Le sopracciglia si rialzano ed incurvano. Si formano delle piccole rughe sulla fronte.
Occhi aperti, bocca aperta e… sorpresa!
Uno stimolo inaspettato, che sia visto, udito, odorato, assaporato, toccato o percepito, ci invade o contraddice le nostre convinzioni e in un attimo ci coinvolge la sorpresa.
La sorpresa è un’emozione che dura solo un attimo. Come uno schiocco di dita. È l’emozione più breve ed è il presupposto per il sorgere di tutte le altre emozioni.
Qualcosa accade, e per un piccolo istante la sorpresa attiva una reazione fisica e una mimica facciale poi, si ha il tempo di pensare cosa sta accadendo, e non si è più sorpresi.
In un mondo dove domina l’abitudine, l’iper-organizzazione e la tecnologia, la sorpresa può offrire opportunità di crescita.
Ci permette di orientare l’attenzione.
Ci mostra il mondo con uno sguardo nuovo, più ampio.
Ci crea la condizione e la possibilità per cambiare prospettiva e aprire le porte a qualcosa di nuovo.
L’attività cognitiva aumenta. Analizziamo e valutiamo senza la capacità predittiva e senza controllo.
Crea un effetto di “mente vuota”.
Decelerazione fasica della frequenza cardiaca, vasocostrizione periferica, vasodilatazione cefalica. Aumento improvviso della conduttanza cutanea.
È come se fossimo progettati per la sorpresa. La cerchiamo ovunque, al cinema, nei libri, nella ricerca di nuovi locali o di nuove ricette, nel racconto di barzellette.
La cerchiamo nella vita di coppia e vicino le ricorrenze o le festività.
La cerchiamo perché è un’emozione chiave che rompe gli schemi e ci fa capire il mondo.
Spesso però, se esposti in modo eccessivo alla sorpresa ci sentiamo vulnerabili.
Ci sentiamo sovraccaricati e stanchi di energia. Ci ritroviamo in una situazione di stress.