Alla maggior parte di noi fin dall’infanzia è stato detto che c’è una presenza benigna che ci accompagna ovunque per proteggerci: l’angelo custode, un angelo scelto nelle schiere celesti per ogni bambino che nasce e che percorre sempre al suo fianco le strade della vita. Se la figura dell’angelo da un lato è rassicurante (come angelo custode), dall’altro può essere inquietante. Infatti è una figura un po’ ambigua che nel vecchio e nel nuovo Testamento a volte sguaina la spada per conto di Dio, a volte è inviato come messaggero agli uomini ora con annunci di pace ora con comunicazioni terribili. Una figura su cui, nei secoli passati, si è discusso persino per definire di che sesso fosse, ma comunque una figura che ha suscitato sempre una sorta di curiosità nell’uomo tanto da farne l’elemento di punta di un gran numero di film. Per questa ragione questa settimana vi parlerò di 5 film dove gli angeli sono presenti o da protagonisti o come attori di interventi straordinari nella vita dei personaggi.
La vita è meravigliosa
La vita è meravigliosa è un film del 1946 diretto da Frank Capra. E’ uno dei film più popolari e amati del cinema americano, nel 1998 infatti l’American Film Institute lo inserì nella lista dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. Ottenne cinque candidature ai premi Oscar. Gli attori principali sono James Stewart, Donna Reed, Thomas Mitchell, Lionel Barrymore ed Henry Travers.
Tutta la storia ruota intorno a George Baily che da bambino salva il fratello caduto nel lago ghiacciato e da adulto si occupa di una banca che concede prestiti e aiuti perché ognuno possa avere una casa sua. Poi corteggia e sposa una ragazza e da lei ha diversi bambini: una vita felice, senza pretese, dedita al lavoro e alla famiglia. Ma un giorno l’errore di uno zio un po’ svampito porta alla perdita (in realtà furto da parte del cattivo di turno) dei soldi necessari a fare fronte al dissesto della sua banca, dissesto provocato proprio dal suddetto cattivo. George, preso dalla disperazione, và sul ponte per suicidarsi ma mentre sta per gettarsi nel fiume uno strano vecchietto si tuffa prima di lui e la sua indole generosa lo porta a salvarlo. Quando entrambi si trovano davanti alla stufa del guardiano del ponte il vecchio rivela a George di essere un angelo, ma un angelo di seconda classe perché non ha ancora avuto le ali e per guadagnarsele deve riportarlo sulla retta via. L’uomo dapprima non crede, ma l’angelo trova una soluzione: gli mostra come sarebbe stato il paese e la vita di tutti i suoi parenti e amici se lui non fosse mai nato.
“La vita è meravigliosa” è un classico intramontabile basato sui buoni sentimenti. Proprio per questo motivo la visione del film ci viene riproposta da diverse televisioni all’approssimarsi di tutti i Natali ed è quindi divenuta un rituale annuale per numerose famiglie. E’ una storia ben congegnata pur essendo lineare, la regia di Frank Capra è come sempre magistrale, l’interpretazione del simpatico e allampanato James Stewart è bellissima. E’ una pellicola da vedere e rivedere capace di suscitare ogni volta la stessa emozione.
Il paradiso può attendere
Il paradiso può attendere è un film di Warren Beatty e Buck Henry del 1978. Il film è un remake di “L’inafferrabile signor Jordan” girato nel 1941 da Alexander Hall. Gli interpreti principali sono Warren Beatty e Julie Christie.
E’ la storia di un giovane campione di football americano, Joe Pendleton, che viene trasportato in paradiso prematuramente per errore del suo angelo custode. Infatti Joe, rimasto coinvolto in un incidente, non sarebbe dovuto morire ma l’angelo, convinto del contrario, ha pensato bene di evitargli inutili sofferenze ed ha staccato troppo presto l’anima dal corpo. Quando in paradiso si accorgono dell’errore ordinano all’angelo di rimettere l’anima al suo posto, ma sfortunatamente nel frattempo il corpo di Joe è stato cremato. Il destino non può essere cambiato e il giovane deve tornare sulla terra per cui gli viene offerto provvisoriamente il corpo di un ricco industriale che sta per essere assassinato dalla moglie e dall’amante di questa. L’accordo prevede il successivo passaggio in un altro giocatore di football perché Joe non vuole rinunciare alla sua vita di sportivo, ma l’incontro con una giovane ambientalista di nome Betty della quale si innamora farà sì che l’uomo non voglia abbandonare il corpo dell’industriale. Come già detto però, il destino dovrà seguire il suo corso e Joe sarà costretto a sottostarvi.
E’ un film brillante, gli attori sono ben assortiti e simpatiche le figure da essi interpretate, soprattutto gli angeli che qui appaiono come seri impiegati in giacca e cravatta e che sottostanno a una rigida gerarchia e a regole prestabilite. La storia non scade mai nell’eccesso e nel ridicolo ma rimane un racconto surreale in cui si interseca una delicata storia d’amore. Nell’insieme è un film che si lascia vedere piacevolmente.
Il cielo sopra Berlino
Il cielo sopra Berlino è un film del 1987 diretto da Wim Wenders. La pellicola è stata presentata in concorso al 40esimo Festival di Cannes dove ha vinto il premio per la migliore regia. Ha riscosso un grande successo, tanto che sono stati realizzati un sequel (Così lontano, così vicino) e un remake americano (City of Angels – La città degli angeli). Gli attori principali sono Bruno Ganz, Otto Sanders e Solveign Dommartin.
A Berlino si aggirano numerosi angeli in grado di sentire i pensieri degli esseri umani e cercare di alleviare i dolori dei più sofferenti. Essi non sono visibili agli adulti ma lo sono agli occhi dei bambini, poiché essi sono gli unici a guardare ancora verso il cielo. Due di questi angeli, Damiel e Cassiel, si ritrovano periodicamente per raccontarsi le reciproche esperienze. Damiel vorrebbe poter diventare uomo per percepire il senso della materia e della quotidianità e grazie a una trapezista e a un attore prenderà una decisione fondamentale.
Wenders, rientrato in Europa dopo l’esperienza americana di Hammett e di Paris, Texas, va alla ricerca delle proprie radici culturali e sceglie Berlino come coprotagonista di quello che è considerato unanimemente il capolavoro dell’intera filmografia wendersiana. Wenders cerca un punto di vista fuori dall’umano per fare parlare i luoghi, dare una voce alle strade. Gli angeli vedono l’essenza delle cose e la splendida fotografia di Henri Alekan, prima con il bianco e nero e poi attraverso il colore, riesce a dare la voce ad ogni singolo riflesso di luce e ad ogni ombra. La missione di questi angeli è quella di vedere, memorizzare e preservare la realtà perché il film è una riflessione sul passato, presente e futuro di Berlino. Non basta però osservare la realtà e condividerne con distacco i sogni e le disillusioni, ecco perché l’angelo Damiel, innamoratosi della malinconica trapezista Marion, sceglie di trasformarsi in una creatura fatta di carne per sperimentare la passione e il dolore e per la prima volta, dopo la caduta dall’immortalità, sarà in grado di vedere i colori.
Angel – A
Angel-A è un film del 2005, scritto e diretto da Luc Besson. Gli interpreti principali sono French Jamel Debbouze e Rie Rasmussen.
Andrè è un magrebino che deve soldi a mezza Parigi: è indebitato fino al collo con alcuni esponenti della mafia locale. Esasperato arriva a chiedere aiuto direttamente a Dio, ma non ricevendo nessuna risposta decide di suicidarsi gettandosi nella Senna. Qualcun altro però ha la sua stessa idea: Angela, una bellissima ragazza bionda che Andrè salva nell’unico atto di coraggio compiuto nella sua vita sino ad allora. Per sdebitarsi, la ragazza gli offre di fargli da “angelo custode” per salvarlo dal baratro.
“Angel-A” di Luc Besson è il personale tributo che il regista dedica alla propria città: Parigi. Besson fa passeggiare i suoi personaggi per tutti i luoghi che meglio raffigurano la capitale francese nell’immaginario di turisti o abitanti e li valorizza attraverso la bellissima fotografia in bianco e nero del grande Thierry Arbogast, collaboratore di Luc Besson fin dagli inizi. “Angel-A” è ricco di citazioni a pellicole del passato, primo fra tutti “La vita è meravigliosa”. Come nel film di Frank Capra l’altro aspirante suicida è in realtà un angelo, e che razza di angelo! In principio Andrè crede di aver salvato dall’annegamento quella che gli sembra una prostituta d’alto bordo e non crede assolutamente di avere a che fare con un vero angelo, ma poi deve arrendersi all’evidenza. Se mettiamo l’angelo di Besson a confronto con l’angelo di Capra troveremo certo delle enormi differenze, a partire dal fatto che l’angelo di Besson va a salvare un personaggio che vive di basse pratiche illegali e non il bravo padre di famiglia! Alla fine poi fra Andrè e Angela sboccia l’amore, a dimostrazione che queste cose possono accadere anche tra creature tanto differenti. Oltre al fatto che Andrè è un essere umano mentre la ragazza è un angelo, lui è un uomo piccolo, brutto, scuro e male in salute, mentre lei è bella, bionda, alta ed atletica. Memorabile la scena nella quale Angela si alza in piedi per la prima volta torreggiando sui suoi tacchi al di sopra di Andrè. “Angel-A” è un film cinico e ingenuo, è una bellissima favola moderna con una morale sulla vita.
Dogma
Dogma è un film del 1999 scritto e diretto da Kevin Smith. E’ stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes. Gli attori principali sono Matt Damon, Ben Affleck, Linda Fiorentino, Alan Rickman, Chris Rock, Jason Mews, Kevin Smith, Salma Hayek, Alanise Morisette.
Bartleby e Loki, due angeli caduti e rinnegati, sono costretti a rimanere per l’eternità nel Wisconsin, luogo che considerano peggio dell’Inferno stesso. Stanno cercando un modo per sfuggire all’esilio eterno, quando Bartleby finalmente trova una scappatoia in un dogma cattolico che permetterebbe a entrambi di ottenere l’indulgenza plenaria e quindi di poter tornare in paradiso purificati da ogni peccato. Il piano è semplice: passare sotto l’arco benedetto di una Cattedrale nel New Jersey durante l’inaugurazione della stessa. Ma il piano dei due angeli giunge alle orecchie delle Potenze Celesti e il serafino Metatron, il portavoce (letteralmente) di Dio, affida il compito di fermarli a Bethany Sloane, una ragazza che lavora in una clinica per aborti nell’Illinois, la quale ha perso la fede dopo che un’infezione all’utero l’ha resa sterile facendo fallire il suo matrimonio. Riuscirà Bethany, con l’aiuto di due improbabili profeti e del tredicesimo apostolo, a salvare il mondo?
Il film è una chiara satira sulla Chiesa cattolica e sulla fede il che ha causato, all’epoca dell’uscita del film nelle sale, parecchie polemiche. Alcuni momenti della pellicola sono stati considerati addirittura blasfemi, come ad esempio la scena che mostra la statua del “Cristo Compagnone” che fa l’occhiolino e il pollice in su. Attraverso i suoi strani personaggi è vero che Kevin Smith attacca la Chiesa e i suoi dogmi, ma lo fa con garbo e senza mai eccedere. In maniera ironica e divertente ribalta tutti i nostri punti fermi: Dio ha l’aspetto di una donna ed è appassionato di Skee-Ball; Gesù Cristo era nero e aveva fratelli e sorelle sparsi per il mondo; i morti spiano gli esseri umani, ma lo fanno soprattutto quando questi ultimi si trovano sotto la doccia! Smith poi affronta altri argomenti “scottanti” tra i quali la Bibbia, i Vangeli apocrifi, la teologia e il femminismo. Il film è veramente divertente ma oltre a ciò è davvero ben confezionato: ha una trama appassionante e una struttura solida, non ci si annoia mai e dà anche molti spunti di riflessione, perché lo scopo del regista è quello di far intendere che la religione non dovrebbe essere vissuta con quel senso di pesantezza e con l’autoflagellazione.