Alcuni “paroloni” medici fanno paura e soprattutto nell’epoca del terrore da virus se tali termini si riferiscono a malattie infettive fanno ancora più paura. Però non tutti i virus presenti sono così cattivi come il noto SARS-CoV-2, infatti spesso possono causare forme cliniche lievi e passeggere con risoluzione spontanea. Questo è il caso del virus di Epstein-Barr (EBV) responsabile di una comune malattia infettiva nota a tutti come Mononucleosi o febbre del bacio.
La Mononucleosi è sicuramente una malattia infettiva molto diffusa, infatti l’EBV, infetta circa il 50% dei bambini prima dei 5 anni ed oltre il 90% degli adulti sono positivi al virus. È frequentemente asintomatica e spesso può essere confusa con altri tipi di infezione, soprattutto in età infantile (come la tonsillite batterica).
Il contagio può verificarsi per trasfusione di emoderivati, ma la forma più comune è sicuramente quella che si verifica attraverso il bacio tra una persona non infetta e un portatore sano di virus di Epstein-Barr che elimina il virus in maniera asintomatica (questa è la ragione del soprannome “febbre del bacio”).
L’EBV una volta attaccato il cavo oro-faringeo, è in grado di penetrare all’interno dei linfociti B, cellule del sistema immunitario adibite a funzione difensiva del nostro organismo. Nella fase acuta della malattia le cellule infette sono in grado di produrre anticorpi tipici, responsabili di alcune complicanze della malattia, inoltre l’infezione è in grado di sviluppare linfociti morfologicamente anomali (atipici), le cellule reattive tendono ad assumere una particolare morfologia e vengono definiti virociti. Dopo la fase acuta l’EBV rimane nei linfociti B dell’ospite per tutta la vita e viene eliminato, in assenza di sintomi, a fasi intermittenti dall’orofaringe.
L’infezione è spesso asintomatica nei bambini, mentre negli adolescenti e negli adulti può presentarsi più tipicamente con:
- Astenia (debolezza)
- Febbre
- Faringite
- Linfoadenopatie (ingrandimento dei linfonodi)
Generalmente il periodo di incubazione è molto lungo (30-50 giorni) ed i sintomi possono durare anche diversi mesi come per esempio l’astenia.
Altri sintomi tipici e comuni sono la splenomegalia(ingrandimento della milza), epatomegalia(ingrandimento del fegato), edema periorbitalee petecchie palatali(macchie del palato), meno frequenti sono eruzioni maculopapulari, ed ittero(colorazione gialla della pelle).
La mononucleosi è in genere una malattia benigna con una risoluzione spontanea, ma come per qualsiasi patologia medica possono presentarsi delle complicanze gravi anche se molto rare, come:
- complicanze neurologiche (encefalite, convulsioni, sindrome di Guillain-Barré, neuropatia periferica, meningite virale, mielite, paralisi dei nervi cranici)
- complicanze ematologiche (granulocitopenia, trombocitopenia, anemia emolitica)
- rottura della milza
- complicanze respiratorie (ostruzione delle vie aeree superiori da linfadenopatia)
- complicanze epatiche (elevati livelli di transaminasi, ittero)
La diagnosi viene posta principalmente in base ai criteri clinici, come febbre persistente, linfoadenopatia, splenomegalia, faringite. Nel caso di sospetto clinico vi è indicazione ad effettuare esami ematochimici atti alla ricerca degli anticorpi contro l’EBV.
Il trattamento della mononucleosi infettiva è generalmente di semplice supporto. Nella fase acuta è consigliato riposo domiciliare sino alla scomparsa dei sintomi. Come farmaci è indicato l’uso di antipiretici (paracetamolo), non vi è indicazione sull’uso di antibiotici (se non in caso di sovrainfezioni batteriche) ed anche dei cortisonici (utili solo in caso di prevenzione di alcune complicanze).
La mononucleosi è quindi una patologia infettiva estremamente comune, ma non la si deve temere poiché ha un’evoluzione assolutamente benigna ed autorisolutiva nella maggior parte dei casi.