Dopo un’accurata analisi dei dati e le valutazioni dei casi, finalmente si sta riacquistando faticosamente un poco di fiducia nel vaccino AstraZeneca; probabilmente si sta comprendendo che i tanto temuti episodi di trombosi verificatesi ne vaccinati, siano una goccia d’acqua in un oceano. Proprio riguardo le analogie con il mare ecco che arriva, però, una nuova ondata di terrore mediatico riguardo il vaccino Johnson & Johnson.
Nella scorsa settimana le autorità federali sanitarie americane hanno, per via precauzionale, raccomandato la sospensione della somministrazione del vaccino Johnson & Johnson poiché si sono registrati 6 casi di trombosi due settimane dall’iniezione del vaccino. Specifichiamo che i 6 casi in questione si sono verificati su 6,8 milioni di dosi somministrate, cioè nello 0,00008%. Si tratta in tutti i casi di donne tra i 18 ed i 48 anni; generalmente, i sintomi sono emersi tra 6 e 13 giorni dopo la somministrazione del vaccino.
Il vaccino della J&J agisce in modo simile a quello AstraZeneca, in poche parole utilizza un Adenovirus attenuato che trasporta la famosa proteina spike del SARS-CoV-2, presentandola così al nostro sistema immunitario il quale provvederà a formare gli anticorpi specifici.
Data la somiglianza tra i due vaccini in questione, è molto semplice dire che gli episodi di trombosi siano associati al tipo di tecnologia con la quale sono stati realizzati, ma in medicina non è così semplice ottenere la risposta, anzi si deve dimostrare con metodo ed oggettività una relazione tra causa ed effetto. Per tale ragione diversi ricercatori si sono messi all’opera proprio per verificare eventuali relazioni. Attualmente vi sono diverse ipotesi sulle quali si sta lavorando per spiegare la causa di questi rari eventi avversi verificatesi dopo la somministrazione di alcuni vaccini.
L’ipotesi attualmente più accreditata sembrerebbe essere legata alla formazione di anticorpi contro il fattore piastrinico 4 (PF4). Questa condizione è già nota in medicina, esiste infatti, una patologia conosciuta come HIT (Trombosi Indotta da Eparina) nella quale l’eparina invece di fluidificare il sangue scatena eventi di trombosi. I rari eventi verificatisi negli ultimi mesi in seguito alla somministrazione del vaccino sono molto simili a tale condizione.
La HIT è causata da una reazione immunitaria umorale diretta contro un complesso che coinvolge il fattore piastrinico 4 endogeno (PF4) e l’eparina esogena: gli auto-anticorpi riconoscono il PF4 solo quando è complessato con l’eparina. Questo complesso immunitario attiva le piastrine circolanti attraverso i loro recettori di superficie, causando trombocitopenia (riduzione delle piastrine) da consumo e ipercoagulabilità del sangue.
Il meccanismo di trombosi, presumibilmente scatenato dal vaccino, è molto simile a quello sopradescritto, per tale motivo si va sempre più delineando la pista della trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino (VIPIT) nella quale si rilevano gli anticorpi anti-PF4 come nella HIT. Ancora non è definito però l’elemento che causi la formazione degli anticorpi anti-PF4. È da ipotizzare che la presenza della proteina Spike possa indurre la formazione oltre agli anticorpi addetti alla difesa del nostro organismo, anche ad anticorpi diciamo “anomali” per l’appunto gli anti-FP4.
Il problema, quindi potrebbe non riguardare solo l’ormai famoso vaccino AstraZeneca, ma anche gli altri prodotti che in ogni caso inducono la produzione da parte del nostro sistema immunitario della proteina Spike.
Non è noto se tale anomalia possa essere legata a un fattore predisponente individuale ed attualmente non esistono test ematologici che servano ad individuare tale predisposizione; sottoporsi ad esami ematologici prevaccinazione, attualmente, non ha alcuna indicazione.
Si deve però ribadire che i casi di trombosi sono rarissimi e che il rischio di trombosi in corso di infezione da SARS-CoV-2 è enormemente maggiore rispetto a quello dovuto alla somministrazione del vaccino, quindi la bilancia rischi/benefici pende inequivocabilmente in favore dei vaccini e non facciamoci spaventare da notizie che sembrano essere infinitamente più drammatiche della realtà.