La bellezza corrode chi non ce l’ha, è un’arma a doppio taglio e spesso a rimanere uccisi sono proprio le persone a cui è stata data in dono. La violenza di un mondo agguerrito come quello della moda può avere effetti devastanti sulle persone dagli animi fragili e gentili.
Questo è la storia di Gia.
Questa bellissima ragazza di Filadelfia, non pensava assolutamente di fare la modella, ma un talent scout la nota mentre lavora come cameriera e la lancia nel mondo della moda diventando subito una top model, anzi la prima supermodella ufficialmente riconosciuta. Gia, ha un carattere schivo, inizia a lavorare da ragazzina per sfuggire da una difficile situazione familiare fatta di violenze domestiche che la segna e ne fa aumentare la fragilità emotiva. Il lavoro sembra il lasciapassare per rendersi libera e forse felice.
E’ gay, lo ha sempre saputo e non si è mai nascosta, e non ha problemi a dichiararlo o a mostrarsi in compagnia delle sue fidanzate. Questo non la limita nel lavoro, anche se lavorare con lei come hanno ammesso fotografi e stilisti non era affatto facile, è di origini italiane, ha un carattere fumantino ed irascibile.
Siamo all’inizio degli anni 80 e Gia ha già lavorato per tutto il gota della moda, è ricca e famosa ma cova un malessere interiore che sfoga con l’uso di droghe, sempre più pesanti. Il mondo della moda con i suoi ritmi serrati e pressanti iniziano a pesarle e l’uso di droghe non fa altro che peggiorare il suo precario equilibrio mentale. Il lavoro peggiora il suo stato d’animo.
Inizia a saltare degli impegni, si presenta “alterata” ai casting, ha spesso segni rossi sulle braccia difficili da coprire con il fotoritocco e pian piano il lavoro inizia scarseggiare, lei preferisce andare in giro nei luoghi malfamati in cerca di droga e spesso si inietta l’eroina in qualche vicoletto buio. E’sola, lo è sempre stata, l’unica che le resta accanto è la compagna Elyssa Golden.
Tentò un ritorno sulle passerelle dopo essersi allontanata ma inutile, non è affidabile sul lavoro, è divorata dalle droghe e dai suoi demoni interni, il mondo della moda la scarica definitivamente.
Contrae l’AIDS forse con una siringa infetta e di lì a poco una polmonite le sarà fatale.
Muore nella città natia a soli 26 anni. Elyssa la raggiungerà in cielo con le stesse modalità pochi anni dopo.
Oggi ancora si parla di lei. A Gia è stato dedicato un drammatico documentario dall’inequivocabile titolo: The Self-Destruction of Gia.
Mito immortale!