La settimana, appena trascorsa, é stata densa di avvenimenti.
Abbiamo assistito inerti e infastiditi alla telenovela sulla ragazzina russa che, per una segnalazione fatta alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, era alla ricerca della sua famiglia di origine e, per una serie di ipotesi avanzate, a partire dalla sua presunta età, si pensava potesse essere la piccola Denise Pipitone, scomparsa, ormai, all’età di 4 anni a Mazara del Vallo ben 17 anni fa.
La televisione italiana tutta si é prestata ad un gioco perverso alla caccia della notizia e dello scoop, dimenticando il dolore dei genitori di Denise e la loro disperazione; ma la cosa peggiore é stata nell’aver contribuito alla spregiudicatezza della televisione russa che é stata inarrestabile nel cavalcare l’onda dell’audience e nel tentennare a rilasciare, persino, il gruppo sanguigno, in loro possesso, considerandolo un dato prezioso su cui avrebbero voluto, con morbosità, realizzare ancora diverse trasmissioni, lasciando in attesa i protagonisti attoniti della vicenda.
Solo l’esasperazione e indignazione dell’avvocato della madre di Denise hanno sbloccato la situazione con l’ufficialità dell’informazione per cui la russa non é Denise…e, finalmente, fine della sceneggiata! come ha dichiarato un noto giornalista.
E così, mentre ci riprendevamo dallo choc della tv del dolore, due alti rappresentanti delle istituzioni europee hanno deciso di far visita al dittatore turco, aspettandosi di essere ricevuti con il cerimoniale dovuto e invece…surprise!
Gli ospiti erano due ma di sedie disponibili solo una!
E così mentre il dittatore da iena ridens si beffeggiava dell’evidente disagio della Presidente della Commissione Europea…Ursula Von Der Leyen la quale, con un educato e maldestro “ehm” non trattenuto, si accomoda sul divano, in posizione distante ai due uomini politici che continuano amabilmente la discussione senza che le loro espressioni facciali tradiscano mai, nemmeno per un secondo, la difficile gestione del momento.
In una fase della nostra storia attuale che é divenuta estenuante a forza di ripetere l’importanza del riconoscimento della parità di genere, la visione di questa scenetta istituzionale fa sorridere e rabbrividire allo stesso tempo.
Non può non considerarsi la bestialità dell’evento in sé: anzitutto la reazione o forse, meglio dire, la mancanza di reazione del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, belga di nascita, nazione da sempre culla di alcune delle istituzioni europee…eppure questo signore non ha fatto il benché minimo gesto e ora, con parole di scuse, prova a redimere la sua colpa e la sua onta in nome delle trattative diplomatiche in atto con la Turchia.
In verità, anche nella sua scusatio, mancano le uniche parole vere e cioè che la Presidente della Commissione Europea ha un ruolo di rappresentanza istituzionale superiore alla sua, seppure donna, e, in virtù di questo suo ruolo, le spettava di diritto la sedia, seppure in Turchia scarseggiano per le donne!
Non si tratta solo di parità di genere, si tratta del rispetto di ciascuno e del ruolo che si ricopre a prescindere dalla presenza o meno del cromosoma y.
Si sente tanto chiacchierare della parità di genere e si sente parlare di un’Europa democratica e all’avanguardia dei diritti, insomma con questo episodio siamo stati risucchiati secoli addietro con logiche medievali e imbarazzanti esitazioni di fronte ad un dittatore.
Charles Michel, ove avesse agito ed evidenziato la sua “subordinazione gerarchica” alla collega tedesca, nonché una forma di gentile galanteria che non è mai retrò- tutt’altro!- allora sì sarebbe passato alla storia per un uomo diverso che affronta la sfrontatezza, ricercata e voluta, di un dittatore con il guanto di sfida del rispetto, segnando l’obiettivo di un giusto riconoscimento al ruolo femminile nella società in deciso contrordine con la revoca da parte di Erdogan – di recente, nel marzo 2021 – dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, definita Convenzione di Instabul perché sottoscritta in Turchia nel 2014!!!
Il che rende l’idea del pensiero dello statista turco sull’argomento.
E, poi, così con un “coup de theatre” il principe Filippo di Edimburgo ad un passo dai suoi 100 anni ci ha lasciato, avviando il Regno Unito ad un lutto nazionale di nove giorni.
Un uomo che ha vissuto nel dietro quinte della forza di governo e del carisma indiscutibile della Regina Elisabetta nei confronti del quale il popolo britannico si sta rivelando devoto e riconoscente per la sua umanità e la sua umiltà pur circolando meme divertenti su tutte le sue gaffes.
Osannato come un Dio da una tribù in Oceania dove esiste il movimento del Principe Filippo, un vero culto diffuso tra i membri della tribù Yaohnanen, nella parte meridionale dell’isola di Tanna, nello stato oceanico di Vanuatu il quale considera per l’appunto, il Principe Filippo, un essere divino.
Al di là delle divagazioni delle notizie offerte in questa settimana, resta il sottofondo onnipresente del Covid-19 che continua a circolare insistentemente nel nostro Paese seppure da oggi una parte della Penisola torna in arancione con un colpo di scena rosso per la Sardegna che, in poco più di un mese, è sbalzata da zona bianco a zona rouge senza passare dal via!
Anche la Campania é ferma lì.
A protestare commercianti a suon di mutande con tanto di flash mob con slip di ogni colore per evidenziare la disparità di trattamento tra categorie commerciali con negozi di intimo aperto e tutto il resto escluso.
E, in tutto questo marasma, con la città partenopea in completo subbuglio, traffico da tempi ante-covid e parchi sotto assedio, tutti i negozi aperti con serrande semichiuse ma, comunque, operativi nel silenzio assenso circostante, De Luca tuona contro tutti e si scaglia contro il Presidente del Consiglio Draghi per la strategia vaccinale e per le dotazioni ricevute.
Peraltro, è da poche ore che un ulteriore schiaffo ha colpito il Governatore campano in pieno volto con la bocciatura da parte di Figliuolo dell’idea di vaccinare a tappeto le popolazioni delle isole per renderle pronte ad affrontare la prossima stagione turistica.
Nulla di fatto! Per il Commissario nazionale, si deve procedere per età e fragilità e non per categorie.
Il problema è la completa assenza di una qualsivoglia forma di certezza se persino l’Ema che dovrebbe tranquillizzarci sulla buona efficacia dei vaccini, brancola nel buio e sul vaccino Astrazeneca per il quale si conferma il probabile nesso con episodi trombosici, si é innescata una vera sfiducia popolare.
Riconosciuto inizialmente per gli infra cinquantacinquenni, poi esteso agli over 60 e ora riconosciuto solo per gli age’, ma, comunque, somministrabile in seconda dose per gli infra 55enni, resta, ormai, il dubbio insinuato nelle menti degli italiani che non si tratti di un vaccino affidabile.
Nel pieno di una campagna vaccinale che deve correre e raggiungere l’immunità di gregge, la paura diffusa e il tentennamento di accettare un vaccino che non fa stare sicuri, non é, di certo, fonte di incoraggiamento.
Insoddisfazione e diffidenza sono le sensazioni più diffuse e sono la prova dell’insuccesso di una politica – tutta – che avrà, pure, stipulato un patto per l’unità e la salvezza nazionale ma è lontana anni luce dalla realtà quotidiana dei cittadini.
I poveri sono aumentati in modo esponenziale con Caritas e mense pubbliche affollate a dismisura.
Si cerca una data per un rilancio e si vocifera possa essere il 20 aprile …del 2021 anche se mi sembra un po’ azzardato, a dire il vero!
Meno male che questa settimana su Amazon Prime è approdato LOL chi ride é fuori.
Un successo enorme con acclamazione ed entusiasmo dilagante, escluso Aldo Grasso a cui non é piaciuto e non ha fatto ridere.
Una decina di comici di tutte le generazioni con modalità comiche differenti costretti a non ridere ma a far ridere gli avversari colleghi per portare a casa la vittoria, consistente, peraltro, in un premio di 100mila euro da donare in beneficenza.
Sarà l’anno di digiuno totale di risate e teatro, nonché un po’ di sana o, anche costruita, improvvisazione, che la sit-come ha avuto successo e, in qualche modo, ha distratto dal monodramma che viviamo tutti da un anno a causa della pandemia.
Con un incerto Fedez e una sempre colorita Maionchi, il programma va da sé e porta alla luce qualcosa, non visto finora, che, magari non sarebbe stato nulla di che in epoca normale o forse manco sarebbe esistito, ma in epoca Covid ha avuto il merito di dare una boccata d’aria diversa e incantata, favorendo 6 ore di evasione e distacco dalla vita reale.