Il Governo è alle prese da settimane al gioco della nostra infanzia della strega comanda colore che al grido di “color color” tra giallo, rosso e arancione decide la zona in cui incasellare ogni Regione.
Dal Governo del rigore della prima ondata al Governo del timore e così con stupore di medici, tecnici, giornalisti, virologi e opinionisti, nonostante i numeri e i mille morti al giorno l’Italia si sta avviando lentamente a colorarsi tutta di giallo sotto la spinta – o forse meglio dire la pressione – dell’operosa Lombardia che auspica ad un liberi tutti natalizio.
Difatti, all’indomani del battesimo arancione le strade milanesi sono state assalite da shopping compulsivo e liberatorio con un ossimoro di fondo da brividi tra numero di contagiati e (ahimè!) morti e riaperture di negozi e bisogno irrefrenabile di passeggiate; meno fortunata la Campania che nella sua prima domenica orange é sotto l’assedio di una tempesta di acqua e di maltempo, codificato persino da allerta, preoccupante per esondazioni e rischio idrogeologico.
Le perplessità per un alleggerimento decisivo delle condizioni per il prossimo Natale sono ovviamente chiarissime se viste con gli occhi di Confindustria che auspica ad un rinnovato ottimistico rilancio dell’economia produttiva del paese e delle miriadi di piccoli e grandi rivenditori i cui guadagni si concentrano quasi per l’80% in questo periodo dell’anno al canto di Jingle Bell e all’incanto di vetrine accattivanti illuminate di lucine rosse e babbi natale danzanti.
Non fosse però che i diritti individuali sono stati, comunque, tutti in certo qual modo sfiorati dalle limitazioni agli spostamenti fisici e agli incontri familiari oltre Comune e/o infraregionale tra il 21 dicembre e il 6 gennaio nelle canoniche festività natalizie con l’ovvia conseguenza della corsa forsennata ad accapararsi biglietti di treni, bus o aerei al miglior prezzo e soprattutto visti i tempi, le restrizioni e le ridotte capienze, per i giorni immediatamente precedenti al 21 dicembre.
La paura che un bel afflusso di movimento umano da nord a sud, prevedibile per il Natale, con altissima probabilità manderà in malora i tanti agognati obiettivi del Governo dei divieti di assembramento intorno alle tavolate di baccalà fritto e capitone con chiusura di struffoli e panettone!
A nulla rileva la necessità di dover rispettare il periodo di quarantena…sta di fatto che la promiscuità familiare e amicale sarà ben difficile da scongiurare, soprattutto alla luce della grave svista presente nel dpcm che si preoccupa di dettagliare divieti, consigli, raccomandazioni vivissime, orari da coprifuoco, persino, per le Sante Messe e, poi, si depaupera e si smarrisce per una dimenticanza di per sé grave di prevedere il sistema punitivo e di indicare le sanzioni corripondenti alle singole violazioni.
E non é nemmeno possibile applicare il regime sanzionatorio previsto nei precedenti provvedimenti ministeriali perché non c’è coerenza e compatibilità tra le disposizioni normative, essendo cambiati ratio e tempus legis.
C’è solo da sperare in due cose o che il Governo corra ai ripari e recuperi ben presto la disattenzione ovvero i cittadini restino incosapevoli della loro ignoranza legis e non scoprano l’arcano dell’errore perché altrimenti siamo nei guai.
I furbetti dei divieti pulluleranno durante tutto l’happy Christmas violando tutto il violabile possibile e scorazzando felici e fieri, con l’avallo della lacuna giuridica, tra comuni ma non solo tra province, ma non solo tra Regioni diverse, tutti insieme appassionatamente amici e parenti fino alla ennesima generazione!
La politica tutta, fors’anche per le gravi difficoltà economiche da affrontare con l’incognita mes e recovery fund e con una Europa sul collo dell’esecutivo italiano per rilanciare l’economia nel dubbio che sia in grado di riuscirvi, deviando da obiettivi seri le ingenti risorse che stanno per arrivare nelle casse del Tesoro, é in uno stallo perché questa volta, rispetto a marzo, ascoltare le voci della finanza rischia di mettere davvero in pericolo la salute della popolazione.
E l’opposizione non è da meno in termini di “ir”responsabilità se si pensa che mentre Conte presentava il tanto sofferto dpcm, si preoccupava di occupare il Parlamento e protestare a prescindere, peraltro, contestando le forti limitazioni previste, dimenticando completamente che la pandemia é ancora in atto, che il virus é particolarmente attivo, favorito dal clima autunnale, quasi invernale che ospita sempre le influenze stagionali e che le prossime festività forse sarebbero dovute essere caratterizzate da meno polemiche sterili e da sinergie istutuzionali di ben altro segno, simbolo anche per gli italiani stanchi delle diatribe e contese di una politica non a fuoco fuori tempo e fuori luogo.
Da un sondaggio effettuato sugli italiani, é emersa una accettazione abbastanza generalizzata delle restrizioni e la consapevolezza del rischio sanitario.
Gli italiani sono più responsabili e predisposti al sacrificio dei nostri politici?
Non saprei perché la banderuola delle decisioni, la sudditanza rispetto a certe logiche ed interessi, la discriminazione territoriale delle regole di vita anticovid, ha portato ad un certo smarrimento e ad una sfiducia per una politica forse ambigua, forse semplicemente spaventata, forse terribilmente in bilico su scelte antipolitiche e impopolari in grado di incidere decisamente sulla vita delle persone con la grande incognita del domani e dell’andamento del contagio.
Si raccomanda qualcosa che va oltre l’essere ligi ad una legge, si invitano i cittadini alla prudenza, al senso di responsabilità e, perché no, all’amore per il prossimo per evitare occasioni pericolose per la diffusione del virus quali i tradizionali pranzi natalizi o i cenoni di Capodanno dove il desiderio di stare con le persone care e trascorrere del tempo insieme in modo spensierato e allegro potrebbe trasformarsi in veicolo incontrollato di contagio con i droplets in festa senza mascherine in fila indiana in un alticcio e improvvisato trenino al suono di uno stonato “meu amigo Charlie Brown”…🎉.