Nel quartiere Pendino, nello scomparso Vico dei Cortellari, la leggenda racconta che vi fosse un palazzo nel quale dimorava un terribile mago. La gente del luogo, aveva addirittura paura nel passarvi davanti. Il mago era visto spesso alla finestra ad armeggiare con dei contenitori dallo strano contenuto rosso. Vi fu una donna, Jovannella de Canzio, che abitava nei pressi della dimora, che fu più coraggiosa di tutti i suoi vicini. Infatti incominciò a indagare su quale fossero le segrete attività del negromante, che tutti nominavano Chico. Scoprì che non si trattava di un uomo dedito alla magia, ma in realtà di un geniale cuoco. Visto che Jovannella e suo marito erano sguatteri nella cucina del Re, essa ebbe la curiosità di osservare le ricette dell’uomo. Chico prendeva un miscuglio di acqua e polvere ricavata dal grano, lo lavorava, ne faceva una sfoglia sottile che poi bolliva in un grosso recipiente, accompagnato da carne e da alcuni ortaggi che in città erano utilizzati dai saltimbanchi, per il gioco delle bocce: i pomodori! Dopo aver carpito questo segreto, la donna modificò leggermente la ricetta, aggiungendo all’insolito piatto, cipolla e strutto di porco. La pietanza divenne talmente famosa, che si decise di farla assaggiare allo stesso Federico II.
Il sovrano, avendo molto apprezzato, richiamò marito e moglie a corte per farsi spiegare il mistero di una tale bontà. Jovannella, per coprire il proprio segreto, raccontò un’originale storia, nella quale un angelo,mandatole in sogno, le avrebbe svelato la ricetta e suggerito di farla assaggiare al re. Federico II fece la fortuna dei due novelli cuochi, purtroppo non possiamo dire lo stesso dell’ingenuo mago Chico e del povero cuoco di corte, improvvisamente declassato. In realtà, l’origine dei maccheroni fu probabilmente molto più antica, risalente al Medioevo.
Il termine maccherone, deriverebbe dalla parola latina “maccare“, riportando al nostro immaginario la forma di uno gnocco, più che quella classica cilindrica che conosciamo. La prima vera pasta essiccata è di origine siciliana e porta come condimento miele e zucchero. La modifica salata è probabilmente risalente al 700, quando il popolo napoletano si trasformò da mangiafoglie, in quanto consumatore di insalata,frutta e brodo, a mangia maccheroni.