artiglierie sul campanile del Carmine, trasformandolo in vera fortezza, quando Alfonso V d’Aragona assediò la città.
Secondo la tradizione il 17 ottobre 1439, l’infante Pietro di Aragona fece dar fuoco a una grossa Bombarda detta la Messinese, la cui grossissima palla, (ancora conservata nella cripta della chiesa), sfondò l’abside della chiesa e andò in direzione del capo del crocifisso che, per evitare il colpo, abbassò la testa sulla spalla destra, senza subire alcun danno.
Il giorno seguente, mentre l’infante Pietro dava di nuovo ordine di azionare la bombarda, un colpo partì dal campanile e gli staccò di netto la testa
Re Alfonso tolse allora l’assedio, il 2 giugno entrò in città, il suo primo pensiero fu di recarsi al Carmine per venerare il crocifisso e, per riparare l’atto insano del defunto fratello, fece costruire un sontuoso tabernacolo. Questo però fu terminato solo dopo la morte del re.
Oltre le canoniche date di esposizione, il Cristo dei miracoli è stato svelato anche nei periodi di grandi calamità. Come, per esempio, la peste del 1656, il terremoto del 1688.
In occasione di questo nefasto periodo a causa del covid 19 in Italia e nel mondo, al Crocifisso è stato tolto il drappo rosso che lo copriva e resterà esposto fino alla fine dell’emergenza .
(DA WIKIPEDIA)