Sono ore tribolate per l’Italia che segue con apprensione i bollettini medici del campione Alex Zanardi, vittima di un drammatico incidente avvenuto qualche giorno fa durante la partecipazione ad una gara ciclistica – non si sa ancora se autorizzata o meno.
La gara, oggetto dell’inchiesta, sarebbe stata organizzata da una associazione benefica di cui lo stesso Alex é socio per sensibilizzare sui diritti dei meno fortunati, delle persone con disabilita’ : ironia della sorte crudele che il suo esponente, forse il più importante, sia stato travolto in uno scontro con un camion che sa dell’incredibile, come la rappresentazione drammatica di un appuntamento con il destino senza scampo e senza possibilità di sterzare per una seconda possibilità!
Parrebbe una “biciclettata” tra amici – così l’hanno definita gli organizzatori – ecco perché non ne sapevano nulla i Sindaci dei comuni interessati né é stato necessario chiedere l’autorizzazione. Oggi però ci si chiede se, invece, non ci sia stata un po’ di superficialità nell’effettuare una gara ciclistica senza far chiudere le strade coinvolte dalla circolazione dei veicoli comuni e, perdipiu’, dei mezzi pesanti del tipo coinvolto nella tragica fatalità del 19 giugno.
Il camionista, indagato per ovvie necessità giudiziarie, dichiara che procedeva piano e su questo i testimoni concordano. Convivere con tale senso di responsabilità e di colpa é, comunque, un macigno da portare anche in mancanza di qualsiasi forma di colpevolezza rilevante penalmente o civilmente.
Incredulità e paura per la storia di un campione unico che non si é mai piegato neanche quando la vita glielo consentiva ed ora, come uno dei peggiori incubi possibili, si ritrova nuovamente a lottare – tra la vita e la morte – per restare in questo mondo.
Quando è tornato alla vita, anni fa, dopo aver perso le gambe, si é riaffacciato a noi tutti forte e sorridente, anzi più forte e sorridente, di nuovo in pista, di nuovo campione, di nuovo eroico.
Si é reinventato non solo come sportivo ma come presentatore e nel piccolo schermo in tanti abbiamo avuto l’opportunità di conoscerne l’umanità e la bravura, il talento, che appartiene a pochi, tipico dei grandi.
Si susseguono sui social i ricordi di chi lo ha conosciuto, l’onore di chi ci ha lavorato, la gioia di chi lo ha vissuto e in tutti gli infiniti messaggi torna imperante un suo tratto caratteristico: il suo sorriso…qualcuno ha detto a tal proposito che Zanardi ci ha regalato un salvadanaio di sorrisi e di felicità!
Non parliamo solo dell’uomo che ha conquistato tutto il mondo, intervistato in ogni parte del globo, ammirato per la capacità di rialzarsi ovunque – memorabile una sua partecipazione al David Letterman del 2004 – ma parliamo dello sportivo nella sua seconda vita – paraolimpico – che ha collezionato ben 4 ori olimpici, una decina di titoli mondiali, un recort alla Maratona di New York del 2011 e numerose medaglie al valore come atleta, collari d’oro al merito sportivo e riconoscimenti nazionali, quale tra gli ultimi Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2014.
Quindi é chiaro che siamo di fronte ad una eccellenza umana…ad una eccezionalità geniale.
Negli ultimi bollettini, seppure la speranza cresce perché il piccolo grande eroe continua strenuamente a lottare, la situazione si potrebbe presentare, comunque, drammatica. Il suo cranio è arrivato fracassato e nel terribile gioco di paragoni, la lesione parrebbe meno grave di Schumacher, escluso dalla vita da vivere ormai da troppi anni.
I danni che si temono maggiormente sono alla vista e a livello neurologico…ed ognuno di noi, dal quivis de populo al personale medico, da chi lo ha conosciuto e e da chi vive sotto lo stesso tetto, a chi correva con lui nelle gare, per come può e per quello in cui crede, sta rivolgendo una preghiera, un pensiero al proprio Dio perché questo non avvenga, perché un’ennesima ingiustizia non venga perpetrata con un accanimento fatale nei confronti di chi ha donato alla vita la propria infinita immensa generosità di spirito e di animo.
Sarebbe un destino troppo crudele costringere una tale vitalità alla visione di un mondo nero e costringere noi a rinunciare al suo triplo immenso sorriso, quello della bocca, quello del cuore e quello degli occhi.
Il suo volto, il suo sorriso, la sua forza, le sue emozioni, la sua determinazione, la sua passione sono un dono, un esempio, uno chock emozionale di fronte ad uno spirito immenso che non sembra appartenere alla mediocrità, alla velleità e alla rozzezza della nostra finitesima umanità.
Di fronte a Zanardi ci si sente piccoli piccoli quando capita molto spesso che ci soffermiamo sulle piccolezze della vita e dimentichiamo quanto doveroso è viverla immergendoci a pieno nel suo vortice, proprio come ci ha insegnato di fare lui sempre.
Turbano – lette in questo momento – le sue parole durante un incontro con studenti romani quando disse ” è possibile che se il fulmine mi è arrivato tra capo e collo una volta mi colpisca nuovamente, ma rimanere a casa per evitare e scongiurare questa ipotesi, significherebbe smettere di vivere, quindi no, io la vita me la prendo!”.
Una frase che precorre un destino, preannuncia una consapevolezza, descrive la sua storia….da brivido!