Il nostro Paese, ormai da diversi anni e in progressione, vive una congiuntura connotata da particolare asprezza, con toni accesissimi, violenza verbale – e non solo – e un dibattito politico costantemente avvelenato. È una situazione che risulta scaturente da dinamiche che, in maniera preoccupante, paiono essere, sotto molteplici punti di vista, similari a quelle dei periodi più oscuri della nostra storia del secolo scorso. In questo amaro contesto, il dato che più duole constatare è costituito, quindi, dalle contrapposizioni tra ultimi alimentate a dismisura, dalle guerre fratricide, da tutto l’astio e l’ostilità mossi verso l’Altro da sé. La misura di quanto qui appena delineato è, del resto, pienamente riscontrabile sui social, su queste piattaforme digitali che sono entrate nella nostra quotidianità e che, oggi, sembrano diventate quasi uno sfogatoio di frustrazione, tra turpiloquio e arroganza, contro il diverso o, persino, contro chiunque cerchi di muovere un ordine di pensiero in contrasto con le logiche dilaganti dell’odio.
Testimoni di ciò, loro malgrado, sono anche I Sentinelli di Milano, vivace gruppo di attivisti – molto noti non solo nel capoluogo lombardo – i quali, nelle persone di due dei loro membri fondatori, Luca Paladini e Luca Caputa Curcio, da mesi subiscono minacce gravissime e intimidazioni di stampo squadrista, estese pure alle loro famiglie. Ebbene, alla base di tutto ciò vi è ovviamente il loro impegno a favore dei diritti civili, dell’uguaglianza, della laicità e dell’antifascismo, il quale, a quanto pare, disturba il precario equilibrio di qualcuno. In aggiunta, anche un’avvocata in prima linea per i diritti LGBT, Cathy La Torre, è vittima della stessa ondata di violenza.
Sulla scorta di un incisivo titolo de L’Espresso di questi giorni, “Uomini o no”, ci chiediamo se possano essere meritevoli della definizione di umani coloro i quali, per giunta dietro agli schermi e con profili fake, perpetuano queste forme vili di negazione della civiltà, di imbarbarimento. Con “Se questo è un uomo”, Primo Levi denunciò il calpestamento della dignità umana operato dai nazisti nei lager, e noi, con la stessa suggestione usata, in un certo modo, da un’altra angolatura, osiamo domandarci se sono uomini questi individui che mettono in atto, prima di ogni cosa, un’auto-vessazione del proprio intelletto, uno svilimento delle proprie persone, con la deportazione dei propri neuroni nei campi di sterminio recintati dall’idiozia.
Ci auguriamo, dunque, che le autorità competenti facciano al più presto il loro dovere e, nel frattempo, da Napoli a Milano, ci stringiamo attorno a I Sentinelli. Urgono nuove forme di Resistenza, nelle piazze come nel web, e gli attivisti milanesi in questione, in tal senso, hanno tanto da poterci insegnare al grido di “Stop Hate”, ovvero il motto usato in occasione della partecipatissima manifestazione da loro indetta a Piazza Della Scala, per richiedere maggiori attenzioni sui temi dell’omofobia, del razzismo e del cyber-bullismo.
È necessario, infatti, restare vigili perché, per citare ancora una volta Levi, “ il virus è spento, ma l’infezione serpeggia”. Tocca a noi, allora, tornare ad essere capaci di medicare e curare la nostra democrazia in affanno; tocca a noi continuare a credere nel pacifismo contro quanti vogliono arrivare addirittura a criminalizzare cultura, sentimenti ed empatia, ovvero tutto ciò che ci fa uomini. Restiamo umani.