Settimane di inciuci di Palazzo, smentite autorevoli, interviste pilotate e giochi di poltrona, per decidere le sorti del prossimo inquilino del Quirinale.
Sergio Mattarella ha detto e ridetto, ribadito e straribadito la sua fuga definitiva dalla Presidenza della Repubblica.
Eppure, serpeggia ancora la speranza di ancorarsi a lui come ultima chance per salvare un’Italia insalvabile.
L’imbarazzo più grande è assistere inerti ad uno spettacolo indecoroso laddove una decisione cruciale, significativa e, ancor più, simbolica in questo momento storico, diviene uno show da strapazzo per contendersi un trono e far pendere l’ago della bilancia nei confronti di una o di un’altra forza politica: tutte individualmente troppo fragili per misurarsi col ruolo e primeggiare, imponendo un nome.
Ed è questo che fa rabbrividire noi spettatori più di tutto: l’idea che dietro il nome non ci sia qualcuno, ma solo una strategia spietata al massacro tra le forze politiche.
E così per giorni abbiamo visto imperversare in tv un esasperato e stanco Vittorio Sgarbi che tra il gruppo misto e gli indecisi parlamentari cercava di accaparrarsi quanti più voti possibile per una fantomatica corsa al Quirinale del Berlusca nazionale.
Apriti cielo tra si e no, negazionisti e sostenitori, destra e sinistra (ammesso che esistano)…sembrava il candidato di nessuno, sparato lì a caso per destabilizzare…e poi con la solita saggezza che contraddistingue il Cavaliere arriva puntuale la retromarcia con tanto di dichiarazione contenente anche una esplicita indicazione o ricetta per il futuro: “Ho i numeri ma rinuncio. Draghi resti a Palazzo Chigi!“.
Posizione ribadita anche da Salvini che dice no a Draghi al Quirinale.
E chissà dopo le miriadi di schede bianche di oggi in Parlamento da parte dei grandi elettori si possa rinvenire una persona in grado di fare il Presidente della Repubblica e partecipare a questa farsa delle nominations da Grande Fratello.
Immaginare che l’Italia non abbia alternative e che quasi quasi piazzi Draghi sia al Quirinale che a Palazzo Chigi, avviando l’idea di una repubblica presidenziale quale non è il nostro paese, costituzionalmente parlando, desta non poche perplessità e fa raggelare il sangue.
E la battuta più divertente per placare gli animi è la farsa al femminile…in Italia manca una figura femminile che riveste ruoli politicamente importanti e allora immaginiamo di collocarne una o a Palazzo Chigi o al Quirinale, ma quasi quasi dopo un pò di riflessioni e confronti, nessuna sembra poi proprio adatta al ruolo!
Una donna attenzione…appartenente al genere ma poi in fondo in fondo forse non siamo ancora pronti a tanto!!!!
E così Letta e Salvini si incontrano per definire una strategia comune, a suon di pesi e contrappesi, cambi e scambi, per assegnare il trono di spade al meritevole da larga ampia incomprensibile intesa.
Tutto questo avendo sullo sfondo una delle fasi più critiche per la pandemia con l’arrivo della variante Omicron che sta facendo girare vorticosamente il pallottoliere dei contagi con numeri da brividi e medie di circa 200 mila contagi giornalieri, ospedali al collasso, regole che cambiano all’istante e che non riesci ad imparare le vecchie che ne arrivano di nuove, confusione tra quarantene e quarantenati, con positivi in libera uscita e negativi isolati e abbandonati al loro destino di isolamento da asl intasate e stremate, a fronte di una ostinazione dei no vax e l’impossibilità concreta di effettuare controlli sui green pass come si vorrebbe e pretenderebbe nell’introduzione del nuovo decreto e poi, dulcis in fundo, la pantomima dei 100 euro di multa per svaccinati e smascherati over 50…e non voglio nemmeno immaginare l’insurrezione popolare anche dei fedelissimi e fidelizzati di pfizer e moderna ove entrasse in scena la quarta dose dei super poteri!!!
La sensazione banale è che in questo momento la salute degli italiani sia passata al secondo posto nelle priorità del calendario della politica laddove ciò che conta ora è la saga del posto da assegnare piuttosto che la salvaguardia dei cittadini dal picco che si scongiura raggiunto, con la questione se vale la pena comunicare con cadenza quotidiana l’ammontare di contagiati e morti, una sorta di censura autorizzata dettata dal momento non di certo da una sensibilità particolare improvvisata sbucata dai cuori dei tecnici della fase epidemica attuale…
E solo l’idea che per oscurare momentaneamente lo schermo sulla pandemia, per puro opportunismo politico, e dare rilievo e risalto esclusivamente ai giochetti di potere in mano ad una rappresentanza politica imbarazzante e scollata totalmente dalla realtà del Paese, si debba ricorrere a giocare a nascondino coi dati dell’andamento dei contagi, sembra evocare idee poco democratiche che con la ricorrenza della giornata della memoria di qui a qualche giorno, fa riflettere profondamente e con amarezza, sulla pochezza delle scelte e sulla scia di un andazzo dell’Italia che non ci rende orgogliosi agli occhi del mondo.
A prescindere dallo scioglimento della riserva che si auspica possa avvenire nelle prossime ore con la scelta condivisa e l’individuazione di un candidato davvero valevole e dal profilo eminente nel rappresentare l’Italia nel mondo e responsabile nel guidare, con scienza e coscienza, la politica italiana in un momento così sbandato, resta tutto un grande enigma e i nomi che escono sembrano più una presa in giro che un vero disvelamento dell’asso di cuori.
Perché se è vero che Mario Draghi ha rappresentato un momento di svolta, è anche vero che la sua ascesa al Colle non appare degna del plebiscito che forse lui si aspettava da tutte le forze politiche che ha tenuto imbrigliate e unite nel suo curioso Governo.
Allora che si tratti di figura di unità nazionale e magari anche di genere femminile, così da segnare davvero un nuovo passo nella storia della politica italiana, l’auspicio è che si tratti di qualcuno che sia in grado di riprendere le redini di un Governo diviso e spaccato al suo interno per ripristinare, nelle priorità dell’agenda politica, le vere drammatiche conseguenze della pandemia: la rabbia, l’insoddisfazione, la disistima, la sfiducia nelle istituzioni, la povertà, le forme di odio, di razzismo, discriminazione, la cultura della disgregazione e della frammentazione, del dispregio del diverso e delle minoranze, della chiusura all’accoglienza e della condanna all’immigrazione tout court, che si sono trasformate in disoccupazione, in crescenti fasce di povertà della popolazione incapaci di provvedere a se stesse, che sono in file alla caritas per avere un pasto e un riparo, in ostinazione a credere all’importanza del vaccino per un rapporto di fiducia che è crollato ai minimi termini, in un egoismo spietato, concentrati ciascuno a salvare la propria pelle anche a scapito dell’altro, del vicino, del più debole, in un abbandono vergognoso e senza scusanti dei malati, soprattutto oncologici, che stanno pagando il prezzo più alto della pandemia con la loro vita, costretta a smettere di battere per la mancanza di cure, causa intasamento da covid e mancanza di coraggio ad operare restrizioni necessarie e limitazioni indispensabili a salvare vite, ora che poi ci sono pure i soldi per fare tutto questo! per ricordarsi degli ultimi e dei fragili, davvero, non solo nella conta dei numeri per fare statistiche di quelli che ci hanno tristemente lasciato in questi due anni.
Un’Italia, dunque, che decisamente deve cambiare…non solo il Presidente della Repubblica o del Consiglio dei Ministri ove Draghi spuntasse al trono nelle prossime ore, ma che deve cambiare rotta per ritrovare se stessa e i suoi valori democratici di libertà, solidarietà, uguaglianza e partecipazione, con la soddisfazione di tornare finalmente a votare e scegliere chi destinare a rappresentarci al Parlamento con dignità e spirito di devozione nel senso vero etimologico della politica come arte del governare!