Da poco si è tenuta la 62° edizione dei David di Donatello, i premi dell’Accademia del Cinema Italiano, considerati gli Academy italiani. La serata, presentata da Carlo Conti, si è sviluppata intorno la tematica della parità di genere, sulle orme del movimento #MeToo nato oltreoceano, e la maggior parte dei presenti indossava la spilla di Dissenso Comune. Protagonista indiscussa della serata però è stata la città di Napoli, che dopo un periodo estremamente rigoglioso dal punto di vista cinematografico si può veder riconosciuta questo sforzo.
Miglior film è Ammore e Malavita dei Manetti Bros. (qui la nostra recensione), che ha vinto anche Miglior Costumista (ax aequo con Riccardo va all’inferno) per Daniela Salernitano, Miglior Musicista a Pivio e Aldo De Scalzi e Miglior Canzone Originale per Bang! scritta per il film da Nelson e i fratelli De Scalzi e interpretata da Franco Ricciardi, Serena Rossi e Giampaolo Morelli e Migliore attrice non protagonista per Claudia Gerini. Un esito comunque fruttuoso, nonostante le 15 candidature.
Secondo grande successo napoletano è stato Gatta Cenerentola (qui la nostra recensione) girato a otto mani da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, vincitore di Miglior Effetti Speciali e Migliore Produzione. Un successo per la Mad Entertainment che riesce a diventare un orgoglio napoletano in Italia e nel mondo, diventando anche il primo film animato a candidarsi per Miglior Film. Anche il tanto discusso Napoli Velata di Franz Ozpetek (la nostra recensione qui) che porta a casa solo due premi su undici candidature: Miglior Autore della Fotografia, con Gian Filippo Corticelli e Miglior Scenografia con Deniz Gokturk Kobanbay e Ivana Gargiulo. Renato Carpentieri, avellinese di nascita, vince Miglior Attore Protagonista con La Tenerezza, anche questo ambientato a Napoli.
A dare un tocco di internazionalità alla serata, la presenza del leggendario regista di Cincinnati Steven Spielberg, che ha tenuto un commovente discorso sul suo rapporto con il cinema italiano e Fellini, e Diane Keaton, che ha ribadito le sue precendenti posizioni in difesa di Woody Allen, tra i tanti nel centro del mirino del movimento per la parità dei sessi alla luce di un’accusa di molestie alla sua figliastra nel 1992.
Altri premi importanti vanno all’italoamericano Jonas Carpignano come Miglior Regista per A Cambria, prodotto da Martin Scorsese; Miglior Regista Esordiente a Renato Carrisi per La ragazza nella nebbia; Miglior Sceneggiatura Originale a Susanna Nicchiarelli per Nico 1988, il film sulla storica cantante dei Velvet Underground; Migliore Attrice protagonista a Jasmine Trinca per Fortunata; Miglior attore non protagonista a Giuliano Montaldo per Tutto quello che vuoi.