Non una ma ben tre stradine ubicate nei pressi di Piazza Mercato (quartiere Pendino), lungo l’antica cinta muraria costruita per volere degli Aragonesi sotto la direzione di Francesco Giorgio Martino nel 1484. Precisamente: Vico rotto al Lavinaio, vico Colonne al Lavinaio e vico Ferze al Lavinaio. Si chiamano così a causa delle lave che scorrevano lungo le mura.
Inizialmente si pensava che il termine Lavinaio fosse attribuito alla lava fuoriuscente dalle eruzioni vulcaniche del Vesuvio. Il termine, in realtà, non fa riferimento a ciò, il termine lave, generalmente era usato in quegli anni per indicare il flusso di acqua piovana e fango che che scorreva proprio lungo quelle strade.
Queste, infatti, rappresentavano il fossato angioino dove si incanalavano queste lave che erano poi destinate alle spiagge che si trovavano all’altezza del Castello del Carmine. In seguito, il Castello venne demolito e le acque vennero deviate all’altezza dell’ Arenaccia.
Soltanto in seguito all’ esplosione del Vesuvio nel 1631, il termine Lavinaio è stato usato anche per la lava vulcanica ma, storicamente, il riferimento originario resta sempre quello dei flussi di acqua pluviale.
La zona del Lavinaio però è tristemente conosciuta per essere quella dove si è riscontrato il primo malato di peste a Napoli nel 1656
La peste bubbonica, ebbe conseguenze disastrose e fu una delle più tragiche della storia tanto che il popolo napoletano venne letteralmente decimato
L’infezione arrivò su delle navi napoletane di ritorno dalla Sardegna. Dei topi trasmisero la peste a dei doganieri che erano a bordo, e la leggenda vuole che il primo di loro abitasse proprio nel vico del Lavinaio.
Fu una tragedia immane, ancora non abbiamo idea di quante persone siano morte: c’è chi dice 600.000 e chi 250.000.
Si racconta che dopo questa tragedia, interi quartieri rimasero completamente disabitati. Le strade ormai erano talmente piene di cadaveri in putrefazione che le carrozze non avendo più strade libere, erano costrette a muoversi sopra i corpi senza vita. Finalmente verso la fine di agosto del 1656 arrivò una lunghissima pioggia incessante che caratterizzò l’ inizio della fine della Peste a Napoli.
Finalmente l’8 dicembre, si dichiarò estinta la peste a Napoli. Si aprì subito dopo la lotta fra Gesuiti e Teatini: ognuno affermava che il “proprio” santo aveva allontanato la peste. Gli ultimi eressero a Piazza San Gaetano una scultura commissionata come voto per la guarigione della città dalla pestilenza.