La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia) è stata promossa dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l’Omofobia e la Transfobia e riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite che si celebra dal 2004 il 17 maggio di ogni anno.
La prima Giornata internazionale contro l’omofobia è stata celebrata il 17 maggio 2004, data simbolo rievocando, dopo ben 14 anni, la decisione del 17 maggio 1990 di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.
L’obiettivo della giornata è, dunque, di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.
Dal 2007, la data di oggi è stata scelta in Europa per celebrare la giornata contro l’omofobia, transfobia, bifobia e lesbofobia.
L’intento lodevole è quello di combattere ogni tipologia di discriminazione, anche se il traguardo è ancora lontano in diversi paesi europei e, persino, l’Italia, al momento, è fanalino di coda per la tutela del diverso orientamento sessuale.
Dall’analisi di contesto, in Italia é emersa una situazione drammatica in quanto sia in ambito giuridico che lavorativo, scolastico e familiare, sociale e culturale, l’omosessualità o la diversità di genere continuano a essere il motivo per cui le persone subiscono discriminazioni, licenziamenti, ostracismi, bullismo, violenze e, in casi estremi, rinunciano a vivere.
Il tanto discusso DDL ZAN potrebbe, indubbiamente, in questo quadro, essere un valido intervento giuridico che interessa non solo direttamente le vittime, più protette e più tenute in debita considerazione per i loro diritti e libertà, ma tutti i cittadini che amano vivere in una società civile e pacifica.
Il DDL ZAN potrebbe, allora, rappresentare un ottimo veicolo per l’attuazione delle «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità».
Approvare le leggi contro le forme di discriminazione vuol dire riconoscere l’esistenza di un problema a cui cercare di porre rimedio e debellarlo in maniera oggettiva e mirata sia con un profilo punitivo sanzionatorio che con una auspicabile diffusione di una nuova forma mentis improntata al rispetto dell’altro.
I motivi che, spesso, stanno alla base dell’omotransfobia, per chi sostiene l’approvazione del ddl, sono molto più che futili e abietti, come previsto nell’aggravante comune codicisticamente prevista nel Codice Penale …non sono, però, sempre né perversi né sproporzionati né delinquenziali.
L’odio ha una radice prepotente e profondamente orientata ed é sostenuto molto spesso da un retropensiero che sembra non esista e, invece, é ben scolpito in alcune menti, non necessariamente malsane e deviate pur agendo con comportamenti deviati e gesti vergognosi in grado di spingere ad agire senza alcuna forma di rispetto.
Chi commette atti di odio di genere non vuole colpire una persona per ciò che fa, ma per ciò che è e per com’è, per come vive e per come si sente di vivere, esattamente come per il razzismo.
Le azioni violente di pestaggio, linciaggio, persecuzione, nei confronti di persone con stili di vita diversi sono da ritenersi indubbiamente aggravate perché motivate dal fatto che la vittima è di colore, o omosessuale, o disabile o transgender e la vittima diviene vittima proprio per un suo specifico modo di essere.
Sulla base di questo, il ddl Zan chiede una doverosa reazione dello Stato verso tale tipologia di crimini, con una tutela più rafforzata proprio come avviene in altri paesi d’Europa.
L’articolo 7 del ddl Zan riguarda, poi, nello specifico, l’istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia da celebrare proprio il 17 maggio «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione».
Anche le scuole potrebbero divenire protagoniste della promozione dei diritti e delle libertà ed essere coinvolte, provvedendo alle attività di prevenzione e contrasto alle discriminazioni sessuali e di genere.
Persino, l’ISTAT sarà incaricato di fare delle indagini con cadenza almeno triennale su questo tipo di discriminazioni e violenze «al fine di verificare l’applicazione della riforma e implementare le politiche di contrasto»
In occasione della Giornata nazionale, «sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile» per la realizzazione delle finalità del decreto: «promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione».
Nel testo viene specificato che le iniziative nelle scuole debbano essere promosse nel rispetto del «piano triennale dell’offerta formativa» e «del patto educativo di corresponsabilità», un documento in cui genitori, studenti e istituzioni scolastiche definiscono insieme i principi e i comportamenti che si impegnano a rispettare per cui qualsiasi decisione di organizzare attività di sensibilizzazione per la Giornata nazionale contro l’omotransfobia sarebbe subordinata alla volontà comune di genitori e dirigenti scolastici/docenti, pur essendo proprio questo uno dei passaggio della legge fra i più contestati da una parte del centrodestra italiano che accusa il ddl Zan di voler “indottrinare” i bambini nelle scuole sulle questioni relative all’identità di genere, deviandone la volontà e ostacolandone una sana ed equilibrata crescita sessuale e identitaria.
Al di là delle posizioni ideologiche, la questione del Ddl Zan é una questione reale non tanto per le grandi innovazioni giuridiche poiché la nostra Carta Costituzionale é, pur sempre, ampia e forte nel riconoscimento dei diritti ma può agire da rinforzo e contribuire a debellare la logica dell’odio e del razzismo che ritroviamo come una costante nelle molteplici drammatiche storie delle vittime.
Di pochi giorni or sono, la storia della diciannovenne Malika che si é trovata fuori casa per la grave audacia di amare un’altra donna…e le parole pronunciate dalla madre fanno rabbrividire anche i più duri di cuore perché l’amore e l’accoglienza di un genitore non può mai trovare conforto nella strada dell’odio e dell’abbandono anche laddove i punti di vista siano diametralmente opposti come le aspettative di vita sui propri figli.
Sconvolgente il pestaggio a Fano di due ragazzini in pieno giorno : unica colpa avere uno smalto sulle unghie.
Tanto che gli aguzzini si sono accaniti contro uno dei due malcapitati tentando di dare fuoco alle dita per cancellare l’onta che un ragazzo potesse avere unghia smaltate!!!!!
Purtroppo, siamo alla follia dell’odio, della discriminazione e della persecuzione di chi agisce e sente di essere diverso.
La pandemia che lascia strascichi di malessere e di mal di vivere ha la colpa di aver sprigionato istinti terrificanti nella convinzione che la propria verità sia più valida e più giusta di quella di un altro.
Non abbiamo imparato nulla dalla nostra storia…che ha vissuto nel razzismo come modo di vivere ed essere e ha riconosciuto la legittimità di vivere solo a chi rientrava in certi canoni specifici…di etnia, religione, razza, pensiero politico, sesso, assenza di disabilita’.
Oggi sentire che ragazzi pestino propri pari solo ed esclusivamente perché di identità diversa ovvero anche solo per il gusto di permettersi uno smalto o godersi un cosmetico, ispirandosi, peraltro, ad idoli molto attuali, sconvolge e spaventa.
Un fallimento totale di una società tutta, nelle varie articolazioni formative ed educative, scuola, famiglia, chiesa, associazionismo, politica che non è riuscita a creare una convivenza veramente libera e democratica.
Del resto, il dibattito politico anche solo sul ddl Zan é una pantomima inaccettabile…gli argomenti sono davvero deboli e le ostilità e gli ostruzionismi decisamente fuori dal tempo…
Approvare la legge Zan diviene, al di là del merito giuridico, solo una occasione per educarci a certi pensieri, per educarci all’accettazione di ogni forma di diversità, per educarci al rifiuto definitivo ad ogni possibile rigurgito di odio, discriminazione, razzismo, bullismo basato sulla diversità di genere o sulle fragilità dei più deboli e ostative della libertà di un proprio modo di essere ed esistere.
Fanno piangere lacrime amare di disperazione le immagini della guerra di odio sulla striscia di Gaza.
Bombe e razzi lanciati sui civili per motivi non motivi…immagini di distruzione e di morte…
eppure Israele è il primo paese che è uscito dalla pandemia e come tale, avrebbe dovuto esaltare la vita…e, invece, sconvolge la nuova avanzata dell’odio…qualsiasi siano le ragioni politiche ed ideologiche, le posizioni dell’una e dell’altra parte, che non si indagano né approfondiscono nelle intenzioni di chi scrive, le immagini di questi giorni ci riportano all’orrore di ciò che provoca l’odio, ogni forma di odio, quando si sostituisce al dialogo e alla comprensione dell’altro se non addirittura alla pace.
Certo, il paragone é estremo…ma le vittime di odio e di violenza sono ancora troppe anche nella nostra civilissima Italia ecco perché tutte le iniziative, come la giornata di oggi, se servono a scuotere delle coscienze, a sensibilizzare su temi delicati e a incoraggiare un reale cambiamento di rotta nei confronti del “diverso”, ben venga per reiettare l’odio e cancellarlo definitivamente da gesti e azioni nonché pensieri!