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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
LGBT

La provocatoria campagna di ProVita contro l’utero in affitto. Facciamo chiarezza!

Angelo Potenza
Angelo Potenza 4 anni ago
Updated 2018/10/17 at 6:03 AM
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8 Min Lettura
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“Due uomini non fanno una madre #StopUteroInAffitto”, è questo il messaggio scritto su alcuni manifesti che sono apparsi a Roma, Milano e Torino, per volontà di gruppi cattolici molto intransigenti, quali ProVita e Generazione Famiglia. L’intento è quello di contestare la scelta di alcuni comuni di trascrivere all’anagrafe gli atti di nascita di figli di coppie gay nati all’estero, riconoscendo, per di più, la doppia genitorialità. L’immagine riportata per la campagna di affissioni, però, è particolarmente fastidiosa, nonché offensiva, in quanto ritrae due uomini – indicati come genitore 1 e genitore 2 – che spingono un carrello della spesa con all’interno un bambino disperato, marchiato con un codice a barre sul petto, per far intuire a chi guarda che, sostanzialmente, sia stato comprato.

Ancora una volta, dunque, dinanzi a queste provocazioni, anche da parte nostra, urge fare un po’ di chiarezza su quella che è la maternità surrogata, volgarmente definita utero in affitto. Innanzitutto, bisogna ribadire che essa, allo stato attuale, è illegale in Italia ed, infatti, le coppie che decidono di ricorrere a questa pratica si recano nei paesi esteri dove è consentita. A tal proposito, in realtà, come emerge da dati statistici, ad avvalersi di questo strumento sono principalmente coniugi eterosessuali – che magari non possono avere figli – e solo in una piccolissima percentuale coppie gay. Tuttavia, come è evidente, il polverone da parte degli oppositori viene sollevato solo nel caso degli omosessuali… chissà perché!?

Tra parentesi, forse non tutti sanno che Cristiano Ronaldo, il calciatore più in voga in questo momento, abbia fatto nascere due dei suoi figli proprio attraverso maternità surrogata. Che dite, faranno qualche crociata anche contro di lui?

Ma tornando alla questione centrale, le suddette associazioni protestano in quanto, secondo loro, attraverso l’utero in affitto si attui, praticamente, una compravendita di gameti e vite umane e si induca delle donne ad essere sfruttate. “Vogliamo difendere i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre” questo è quello che ripetono sempre. Probabilmente, però, è il caso di sottolineare che quei bambini che dicono di voler difendere, nei fatti, senza la volontà di chi ha deciso di metterli al mondo, non esisterebbero neppure; pertanto, il loro pare sia un po’ un controsenso! Dopodiché, è giusto accendere un campanello d’allarme sul fatto che possa esserci uno sfruttamento su alcune donne – cosa che realmente accade in alcune parti del mondo e che va condannata – ma dobbiamo considerare che, d’altro canto, ci sono nazioni evolute e civili, dove, in realtà, tutto si svolge nella più totale sicurezza e chiarezza, a partire dalla donazione dell’ovulo, il quale poi, fecondato, verrà impiantato nella gestante. Prendiamo ad esempio il caso del Canada; ebbene, il sistema canadese prevede che, ogniqualvolta qualcuno decida di adottare questa tecnica, si attivi un equipe di esperti, i quali vanno a verificare che l’intera procedura sia condotta in maniera sana, accertandosi, pure attraverso indagini sulla condizione economica e patrimoniale, che la madre surrogata abbia scelto di portare a termine una gestazione per altri, in maniera consapevole e per un effettivo ed esclusivo intento di solidarietà. Molto spesso, invero, si tratta di un’amica o di una parente delle coppia, etero o gay che sia. Certo, sono previsti dei costi, ma questi sono quelli necessari per sostenere il complesso di tutte le spese mediche, dall’inizio alla fine. Dunque, l’accusa di compravendita o di sfruttamento è alquanto fuoriluogo.

Chiaramente, possiamo comprendere che tutto ciò possa suscitare delle perplessità – che possono pure essere lecite, almeno fino a quando non scadono nelle offese e nelle  provocazioni – e delle preoccupazioni, ma riteniamo che, quando vi sia garanzia della dignità umana, nessuno possa sindacare ed, inoltre, riteniamo che non sia per nulla giusto che il tema venga strumentalizzato per contrastare i diritti delle famiglie arcobaleno e per screditare la comunità LGBT – a maggior ragione che, come si diceva, solo una minima percentuale del fenomeno interessa il mondo gay -. Se si è contrari, in teoria, lo si dovrebbe essere a prescindere e non solo quando a ricorrervi sono delle coppie omosessuali. Come poter dimenticare che, senza che ci fosse nessuna diretta attinenza, è stato proprio per lo spauracchio dell’utero in affitto che è stata cancellata dal disegno di legge sulle Unioni Civili la parte che prevedeva la semplice step-child adoption, ovvero l’adozione del figlio legittimo del partner. Tante furono le polemiche e i dibattiti a tal riguardo, e, non a caso, durante uno di essi è stato espresso un punto di vista interessante, che vogliamo qui riportare per stimolare alla riflessione sulla questione in analisi. Il professore Umberto Galimberti, filosofo e sociologo, infatti, in occasione di un contributo televisivo, ha evidenziato come non si capisca il motivo per il quale quando, ad esempio, si dona il sangue oppure un rene nessuno si scandalizzi, mentre se si dona un ovulo, un seme o, in un certo senso, un utero, per far nascere una nuova esistenza, vi sia chi urla allo scandalo. In sostanza, perché il progresso medico va sempre bene quando serve a ritardare la morte e, invece, si fa del moralismo quando viene usato per creare la vita?

Per quanto ci riguarda, ovviamente, siamo ben lieti che alcuni sindaci abbiano deciso di iscrivere all’anagrafe gli atti di nascita dei minori figli di coppie same-sex, riconoscendo la genitorialità di due madri o due padri. È necessario, difatti, che ci si avvii sempre di più verso una piena tutela legale, la quale, a ben guardare, è l’unico modo per difendere sul serio il benessere di questi bambini. Esistono, ormai con sempre maggiore evidenza, diverse forme di famiglia ed è tempo di accettarlo; perché ciò che unisce le persone o che rende una persona meritevole di essere definita genitore, al di là di ogni discorso meramente biologico legato alla procreazione, è l’amore. Proprio a partire da questa constatazione, auspichiamo che, prima ancora della maternità surrogata, che tanto fa discutere e che da tanti, anche nella stessa comunità LGBT, viene recepita come una eccessiva forzatura, si possa arrivare, anche in Italia, a facilitare e consentire a tutti, inclusi single e coppie omosessuali, di adottare quei tantissimi minori che, in tutto il mondo, hanno solo bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro.

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Pubblicato da Angelo Potenza
Nato a Potenza nel 1993. Dopo aver conseguito la maturità classica nella si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza della Università Federico II di Napoli, dove attualmente vive."La Storia, la scrittura e il mondo dell'informazione sono le mie passioni più grandi. E poi, naturalmente, c'è Napoli, insieme a tutta la nostra terra, a far da sfondo non solo agli occhi ma ad ogni pensiero."
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