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Reading: Heartstopper recensione sulla prima stagione
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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
L'angolo della Pecora Rosa

Heartstopper recensione sulla prima stagione

Carlo Kik Ditto
Carlo Kik Ditto 2 mesi fa
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4 Min Lettura
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Si è fatto tanto clamore intorno a questa serie Netflix tratta dal famosissimo fumetto Heartstopper, di Alice Oseman che ha protagonisti  Nick e Charlie ed il loro amore adolescenziale, e pare che sia piaciuta a tutti, ma io, e credetemi non sono quasi mai un bastian contrario non sono d’accordo con le recensioni smielate e positive che ho letto in giro. Ovvio, il primo “step” è stato guardare la serie per capire di cosa si trattava.

L’idea è molto carina se non fosse che siamo nel 2022 e certe situazioni sono superate. Le giovani generazioni sono sveglie e disinvolte rispetto a quelle precedenti. I due protagonisti, nei ruoli classici del gay represso sportivo che fa finta di andare dietro alle ragazze e l’altro più sensibile e più aperto verso gli altri sono esattamente due prototipi, quasi situazioni simulate nello stile americano, la scuola, gli insulti disegnati sull’armadietto in corridoio, le risse, lo sport ed il ballo. Vero che tutto è tratto da un fumetto ed il taglio è quello, dialoghi standard e ruoli predefiniti, la coppia lesbica già emancipata, il bullo e la ragazza di colore riflessiva e non popolare. Anche il finale è banale, lo si evince già dalla prima puntata (ma se fosse stato diverso la serie perderebbe la sua essenza). Non sto dicendo che Heartstopper sia un cattivo prodotto, ma solo che i tempi sono cambiati e sembra una serie degli anni 80 (telefonini a parte). Ma è anche vero che situazioni del genere ancora accadono e i giovani hanno difficoltà a fare coming out. Ma non basta.

Ormai i gay sono stati sdoganati in tv e di serie simili ce ne sono parecchie. Poteva essere un Queer as folks del 2022, invece è un fumetto romantico in salsa gay zeppo di luoghi comuni dove però tutto resta in ordine e nessuno esce dal seminato (no scene di sesso, parolacce o altro), se questo era l’intendo dei creatori ci sono riusciti perfettamente. Se invece la serie vuole essere una novità assoluta allora per me ha fallito. Ha un qualcosa di già visto e rivisto in altre serie e film, situazioni tipo, un po’ scontato sapere già come andrà a finire. Mancano storie parallele o forse verranno sviluppate in una ipotetica seconda stagione.

Un prodotto senza pathos, perbenista ma anche dolce se vogliamo, ma che al mio palato non porta nessun gusto.

Mi domando: Heartstopper  vuole dare una rappresentazione degli adolescenti gay di oggi, oppure è un prodotto per avvicinare le famiglie ed i ragazzi ai temi già noti del bullismo e del coming out?

Tanti diranno che non ho capito nulla della serie, della tenerezza (appunto) che caratterizza l’intera vicenda, ma io trovo molto più veritiero e combaciante con la realtà serie come Euphoria e Sex Educational.

Nick e Charlie -e benedico il loro amore- andrebbero bene ai tempi di Jane Austen, e in quel contesto sarebbero originali.

Qui no!

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Carlo Kik Ditto Giu 30, 2022
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Pubblicato da Carlo Kik Ditto
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Autore dei romanzi "La pecora Rosa"e "Crazy Bear Love" e "A Destra dell'Arcobaleno" e giornalista,Carlo Ditto con la sua ironia e il suo tono sempre sopra le righe,riesce a raccontare in modo davvero unico,la quotidianetà.Nella sua rubrica "L'angolo della Pecora Rosa",accompagnerà i nostri lettori nel mondo LGBT.
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